Fratelli Trevisani, vini accarezzati dai venti del Garda bresciano
Sono sessant’anni che la famiglia di vitivinicoltori Trevisani procede in direzione ostinata e contraria coltivando uve insolite per il territorio di appartenenza creando così vini di assoluta originalità: hanno infatti portato nel Garda bresciano “vitigni inusuali per la zona e per il periodo come il Riesling Renano e il Cabernet Sauvignon, contravvenendo alla tradizione locale” come affermano con orgoglio.
Una scelta compiuta in tempi non sospetti, negli ormai lontani anni ’60, fin dalla fondazione dell’azienda da parte di Peppino e Nini Trevisani, proseguendo con i figli Gian Pietro e Mauro subentrati negli anni ’80 al timone dell’azienda per proseguire “l’attività avviata dai genitori nel rispetto degli insegnamenti ricevuti”.
La cantina Trevisani si trova “nella località di Gavardo (BS), in Lombardia, su una collina che guarda al lago di Garda, dove tutte le notti, arriva il Boàren, una brezza proveniente dal Nord della Valle Sabbia che soffia sul lago: questo vento, soprattutto in estate, determina una notevole escursione termica che favorisce la coltivazione di uve ricche di aromi e acidi fissi”.
Anche il distributore Proposta Vini punta su questo particolare aspetto, spiegando che “il Lago di Garda ha i suoi venti come fosse un mare ed è per questa ragione che è meta ambita per i surfisti: c’è un vento per ogni ora e per ogni direzione, basta conoscerlo; alcuni di questi venti terminano la loro corsa proprio a Gavardo e, per questa ragione, Gian Pietro e Mauro hanno chiamato due dei loro vini Balì e Suer”.
I terreni contano “oltre 10 ettari distribuiti nei comuni di Salò, Soprazocco e Puegnago del Garda” tutti in provincia di Brescia, con vigne “poste su suoli prevalentemente di origine morenico-glaciale, con un’alta percentuale di sabbia e limo, particolarmente adatti alla coltivazione di viti destinate alla produzione di vini di qualità”.
Per i Trevisani “particolarmente importanti sono le lavorazioni eseguite in vigna durante le diverse fasi vegetative della pianta, dalla potatura verde al diradamento, alla parziale defogliazione, mentre in vendemmia le attenzioni sono rivolte alla rigorosa raccolta dei grappoli migliori”.
Il lavoro in cantina avviene in una struttura costruita nel 1991 e dotata delle più avanzate tecnologie di vinificazione ma anche “con la bottaia realizzata nel massimo rispetto della tradizione, con botti di legno da 5 hl impiegate per i lunghi affinamenti senza alterare le caratteristiche delle uve”.
Tre le uve pur insolite per il territorio ce n’è tuttavia “una legata storicamente a questa zona: la Berzamina e, con questo vitigno, la Cantina Trevisani è nel progetto I vini nelle città italiane” promosso da Proposta Vini in cui sono raccontate delle località attraverso un loro vino storico prima dimenticato e adesso recuperato (https://www.propostavini.com/i-nostri-progetti/vini-nelle-citta-italiane/).
La Berzamina indica il vitigno Marzemino qui utilizzato in purezza, il cui vino porta all’olfatto tutto il corredo sensoriale del sottobosco con innesti di spezie pepate, mentre al palato, dopo un approccio abboccato, rivela prugna, gelso nero, mirtillo, carruba e liquirizia.
Carezzevole, suadente, irresistibilmente gentile, si imprime nella memoria con il suo gran piglio zuccherino che cresce nel finale.
Lo Chardonnay Sauvignon chiamato Balì “come il vento che agita il Garda da nord” profuma di platano con una nota erbacea balsamica, mentre i sapori parlano di nettarina, annurca e yuzu.
Grandissima beva, si esalta se servito alla giusta freschezza.
Chardonnay che ritroviamo in purezza nelle bollicine del Talento Brut Galuzzo, metodo classico che esalta in questo caso le sensazioni floreali al naso e quelle aromatiche al palato, tra la caratteristica crosta di pane e ancora note maltate, cedro candito e una stuzzicante vena salata.
Sempre in tema di bolle ecco il Brut Galuzzo Rosé metodo classico, da uve Rebo e Merlot che suggeriscono al naso il ricordo della zagara e al palato quello di Pellecchiella del Vesuvio, nocepesca e melagrana, creando un sorso ben goloso.
Il rosso per eccellenza della casa è il Rebo Benacus che “è stato prodotto due volte in 40 anni, nel 2003 e nel 2011”, frutto di “colline sulle quali già i Romani coltivavano la vite”, la cui verve non è dovuta al legno, non essendo affinato in barrique, bensì a un’attenta vinificazione che crea un bouquet di amarena seguito in bocca da marasca, mora e noce moscata.
Il pur impressionante aspetto muscolare viene ingentilito dall’avvenenza del frutto che indirizza la monumentalità del nettare verso inequivocabile eleganza.
Altro rosso di Trevisani è il Cabernet Sauvignon Due Querce che sviluppa profumi di susine e visciole, mentre il gusto riconosce ribes rosso, cranberry (Ossicocco americano), bacche di vaniglia e frutta secca, creando una complessità parecchio intrigante.
Queste le referenze da noi testate di un mondo enoico che esprime anche valori ambientali e paesaggistici di notevole interesse.
Info: https://www.cantinatrevisani.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/trevisani/