La gastronomia dell’Iran, una sfrenata altalena di sapori estremi
Se volevate provare il brivido di una cucina lontana anni luce dai nostri sapori, a Expo un indirizzo sicuro c’era
Il Khoresh Ghormeh Sabzi (18 Euro) depone su un già ottimo riso basmati una cascata di prelibatezza, fatta di cipolla, carne, verdure, fagioli rossi, spezie, succo di limone: ne scaturisce una sfrenata altalena del gusto, in cui si sale e si scende sulle ali dell’agrodolce, tra vette di acidità assoluta bilanciati da composta dolcezza. Potente l’apporto linfatico di erbe autoctone iraniane, introvabili da noi.
Pazzesco il Kashk Badenjan (9 Euro), incredibile tortino cremoso di melanzane, insaporito da cipolla, menta, aglio e altri aromi ancora: tra i piatti più memorabili di Expo.
La sua dolcezza è appena screziata di amaro, esaltata dal contorno croccante e dal contributo di uno yogurt tipico esclusivamente dell’Iran.
Niente alcol, da tradizione si beve il Sekanjabeen Cucumber (3 Euro), acqua aromatizzata dal cetriolo che vi galleggia a pezzetti. Si beve e si mastica al tempo stesso, rinfrescando il palato.
Meno memorabile il resto del padiglione dell’Iran…
… contraddistinto dalla proiezione di video su schermo gigante, comunque interessanti, perché incentrati sulle tradizioni alimentari iraniane.
Uno di questi video ci fa capire come si fa il tè in Iran.
Info: www.expo2015.org