Ghiotte e nutrienti, ecco perché delle castagne non si butta niente
Antica e dalle grandi proprietà nutritive, la castagna è un frutto anche molto ghiotto. Dolce e dalla consistenza farinosa, esplode in bocca con il suo ventaglio di sapori che vanno dal selvatico al morbido.
In passato si diceva che fosse il pane dei poveri, visto l’alto contenuto di carboidrati complessi, in grado di sostituire i più pregiati cereali. Nelle zone prealpine, dove i boschi si sostituiscono ai campi coltivati, era l’alimento base della popolazione montana. Oltre all’elevata concentrazione di amidi, questi frutti sono ricchi anche di grassi, proteine, vitamine e sali minerali, così da risultare dei concentrati di energia, adatti specialmente per chi pratica sport.
Consigli per l’acquisto.
Facili da trovare anche al supermercato, sarebbe meglio acquistarle dai produttori diretti che ne garantiscono una maggiore freschezza. Al tatto una castagna fresca risulta soda e il guscio non cede se viene schiacciato.
Simili alle castagne ma più pregiati sono i marroni. Un po’ più grossi delle prime, si differenziano dalle cugine non soltanto per la dimensione, ma anche per il sapore. I marroni, infatti, sono più dolci e un po’ più saporiti. Un’altra qualità riguarda la pellicina che si trova tra il frutto e la buccia che non si insinua nella polpa, rimanendo in superficie e risultando, quindi, più facile da rimuovere. Si dice cioè che, a differenza delle castagne, i marroni non sono settati, ovvero divisi in setti – parti – dalla pellicola.
Mentre le castagne sono i frutti delle piante selvatiche, i marroni sono il prodotto dell’uomo, che è intervenuto con vari innesti sugli alberi di castagno, in modo da renderli più produttivi.
In cucina.
Portate sulle tavole per lo più arrostite o bollite, in realtà le castagne sono molto versatili e in cucina si prestano alla preparazione di diverse ricette, sia dolci che salate.
In Trentino Alto Adige, per esempio, uno dei piatti tipici sono gli gnocchi con salsa di formaggio caprino, il cui impasto è a base di castagne e patate lessate. In Toscana, invece, era abitudine inaugurare la stagione fredda con una zuppa di ceci e castagne o anche con una minestra di riso e castagne. In Emilia, le sfogline preparavano delle deliziose tagliatelle, oppure delle lasagne, degli gnocchi, dei tortellacci, a base di farina di castagne, da abbinare al ragù o al sugo di cipolla e salsiccia. Sempre con la farina si possono preparare frittelle, focacce, pane e altri prodotti da forno.
Tra i secondi, da provare il cappone o tacchino al forno ripieno di castagne e noci, piatto natalizio tipico marchigiano, oppure anche i crostini con lardo di Arnaud addolciti con il miele di castagno, tipici della Valle D’Aosta.