Gianni Capovilla e Walter Massa, dall’incontro tra due miti ecco tre grappe leggendarie
Al di là di ogni strategia di marketing, oltre ogni calcolo commerciale, lontanissimo dai dettami mediatici: ci sono soltanto sincera stima reciproca, grande amicizia e comune visione dietro tre grappe leggendarie scaturite nel 2009 dall’incontro prodigioso tra Gianni Capovilla e Walter Massa, due miti per gli appassionati ma anche punti di riferimento assoluti tanto per il settore dei distillati quanto per quello del vino.
Un evento di grande portata culturale che si è concretizzato necessariamente sotto l’egida del più sensibile distributore italiano del settore, Proposta Vini, il quale lo propone ancora tra le perle del catalogo degli Spirits curato da Gian Nicola Libardi.
Il distributore ricorda come la distilleria Capovilla sia stata fondata a Rosà in provincia di Vicenza negli anni ’70 da Vittorio Capovilla, partito da tecnico e meccanico di strumenti per l’enologia e giunto oggi a realizzare “distillati da agricoltura biologica, da frutta spontanea e coltivata sempre con il massimo rispetto per l’ambiente”, accompagnato da una fama internazionale diffusissima.
Per Walter Massa si scomoda con buona ragione la definizione di “genio visionario”, cui si potrebbe aggiungere quella di combattente se si pensa alla battaglia vittoriosa che ha condotto per affermare il suo autoctono Timorasso come vitigno nobile e vino di prim’ordine, dopo troppo tempo trascorso nell’ombra. Massa è diventato proprio per questo un vessillo del Tortonese: “situato nel Piemonte sud orientale, in passato era ricordato soprattutto per i vini provenienti da vitigni a bacca rossa, fu grazie alla genialità visionaria di Walter Massa che si riscoprì essere anche terra da bianchi”.
A rafforzare i connotati socio-politici dell’attività di Massa concorre un altro aspetto evidente di queste grappe, l’etichetta che propone una reinterpretazione pop fumettistica dell’opera pittorica Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, capolavoro realizzato come una cerniera tra fine ’800 e inizio ’900, la cui tematica rivoluzionaria ma non sanguinaria è molto cara a Walter Massa, anche per la circostanza di vivere nel medesimo territorio dell’autore dell’opera.
La degustazione conferma l’imponenza delle aspettative.
La Grappa di Timorasso Derthona detta all’olfatto il profumo della pera Williams, cui segue un approccio amaricante al palato sulle note della genziana, seguite da frutta secca, sorbo, melone e cardo.
Incanta il finale quasi burroso.
La Grappa di Monleale propone un bouquet di bacche selvatiche e cotogna, per poi affermarsi con piglio nerboruto in bocca evocando nespola, albicocca e litchi.
Capolavoro di amabilità ecumenica, la Grappa di Croatina Pertichetta ghermisce l’olfatto con un avvolgente abbraccio di pesca con tutta la sua zagara e screziature ipogee di roccia, per rivolgersi quindi al gusto con un sublime corpo cremoso che parla di vaniglia, nettarina e corniolo.
Favolosa la continua sapidità che accompagna la beva.
A questo punto abbiamo intervistato Walter Massa affinché ci manifestasse tutto il pensiero che sta dietro a queste tre grappe, rivelandoci magari episodi e aneddoti che hanno condotto alla loro creazione: ci ha risposto nel video qui sotto alla sua ineguagliabile maniera, in un tripudio di sfavillante intelligenza contro-corrente, denuncia intellettuale, auto-ironia sferzante, sarcasmo polemico contro il Potere, ma anche tutta la poesia che si trova nei suoi vini come nei distillati di cui vi stiamo parlando.
Info e Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/capovilla-gianni-e-massa-walter/