Gibadda, tutta l’essenza dei vini tradizionali del Sud della Sardegna
Tutta una questione di potenti richiami, quello ancestrale irresistibile della terra, l’altro emotivo del rispetto della memoria familiare, oltre al recupero delle radici culturali, lo stimolo di un sogno romantico e il potere di attrazione di una regione di inarrivabile meraviglia: ne ha avute di nobilissime spinte Luigi Secchi in armonia con la moglie per creare dieci anni fa Gibadda, azienda vitivinicola di Arbus nel Sud Sardegna dove ha portato non soltanto le urgenze di una vita ma anche il proprio cuore pulsante.
A condividere tale progetto pregno di sentimento è il distributore Proposta Vini che in questo modo sintetizza perfettamente nascita e sviluppo della cantina, partendo dall’afflato lirico “il mare, la terra e il vino: ecco gli ingredienti che hanno consentito a Luigi e Patricia, ristoratori a Venezia, di creare in Sardegna nel 2014 Gibadda”. Segue la dinamica della genesi: “Luigi, imprenditore nato e cresciuto ad Arbus, amante del vino, fa il ristoratore a Venezia ma, come Ulisse, al richiamo della sua Isola […] è ritornato ad Arbus”…
… dove “insieme alla moglie Patricia, ha acquistato e ristrutturato un antico vigneto semiabbandonato, salvaguardando su terreni a disfacimento granitico, vigneti coltivati ad alberello e a guyot e ulivi: oggi la sua vita si alterna tra la rinomata Trattoria Anzolo Raffaele nell’omonimo campo del sestiere di Dorsoduro a Venezia e Arbus dove con passione e con l’aiuto di Paolo contribuisce a mantenere vivo questo prezioso paesaggio del sud della Sardegna”.
Nelle intenzioni “l’identità di Gibadda (il cui nome ricalca un toponimo locale) si esprime nell’incontro appassionato fra tradizione vitivinicola sarda, tecniche di produzione artigianali, tecnologie moderne, ed enogastronomia di alta qualità”, con Luigi che gestisce l’azienda, mentre sua moglie Patricia si occupa di amministrazione e lavori in vigna e a Paolo tocca la conduzione delle attività di coltivazione.
La produzione attuale comprende tre referenze vinificate in maniera tradizionale e un olio di oliva extra vergine distribuiti da Proposta Vini, oltre a due ottime referenze vinificate in anfora.
Tutto questo grazie alla disponibilità di circa 4 ettari di vigneti “divisi in tre lotti ed esposti in direzioni nord-sud ed est-ovest” che sorgono a 400 metri di altitudine.
Dalla cantina ci tengono a fare sapere di adottare una viticoltura che “esalta al massimo le caratteristiche naturali delle piante e dei terreni: non interveniamo con sostanze di sintesi e, se necessario, usiamo solo rame e zolfo per proteggere le viti dalle malattie”.
Il lavoro di Gibadda “si basa su una strategia di produzione semplice e precisa: esprimere il più autentico spirito del luogo attraverso la coltivazione attenta della terra e lo sviluppo genuino dei suoi prodotti”.
Rassicurante per gli appassionati sapere che “Luigi non ha smesso di sognare e Gibadda continua a crescere e a cambiare: l’obiettivo è esplorare sempre più a fondo le possibilità offerte dalla natura e dalla tecnica, condividere le scoperte attraverso prodotti sempre più intensi e innovativi, e rendere Gibadda un solido punto di riferimento nel territorio”.
Importante per il risultato finale che “la vendemmia è fatta manualmente: le uve sono diraspate e poste in cisterne d’acciaio per la fermentazione, che dura circa 8/10 giorni, segue una pigiatura soffice delle vinacce”.
I rossi caratterizzano la produzione della cantina e derivano da vitigni autoctoni a bacca rossa come Cannonau, Bovale, Barbera sardo e Monica, rientrando nella denominazione Isola dei Nuraghi.
Il Mommoti prende il nome da quell’uomo nero “figura immaginaria della tradizione sarda utilizzata per spaventare i bambini che non si comportano bene: solitamente rappresentato con un lungo mantello nero e sguardo intenso come il profumo e il sapore del nostro vino”.
Allena i muscoli in barrique di rovere e sfodera la sua vibrante possenza con notevole personalità, stuzzicando con una suadente mineralità.
Il bouquet espone frutti rossi, i sapori invece aderiscono a ciliegia, mora di rovo e prugna, con screziature speziate.
Il Mommotino, come suggerisce il nome, è il “fratellino del Mommoti”.
Coraggiosa la scelta di farlo maturare in acciaio e bottiglia che ne esalta il frutto e l’identità organolettica.
Profuma di sottobosco e canna da zucchero, mentre il gusto riconosce lampone, corbezzolo, sorbo e cioccolato bianco.
Sublime la sua impronta zuccherina, incantevole il finale infinito.
Un vino clamoroso, un’autentica carezza al palato.
Il bianco della casa è un Vermentino di Sardegna nella sua espressione massima, il quale dopo avere irretito il naso con frutta estiva e agrumi, per il palato viene suggestivamente proposto come depositario di un “sapore di maestrale” che tradotto in sensazioni evoca mela, pompelmo, albicocca, mela e un tocco di aneto.
Dal nerbo spesso, brilla per sapidità e freschezza.
Un progetto fondato su così forti motivazioni va approfondito con chi lo vive quotidianamente, per questo abbiamo intervistato Luigi Secchi per il video sottostante.
Info: https://gibadda.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/gibadda/