Gli Champagne di grande personalità di Binon-Coquard, di generazione in generazione dal 1669
Due antiche dinastie vitivinicole che proseguono oggi all’insegna dell’entusiasmo giovanile ma anche di una nuova consapevolezza tecnica, dando vita a champagne di grande personalità: il nome composto che oggi contraddistingue il marchio è Binon-Coquard, mentre il lavoro è quello svolto nella tenuta in Côte des Bar da Maxime dal 2000 e dalla sorella Cyrielle dal 2012, orgogliosi “di lavorare questi vigneti, amati dai nostri antenati”.
Definendosi efficacemente come “famiglia vinicola”, la gestione sottolinea con orgoglio l’appartenenza territoriale a Spoy, minuscolo come comune con i suoi appena 150 abitanti nel dipartimento dell’Aube nella regione del Grand Est, ma baciato dalla storia visto che alla sua costituzione alla fine del ’700 ha accorpato la stragrande maggioranza delle province più antiche della Champagne nella parte meridionale della regione.
Qui la coltivazione della vite si tramanda di generazione in generazione dal 1669 e le famiglie Binon e Coquard da sempre vinificano la loro produzione. L’unione dei due nomi è avvenuta negli anni ’70 con il matrimonio dei genitori degli attuali gestori, Martine e Jean Pierre: da lì la decisione di costruire la propria eredità su un solo dominio.
Maxime è il creatore dello champagne marchiato Binon-Coquard, avendone assunto la responsabilità produttiva in seguito agli studi di Enologia e Viticultura, aiutato anche dall’esperienza dei suoi genitori: enfant prodige, nel 2003 all’età di 24 anni ha effettuato la sua prima vendemmia, ma oggi non si occupa soltanto di tinozza e cantina, bensì si dedica anche alla protezione della vite che comprende l’aratura e la pre-potatura.
Anche Cyrielle proviene da approfonditi studi sul settore di vini e distillati nel mercato internazionale e il suo obiettivo adesso è sviluppare il marchio di famiglia sia in Francia che all’estero, ma non si sottrae al lavoro manuale di potatura della vite e ad aiutare in cantina durante i processi di sboccatura e imbottigliamento.
Degni figli di cotanti genitori, si direbbe, spulciando le note biografiche che narrano di un papà Jean Pierre che non ha mai trascurato l’attività vitivinicola malgrado l’impiego in un altro settore, nemmeno quando è stato necessario affrontare insieme agli altri produttori le difficoltà incontrate dalla regione di Champagne negli anni ’70, mentre Martine è cresciuta fin dalla tenera età immersa nella cultura della vite, seguendo il padre Marcel Coquard nel lavoro in vigna.
Oggi i vigneti della maison “misurano 6,5 ettari distribuiti in diversi villaggi: Spoy, Meurville e Champignol-lez-Mondeville, su terreni argillosi-calcarei”, costituiti dalle varietà Pinot Nero per il 70%, Pinot Meunier per il 20% e il rimanente 10% di Chardonnay, piantati su pendii scoscesi “per catturare il calore del sole durante il giorno e trattenerlo durante la notte, grazie ai sassi”.
Il metodo di coltivazione adottato è quello sostenibile, con tutte le accortezze naturali che comporta.
Ci tengono qui a sottolineare che “curiamo le nostre vigne come un giardino”, impegnandosi “per mantenere l’equilibrio tra la vite e l’ambiente”.
Attenzioni che hanno portato nel 2012 a ottenere la certificazione ambientale Terra Vitis che “attesta la nostra competenza viticola ma più in generale la competenza nella gestione della tenuta sulla nostra politica sociale ed eco-responsabile”, sposando così principi quali “l’impegno nei confronti dei clienti per produrre un vino di qualità, rispettando la Terra per le generazioni future”, nonché “evoluzione, trasparenza (tracciamento), protezione e biodiversità”.
Terra Vitis equivale al livello 2 (sopra 3) della certificazione HVE (High Environmental Value) che attesta l’eccellenza ambientale per obblighi di prestazione in termini di biodiversità (erba dei vigneti, siepi), strategia fitosanitaria (meno trattamenti, scelta del prodotto), gestione della concimazione (fertilizzante organico).
Tre le referenze simbolo di questa produzione.
Il Classic Brut, assemblaggio di 66% Pinot Noir, 21% Pinot Meunier e 13% Chardonnay, ha la particolarità che i vini di riserva invecchiano su Solera, conferendo una certa impronta zuccherina al vino finale.
Si presenta con un potente bouquet quasi balsamico di miele di corbezzolo, frutta secca e mela cotogna, mentre al palato l’approccio è abboccato e richiama pesca sciroppata, albicocca, caviale di limone, pompia candita e camomilla.
Il tocco del metodo Solera del vino precedente è adottato con ancora maggiore convinzione nel Brut Esprit Solera da Pinot Noir in purezza, grazie all’uso esteso di questo speciale processo di maturazione che richiama al passato. Il metodo Solera infatti combina diversi vini di differenti annate e crea un blend che sarà perennemente rinfrescato.
La maison così ne racconta la genesi: “dopo gli assemblaggi di gennaio una parte del vino dell’anno viene messo in riserva e conservato in vasche di acciaio inox a 13°C per ottenere aromi di leggero invecchiamento; una parte di questi vini viene utilizzata per gli assemblaggi dell’anno successivo, la restante parte viene completata dal vino della nuova annata: in questo modo la riserva viene rinfrescata ogni anno senza perdere le note di invecchiamento”.
Per l’azienda “tutto è iniziato conservando solo vini di Pinot Nero dell’annata 2004, rapidamente completata dai vini Pinot Nero dell’annata 2005, 2006 e utilizzando quei vini per i nostri assemblaggi”.
Perfetta l’analisi sensoriale del produttore che ritrovando al naso leggeri aromi di agrumi vi riconosce poi “note di mandorla, nocciola, frutta candita ma anche vaniglia”, mentre al gusto ascrive mela, pomelo e frutta a guscio, ma anche un leggero sapore di tartufo e un finale mentolato.
L’Extra Pinot Noir Zero Dosage da Pinot Noir in purezza è una cuvée senza liquori né zuccheri aggiunti dallo stupendo colore dorato giottesco e dai meravigliosi profumi di pasticceria e panificazione, tra panna e canditi ma anche crosta di pane cotta in forno a pietra. In bocca invece si riconoscono pera Williams, yuzu, confettura extra di albicocche e un pizzico di cannella.
Beva clamorosa, grazie anche alla carezza delle finissime bollicine, ingolosisce con un’acidità che porta in dote irresistibile freschezza.
Formidabile il finale amabile che ricorda la dolcezza passita.
Ulteriori dettagli ce li fornisce un grande esperto, Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca del distributore Proposta Vini, nel video che trovate qui di seguito.
Info: https://champagne-binoncoquard.fr/en/welcome/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/champagne-binon-coquard/