Grotte di Catullo, la magnificenza archeologica di Sirmione (BS)
L’Area Archeologica delle Grotte di Catullo è uno dei più grandi incanti d’Italia, non soltanto per le dimensioni oggettive ma anche per le emozioni soggettive che scatena in ogni visitatore.
Già la collocazione toglie il fiato: è posta all’estremità di una sottile lingua di terra che si allunga appena dalla riva meridionale della sponda bresciana del Lago di Garda, una penisola che proietta verso il mare lo splendore architettonico di Sirmione.
L’area comprende una delle maggiori ville romane dell’Italia settentrionale, il Museo archeologico di Sirmione e l’uliveto storico.
Il fulcro è rappresentato ovviamente dai resti della villa: “dal Rinascimento le strutture sono state chiamate Grotte di Catullo a indicare i vani crollati, coperti dalla vegetazione, entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali”.
“Il riferimento a Catullo deriva dai versi del poeta latino di origine veronese, morto nel 54 a.C., che canta Sirmione, gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi”.
Non è provato che si tratti proprio della villa che Catullo avrebbe abitato nella zona, ma poco importa il verosimile, quando ci si libra sulle ali del Mito.
La storia certa parla invece di una meravigliosa immensa villa romana “costruita in età augustea (ultimi decenni del I secolo a.C.- inizi I secolo d.C) ed abbandonata nel corso del III secolo d.C.”.
Due ettari di area complessiva in cui oggi ci si può incuneare, facendosi abbacinare dalla monumentalità delle colonne…
… sedurre dalla grazia delle architetture…
… stordire dai panorami lacustri che si liberano a ogni orizzonte.
Il racconto di ciò che fu è affidato al piccolo ma ben organizzato Museo archeologico di Sirmione, “aperto al pubblico nel giugno 1999 in sostituzione del precedente piccolo Antiquarium per offrire alla pubblica fruizione un numero maggiore di reperti rinvenuti nell’area archeologica delle Grotte di Catullo”.
Si tratta di “un supporto alla visita della villa romana e degli altri resti monumentali conservati a Sirmione”, poiché i reperti che raccoglie raccontano tutte le vicende della città, dalla storia più antica (oggetti recuperati nelle palafitte sommerse lungo le coste della penisola) “a quelli rinvenuti nei numerosi scavi di età romana e medievale”.
Tra villa e museo, si stende l’abbraccio dell’uliveto storico, “circa 1500 piante appartenenti alle varietà tradizionali coltivate sul Lago di Garda (Casaliva, Gargnà, Leccino), fra cui sono compresi alcuni esemplari secolari: i più vecchi, la cui età è stata stimata in 400-500 anni; grazie alle cure prestate negli ultimi anni, l’uliveto è tornato a produrre olive da cui viene estratto un olio extra vergine di grande qualità”.
Il sito sta conoscendo una costante meritata crescita, grazie al lavoro coordinato dal Polo Museale della Lombardia che comprende altri tesori come il Cenacolo Vinciano a Milano, la Certosa di Pavia, il Museo della Preistoria della Val Camonica a Capo di Ponte (BS), il Museo Archeologico Nazionale di Mantova, tra gli altri, sotto la direzione di Stefano L’Occaso.
Nota di merito anche al direttore di Grotte di Catullo e Museo archeologico di Sirmione, Nicoletta Giordani, capace di trasmettere amore e interesse per questi luoghi, facendo emergere il lavoro appassionato che c’è dietro la loro valorizzazione, a partire dal personale competente e umano.
Abbiamo cercato con la nostra telecamera catturare qualche lampo di questa magia…
Info: www.grottedicatullo.beniculturali.it