I primi trecento anni del Chianti, nobiltà del vino toscano
Mercato Centrale e i 300 anni del Chianti con le etichette del Gallo Nero in bottega. Degustazioni con Andrea Gori, collega e sommelier, mentre il presidente Umberto Montano racconta di uno spazio in continua espansione, la nuova apertura di Roma, la cauta esplorazione su Milano.
Botteghe artigiane e ristorazione in un bellissimo spazio storico, un panino con un lampredotto di seta, la mitica Marzocco per il caffè.
Bottiglie che raccontano, come spiega il direttore generale del Chianti Classico Giuseppe Liberatore, il territorio da Nord a Sud, nelle altimetrie, le esposizioni, il terroir, reimpianti e cloni di Sangiovese.
Sono 300 anni perché se è vero che fu Ricasoli a dettare la ricetta, dobbiamo al Granduca Cosimo III, nel 1716, il bando Sopra la Dichiarazione de’ Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignani e Vald’Arno di Sopra che proteggeva e disciplinava i commerci di un prodotto strategico che arrivava fino alla corte inglese.
Gran selezione di salumi e carni, ottimo il pollo di Val d’Arno al ristorante, Carobbio e Le Filigare le bottiglie preferite della sera e l’indomani zingarata in Chianti sotto un sole giaguaro.
Andiamo alla Nuova Cantina Marchesi Antinori, cattedrale di architettura enologica sotto le vigne nuove di San Casciano Val di Pesa ideata da Marco Casamonti. Progetto ipogeo, per salvare il Landscape, cantine a volta come le antiche chiese, materiali innovativi, sostenibilità, istallazioni di artisti, le botti piccole della fabbrica ungherese, quelle più grandi, ma non troppo, in Slavonia, Tinaia e Barricaia monumentali.
La degustazione base del Classico Riserva e del Pèppoli Classico. Raccolta uve nella parte alta poi vinificazione per gravità, come una volta, prima la diraspatura poi il passaggio in acciaio, alla fine le botti e le barrique dal ciclo breve.
La Vinsantaia e l’Appassitoio sono il ricordo di un santo metodo antico, fuori Murales “Natura Morta” by Nicolas Party e Scultura con orci e marmo di Carrara by Jorge Peris, perché qui si fa anche olio.
Ristorante affidabile e aiuole didattiche. Splendido lo Spazio Museale. Riserva e Pèppoli in una linea internazionale di facile comprensione, meglio cercare le annate di Tignanello e Badia a Passignano.
Info: www.chianticlassico.com
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Tratto dal quotidiano Il Giorno del 19 novembre 2016