I Sake speciali di Proposta Vini: produzioni anarchiche e sapori rivoluzionari
Sembrano due innocue ma rare prelibatezze alcoliche orientali, in realtà ciascuna di esse rappresenta un atto di anarchia produttiva che sfida l’omologazione e giunge a proporre sapori rivoluzionari per il suo genere: si tratta dei sake chiamati Tokubetsu Junmai e Gin No Kurenai, due magnifiche perle fuori dagli schemi del prezioso catalogo degli Spirits del distributore trentino Proposta Vini.
Catalogo nel quale si ricorda che “il Sake non è un distillato ma è un fermentato di riso. Ha una gradazione alcolica che può variare dal 15% al 21% vol. circa. Alla stregua del vino è una bevanda ottima per accompagnare il pasto e a seconda della tipologia si può bere freddo oppure caldo”.
Principi fondamentali che lasciano poi il passo alle due virtuose anomalie di cui ci occupiamo in questo articolo.
La prima riguarda il sake Tokubetsu Junmai.
Tokubetsu in giapponese significa speciale, definizione che apre tutto un modo, attribuita perché dispone di una libertà unica nelle metodologie di produzione, tale da sfuggire a ogni altra produzione e farne una referenza premium che porta con sé magari l’originalità della mano del realizzatore. In generale comunque di tratta di una tipologia creata con un riso autoctono e specifico per il sake la cui raffinazione sia del 60%. In questo caso il produttore Mikunihare Shuzo della città giapponese di Toyama usa la varietà di riso Tomino Kaori, anche se esalta soprattutto la sua “premiata acqua di sorgente della cantina”, sottolineandone così l’ingrediente principale, premiato come una delle migliori 100 sorgenti esistenti in Giappone.
E’ l’illuminato importatore Firenze Sake a parlare del Tokubetsu come di un prodotto “anarchico” nel sistema, la vera “croce e delizia tra le denominazioni tipiche dei sake”, così “fuori dalle righe” da rappresentare un outsider perfino “
Testandolo, si avverte come sia un vero sake per intenditori, privo di ogni ruffianeria, quindi da bere con attenzione o viva curiosità, perché a quel punto apre a impreviste gioie degustative che meritano di essere raggiunte anche con un percorso meno immediato.
Infatti si presenta con una spiccata acidità che finisce con il tradursi in golosità prima di sfociare in un raffinatissimo gusto umami su cui si innestano una nota sapida e sentori di finocchio e cumino.
La dolcezza è residua, ma si avverte con costanza come valore secondario ingentilendo la beva e contrassegnando il lungo finale.
Notevole la particolarità anche del sake Gin No Kurenai, in cui quest’ultimo termine indica il colore rosato di cui è dotato “derivato dall’uso di riso nero antico”.
In ambito internazionale più volte nel definirlo viene usata la formula “questo sake è una rivoluzione nel gusto, nel colore e nell’aroma”.
Lo stesso importatore Firenze Sake parla del suo produttore come autore di una “rivoluzione pacifica nel mondo del sake partendo da un’idea: produrre il sake dai lieviti dei fiori”, riferendosi alla storica cantina Amabuki Shuzo, fondata nel 1688 nella prefettura di Saga nel sud del Giappone.
Il bel colore rosato irretisce subito lo sguardo, poi il naso viene ghermito da un esuberante roseto in fiore, per giungere in bocca con tutta la delicatezza della frutta non aggressiva, in cui si possono avvertire note di uva rosata peruviana, pomelo (la cultivar dolce), rosa canina, fino a una screziatura di lievito nel finale. Anche in questo caso la dolcezza e il tono umami aleggiano senza invadenza sulle papille gustative, mentre è maggiore l’impronta della sapidità.
Questi due magnifici prodotti sono frutto della selezione di Gian Nicola Libardi, responsabile del citato catalogo sugli Spirits di Proposta Vini: gli abbiamo chiesto un intervento complessivo sul sake che abbiamo registrato nel video che segue.
Info: https://www.propostavini.com/prodotti/scheda/sake-gin-no-kurenai-sejaamaku/