I vini del vignaiolo errante Miguel Louro, dalla vocata terra dell’Alentejo in Portogallo
Uno spirito errante che lo porta in giro per l’Europa, facendogli assorbire istanze enologiche ma anche una visione del mondo più aperta e dal forte impianto etico, per poi rientrare nel natio Portogallo intriso di maggiore consapevolezza: è la vicenda umana e vitivinicola ancora gravida di grandi sviluppi di Miguel Louro, il quale dopo una composita parabola ha piantato le radici a Estremoz, nel distretto di Évora, nel vocato Alto Alentejo.
Partito dall’ISA, l’Instituto Superior De Agronomia di Lisbona che in Portogallo è la più grande e qualificata scuola di laurea e specializzazione in scienze agrarie, Miguel Louro è protagonista di una bella storia così sintetizzata dal suo distributore italiano Proposta Vini…
… “dopo un lungo pellegrinaggio tra Francia, Italia e Mosella, torna a casa nell’Alentejo, pianta 5 ettari di vigna e dà vita ad Apelido” che in portoghese vuole dire cognome, evocando “l’origine, l’identità, ed è questo che Miguel vuole nei suoi vini, rispetto per i vitigni, rispetto per i vigneti, sostenibilità in tutte le sue forme senza dimenticare la mineralità e la freschezza che la terra dell’Alentejo trasmette ai suoi vini”.
Due i vini distribuiti in Italia.
Primeiro Nome è il rosso della casa, composto da 40% Aragonez, 30% Trincadeira e 30% Alicante Bouschet con “vendemmia manuale a metà settembre, fermentazione in tini di acciaio inox e affinamento in botti di rovere francese di terzo utilizzo per 16 mesi”: ne deriva un bouquet balsamico di muschio fresco cui segue un approccio insieme zuccherino e tannico al palato, dove rivela prugna zucchella, sorbo, fragola, ciliegia candita e caramella di carruba.
Un frutto vivo e succoso esaltato da una buona acidità rende la beva strepitosa.
Il bianco si chiama invece Apelido ed è un assemblaggio di Arinto, Alvarinho, Gouveio e Roupeiro con “vendemmia manuale a metà agosto, macerazione sulle bucce a freddo per 24 ore e fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata tra 14-16º, lievito autoctono”: scaturiscono da esso profumi di frutta esotica, mentre in bocca le sensazioni richiamano limone, ananas, alchechengi, nespola, con una sensibile impronta minerale.
Dotato di intensa acidità ma dal sorso carezzevole, è goloso e irresistibile, con quel suo finale aromatico molto persistente.
Il racconto di questa realtà è affidato all’esperto Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca del distributore Proposta Vini, nel video seguente.
Info e distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/miguel-louro/