I vini della famiglia Triacca, nel cuore della Valtellina
L’attività della famiglia Triacca testimonia l’intenso rapporto ancestrale tra la Valtellina e la confinante Svizzera, anche in campo enologico. Si tratta infatti di una famiglia Svizzera che da oltre cento anni si dedica alla viticoltura nella vocatissima area della Valgella.
La quarta generazione vede alla guida Giovanni e Luca Triacca, i quali mantengono fede alla tradizione familiare come alla consuetuidine aziendale, infatti spiegano che “la nostra sede familiare e aziendale è situata in Svizzera, a Campascio in Valposchiavo; i nostri vigneti e le nostre cantine si trovano invece in Italia, nella vicina Valtellina”.
Titolari di tenimenti anche in Toscana, la loro sede di maggior fascino è certamente la Tenuta La Gatta a Bianzone (Sondrio), la cui cantina si trova sotto un ex convento domenicano costruito nel ’500, affacciandosi sui terrazzamenti classici della viticoltura valtellinese.
Ci tengono a sottolineare il concetto “Dalla mia vigna” il quale “significa semplicemente che tutte le nostre bottiglie di vino provengono dalle nostre vigne. Per principio non acquistiamo uve altrui e controlliamo tutte le fasi di produzione, dall’impianto delle viti all’invecchiamento del vino fino all’imbottigliamento, rispondendo personalmente del contenuto di ogni bottiglia”.
Nei vigneti della Valtellina ovviamente domina il Nebbiolo che qui si acquista la denominazione di Chiavennasca, ma per i più curiosi va segnalata la presenza di un altro vitigno a bacca rossa, la Pignola, da cui Triacca realizza interessanti versioni in bianco, sia fermo che spumantizzato. Uno invece il vitigno a bacca bianca coltivato qui, il Sauvignon blanc.
Molto interessante la visita in cantina, anche per la presenza di antichi attrezzi per la vinificazione e per il gusto dell’allestimento.
Andiamo a scoprire storia passata e presente della Triacca con Sonia Savio, responsabile della comunicazione della casa vinicola.
I VINI
“E’ piuttosto raro trovare uve a bacca bianca in Valtellina” fanno notare i Triacca, da qui l’idea di vinificare in bianco un’uva autoctona a bacca rossa, la Pignola valtellinese che si trova quasi esclusivamente nella zona di produzione, tra i comuni di Villa di Tirano e Bianzone.
Due le versioni. Quella ferma, con un’aggiunta del 15% di vino da uve Sauvignon bianco provenienti da vigneti dei comuni di Teglio e Bianzone, diventa La Contea: debole nei sentori olfattivi, ha una buona freschezza.
Molto più interessante la versione in purezza spumantizzata con il metodo classico: ottimo profumo, esprime una gradevole dolcezza che si adagia sul palato. Rimane interessante anche una volta attenuate le bollicine, il che fa pensare a possibili evoluzioni della vinificazione di questo vitigno che merita certamente attenzioni.
Tutte corrette le varie versioni di Nebbiolo vinificate dalla casa. A colpirci maggiormente è stato il Prestigio, esaltato dalla vinificazione di uve leggermente appassite in vigna che ne esalta il finale dolce, equilibrando così la nota pepata al naso.
Il più sorprendente invece si è rivelato lo Sforzato San Domenico, capace di spiazzare per la sua assenza di caramellosità, sostituita da una piacevole freschezza.
Ultima nota per Il Vino del Presidente, buon Moscato Rosa prodotto nella Tenuta La Gatta. Vino da dessert più che da meditazione, è perfetto per accompagnare un dolce secco e spigoloso come la Bisciola valtellinese. Prende il nome dalla circostanza di una cena del 2003 in cui Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente della Repubblica, ebbe modo di apprezzare questo vino ancora in fase di sperimentazione.
Info: www.triaccavini.eu