I vini rari tipici del territorio di Pesaro e Urbino, nelle Marche
Sono piccoli tesori enoici da andare a scoprire con il piglio del ricercatore del gusto, tanto sono nascosti al grande mercato dei vini scontati: sono i nettari da uve marchigiane meno conosciuti, quelli della tradizione contadina locale, capaci di regalarti sensazioni sincere e memorabili.
Siamo andati a scovarne alcuni nel territorio di Pesaro e Urbino, dove il vino identitario per eccellenza è il delizioso Bianchello del Metauro: un bianco apparentemente dimesso, quando si presenta con quel suo pallore anonimo, poi però esce tutta la sua vena bucolica e ti conquista. Ha profumi insinuanti che lavorano lentamente e inesorabilmente, mentre l’acidità tiene vivo uno spettro aromatico di chiara personalità.
E’ il vino delle osterie, a volte un po’ buttato via dalla ristorazione locale, nel senso che viene presentato come vinello locale senza pretese: invece andrebbe annunciato in pompa magna, come vessillo dell’enogastronomia locale.
Rimanendo in quest’area, la zona di produzione Fratterosa, sempre in provincia di Pesaro Urbino, custodisce uno di quelle alchimie vitivinicole naturali che hanno creato chicche da bere in giro per l’Italia, basti pensare all’Albarossa piemontese o al bergamasco Incrocio Terzi.
In questo caso invece parliamo dell’Incrocio Bruni 54, vitigno creato nel 1936 da Bruno Bruni, in forza al Ministero dell’Agricoltura negli anni dal 1930 al 1950: lo ottenne incrociando tramite impollinazione le varietà Sauvignon Blanc e Verdicchio. Ne parla appassionatamente la cantina Terracruda che proprio a Fratte Rosa lo coltiva e vinifica, così tutelandolo: “è poco diffuso ed esclusivamente nella regione Marche”, si legge sul suo sito, “nel corso degli anni questa uva stava quasi scomparendo, attraverso un progetto di ricerca abbiamo ritrovato alcune barbatelle, ripiantate in un piccolo appezzamento”.
La loro versione ha uno spettacolare ingresso in bocca, in un trionfo di mineralità intensa associata a una forte carica aromatica: dà sensazioni di sidro di mele, mentre l’acidità si impadronisce del sorso nel finale.
Terracruda è un vero santuario della vitivinicoltura locale, come dimostra un’altra meritoria opera di tutela e valorizzazione, questa volta a favore di un altro vitigno sconosciuto, un biotipo autoctono di Aleatico anticamente chiamato Vernaccia di Pergola.
In bottiglia lo hanno chiamato Vettina ed è un tripudio di marasche e sottobosco, tutto convogliato da una titillante vivacità minerale che ne esalta le note abboccate, mentre al naso spiccano sentori vegetali e ricordi di composta di frutti rossi.
Ancora Terracruda ci permette di chiudere questo viaggio in dolcezza, parlando di un’altra tipicità territoriale, come la Visciola, tecnicamente una “bevanda aromatizzata a base di vino e visciole”; nelle note della cantina si scopre che si tratta di “antica bevanda da dessert che risale al tempo di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino”, nel XV secolo.
Le Visciole sono “una particolare varietà di ciliegie selvatiche autoctone tipiche che nascono spontaneamente nelle campagne del Montefeltro”. Il vino che se ne ricava è per palati che amano la dolcezza spinta e gli aromi potenti.
Viene prodotto ancora oggi da più aziende secondo la ricetta tradizionale.
Se vi state chiedendo dove trovare questi prodotti, possiamo darvi un indirizzo sicuro: è la fornitissima bottega Sapori di Casa in corso Matteotti 26 a Fano.
Proprio lì, abbiamo chiesto al gestore Marco Gramolini di raccontarci davanti alla telecamera questi rari vini locali.
Info: Pagina Facebook “Sapori di Casa”
www.torrefazionemontevecchio.com