Il Canaiolo, vitigno del Chianti rivalutato da cantina La Lastra
E’ uno di quei vitigni misconosciuti ridotti da tempo soltanto a contribuire alla gloria del Chianti, eppure il Canaiolo è un autoctono dalla storia antichissima, dal presente speranzoso e, ci si augura, dal futuro brillante.
Parliamo di uve che secondo leggenda potrebbero essere state portate in Toscana dagli Etruschi, mentre la Storia accerta che se ne parlava in documenti già di sette secoli fa.
Un tempo tra i vitigni di maggiore importanza nella regione, è degradato progressivamente nella considerazione dei vitivinicoltori, così oggi lo si trova in assemblaggio con altre uve in un numero considerevole di vini del Centro Italia e dintorni, a partire dal Chianti Classico di cui è uno dei complementari.
Oggi qualche vignaiolo illuminato, comprendendone le grandi potenzialità intrinseche, ha deciso di ridargli piena dignità e di valorizzarlo, decidendo di vinificarlo in purezza e senza fare legno: un atto di fiducia bio-organolettica e di coraggio intellettuale come quello compiuto dalla cantina senese La Lastra, la quale lo produce e mette in bottiglia dopo fermentazione e maturazione in acciaio e affinamento in bottiglia.
Si tratta al 100% di Canaiolo nero coltivato in regime biologico, lo stesso che per il solo 3% contribuisce al Chianti Colli Senesi della cantina.
Nella versione monovarietale il Canaiolo inebria con un profumo di rosa soave ed elegante, procedendo a un approccio discreto al palato, molto equilibrato, con giusta acidità e un sorso succoso.
A parlarci di questo particolarissimo vino è Renato Spanu, il quale ci racconta di quanto sia raro il vitigno Canaiolo e di quanto sia difficile coltivarlo adeguatamente: si comprende così quanta passione e quale importante missione culturale ci sia dietro la realizzazione di questo pregevole nettare.
Info: www.lalastra.it
Distribuzione: www.propostavini.com