Il Carciofo violetto di Castellammare di Stabia, Presidio Slow Food della Campania
E’ un sottotipo della varietà Romanesco ma il carciofo di Castellammare di Stabia in Campania se ne differenzia “per l’epoca di produzione anticipata e il colore delle bratte, verdi con sfumature viola”, oltre che per la precocità data “dalla particolare mitezza del clima e dall’abitudine di rigenerare le piante ogni anno”, una specialità preziosa che affonda le radici fin dall’epoca romana nella frazione di Schito famosa per i suoi orti, una memoria così nobile da guadagnarsi le attenzioni di Slow Food che gli ha assegnato un Presidio.
Peculiarità storica, l’antica tecnica colturale ancora usata che prevede di “coprire la prima infiorescenza apicale (mamma o mammolella) con coppette di terracotta (pignatte o pignattelle) realizzate a mano da artigiani locali” per proteggere l’ortaggio dalle condizioni atmosferiche avverse, migliorandone il sapore.
Slow Food fa sapere che “ha un legame forte con la tradizione della Pasqua che normalmente coincide con il periodo centrale della produzione”, quando “il carciofo arrostito nella brace è il piatto simbolo del lunedì di Pasquetta”.
L’area di produzione comprende i Comuni di Castellammare di Stabia, Gragnano, Pompei, Sant’Antonio Abate e Santa Maria La Carità, tutti in provincia di Napoli.
Uno dei quattro soli produttori del Presidio approvati da Slow Food è Salvatore Di Ruocco che li lavora con la sua Orti di Schito (https://www.ortidischito.it/) a Castellammare di Stabia (NA)…
… lo abbiamo intervistato nel video seguente per saperne di più.
Info: https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/carciofo-violetto-di-castellammare/