Il Castello medioevale di Agira (Enna), testimone della Sicilia antica
I pochi metri da percorrere a piedi per raggiungere il Castello medioevale di Agira, passo dopo passo si traducono in un percorso nella suggestione più vibrante di una Sicilia antica che ancora oggi non smette di trasmettere tutto il suo fascino atavico.
E quando giungi tra le sagome ancora erette di ciò che resta del maniero, ti senti in osmosi con vicende e leggende di questa terra, incastonata nella brulla meraviglia dell’ennese.
Il sito ufficiale del Comune di Agira, nella ben organizzata sezione della Guida Turistica, tra i testi molto ricchi annovera anche la storia di questo Castello, partendo dal periodo sicano in cui “forse esisteva già il Palazzo sulla cima del monte Teja (poi divenuto Castello), nel quale abitavano i Capi dei primi Agiri e nel quale abitarono successivamente i principi-tiranni siculi”.
Seguono i periodi greco, romano e bizantino, durante i quali “il Castello rivestì soltanto un ruolo di rappresentanza ad uso delle varie autorità della città”, mentre con gli arabi “riacquistò il ruolo originario, tornando nuovamente fortezza e costruzione di interesse primario”, fino al tempo presente, in cui la struttura si presenta come “un rudere”, formato da “frammenti di mura perimetrali, della torre ottagonale sveva, di una torre a due piani pericolante; una torre a piano terra, una stanza sotto il livello attuale del terreno, brevi tratti di gallerie sotterranee, due pareti”, oltre a tratti delle antiche mura.
Un rudere che però non ha perso nulla del suo fascino evocativo, merito anche di una posizione senza pari, essendo collocato su una sommità dalla quale si apre un panorama che toglie il fiato, con la sua vista panottica sul cuore della Sicilia che si proietta in infinite direzioni, donando slanci di bellezza.
Quando sei in cima all’area, senti un’emozione atavica che sembra provenire da profonde e recondite radici.
Deve essere la Storia illustre che giace sotto i piedi dei visitatori, di una ricchezza inaudita.
Lo si è compreso nel triennio dal 2008 al 2010, quando la Soprintendenza di Enna e l’Associazione Regionale SiciliAntica hanno fatto confluire le forze in un progetto teso a indagare questo che è tra i più importanti siti archeologici dell’antica Agyrion, attraverso tre importanti campagne di scavo.
Il primo, scavo Agyrion 2008, è stato organizzato dalla Presidenza regionale di SiciliAntica sotto la direzione scientifica di Beatrice Basile, con il finanziamento di un’amministrazione comunale che si è dimostrata sensibile al recupero di tracce del passato della propria comunità: così sono state individuate nell’area del castello medievale, coincidente con l’acropoli della città greca, “diversi ambienti della zecca greca che hanno restituito una notevole quantità di reperti metallici (tondelli non battuti, scarti di fusione) afferenti all’attività della zecca nella seconda metà del IV sec. a.C.”.
E’ stata la conferma del pregio archeologico della zona, la quale ha stimolato nuovi interventi.
Come la campagna di scavi del 2009 condotta presso la necropoli ellenistica di via Palazzo sotto la direzione della Soprintendenza di Enna, la quale “ha permesso di gettare luce sulle relazioni storico-topografiche tra l’abitato greco e la relativa necropoli che si adagia sulle ripide pareti rocciose, appena sotto il castello svevo, per poi degradare, nella sua fase più tarda di fine IV e III secolo a. C., verso valle”. Ne sono emerse otto tombe complete dei relativi corredi.
Dalla collaborazione tra la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna e SiciliAntica, è scaturita la campagna Agyrion 2010, finanziata dalla Fondazione Angelo e Angela Valenti. I sessanta volontari provenienti da tutta Italia e anche dall’estero hanno portato alla luce un vasto e intatto lembo dell’abitato greco: “gli abbondanti materiali ceramici e metallici recuperati al di sotto del crollo di tegole permettono di datare il contesto tra la fine del V e gli inizi del IV a.C., ovvero il periodo del tiranno Agyris citato dallo storico agirino Diodoro Siculo”.
Le campagne di scavo 2008/2010 si sono svolte sotto la presidenza regionale SiciliAntica di Giuseppe Lo Porto, mentre dal 2012 alla guida dell’associazione c’è Simona Modeo.
Da citare anche uno scavo diretto nel 2014 da Filippa Pinella Marchese, responsabile del servizio archeologico presso la Soprintendenza di Enna, in seguito al quale è venuto allo scoperto “un vasto lembo della necropoli sud (con tombe a cappuccina e a fossa di età classica ed ellenistica) all’interno di una proprietà privata”.
Tutto questo a conferma di quale scrigno della memoria rappresenti Agira, ben rappresentato dai resti svettanti del suo Castello, la cui magia abbiamo cercato di catturare nel video che segue.
Info: Comune di Agira