Il Gran Moravia: un formaggio dell’altro mondo
I BRAZZALE IN MORAVIA
Avere fatto riferimento all’eredità storica e culturale della Grande Moravia per dare il nome a un formaggio, testimonia la cultura estesa in possesso della famiglia Brazzale.
I suoi componenti, costretti al multilinguismo per ragioni professionali (per il presidente Roberto ne abbiamo contate almeno cinque parlate fluentemente), coltivano anche il mecenatismo artistico, promuovendo importanti eventi di musica classica nel territorio di origine. Territorio che ha il suo epicentro a Zanè, vicino a Thiene, con l’attività che si dispiega in primo luogo nell’altopiano di Asiago.
Attiva nella produzione lattiero-casearia dalla fine del ’700, certifica di essere “la più antica azienda italiana del settore, in attività ininterrotta da sette generazioni”. Una fortuna nata col burro e proseguita negli anni ’50 con il Grana Padano, del cui Consorzio ha contribuito alla fondazione: ironia della sorte, alla luce delle odierne polemiche. Da qui, una moltiplicazione di produzione e commercializzazione di formaggi tipici italiani. Fino alla sviluppo della “vocazione internazionale del gruppo”, grazie all’acquisizione di impianti agroindustriali all’estero. Tra questi, proprio quello in Moravia, a Litovel, già di notevoli dimensioni ma in costante espansione.
Ecco come si svolge il lavoro al suo interno.
Forte l’attenzione del gruppo verso le nuove tecnologie, tanto da avere dedicato al montante fenomeno degli smartphone la creazione delle Nutriclip, “etichette parlanti con interfaccia multimediale”, in grado di fornire copiose informazioni ai consumatori grazie alla tecnologia QR code.
Ne beneficia molto il Gran Moravia, di cui il potenziale acquirente può vedere luoghi e modalità di produzione, ricevendo informazioni di ogni tipo, compresi dati sull’impronta idrica. Questo fa parlare i Brazzale di “filiera ecosostenibile”.
LA FORMAGGERIA
All’attività virtuale Brazzale ne sta unendo da qualche tempo anche una commerciale e promozionale sul territorio della Repubblica Ceca, attraverso la creazione di una catena di negozi chiamati La Formaggeria.
Il successo è stato immediato, tanto che i punti vendita si stanno moltiplicando continuamente e sono già ben oltre la decina.
L’azienda spiega così questo ramo dell’attività: “la formula dei negozi è tanto semplice quanto impegnativa: offrire, a prezzi ragionevoli ed accessibili a tutti, prodotti di alta qualità, di propria produzione, provenienti sia dal caseificio Gran Moravia di Litovel, in Repubblica Ceca, che dall’Italia. Il contatto diretto e senza intermediari tra caseificio e negozio permette di contenere fortemente i costi e di offrire così prodotti speciali a prezzi altrettanto speciali. Grande novità è la gamma dei latticini “Freschi dal nostro caseificio”: […] ricotte, mozzarelline, giuncate, burro, latte, yogurt, siero aromatizzato, rappresentano un’offerta unica per la Repubblica Ceca”.
Abbiamo visitato La Formaggeria di Olomouc.
I PRODOTTI BRAZZALE
I formaggi prodotti da Brazzale, per filosofia aziendale, non hanno ambizioni snobistiche: sono realizzati dichiaratamente per incontrare il gusto popolare, con una precipua attenzione al rapporto qualità-prezzo.
Sarà questa attenzione per il popolo e non per l’élite la ragione per cui qualche solone della critica gastronomica si è divertito a storcere il muso? Sicuramente c’è da aprirlo e non da storcerlo il muso, in una degustazione senza pregiudizi di questi formaggi.
La gamma è vasta e comprende anche i prodotti ancora realizzati in Italia: per quanto infatti la Brazzale sia uscita dal consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano alla cui nascita aveva contribuito nel 1954, l’azienda rimane pur sempre socio fondatore di Assolatte (nel 1945) ed è socia del Consorzio di Tutela dell’Asiago e del Provolone Valpadana.
Qui riferiamo dei due prodotti di punta realizzati nello stabilimento moravo.
Il Gran Moravia, cambia notevolmente con il progredire della stagionatura: quando è fresco, restituisce con gradevolezza il sentore del latte di provenienza, ma se provate a staccarne una scaglia da una forma più invecchiata, ecco aggiungersi maggiore granulosità e note piccanti che potrebbero farvi parlare di un grande formaggio.
Il Verena dolce tiene fede all’aggettivazione attribuitagli: aggiungiamo il senso di freschezza di pascolo che lascia al palato, mentre l’aspetto è caratterizzato da una delicata occhiatura.
A questo punto, analizzata la vicenda Brazzale, ci chiediamo: si tratta di delocalizzazione o di incontro di culture? Di artigianato o industria? E ancora: fuori dai disciplinari, si è più liberi?
Ci ha risposto il presidente, Roberto Brazzale.
Info: www.brazzale.com