Il mito del Guardiano del Faro
Immaginato come personaggio solitario, sospeso tra l’aria e il mare, intento a indicare la via ai naviganti nel silenzio della notte, il Guardiano del faro ha sempre esercitato grande fascino. Più che mai a Genova che ha eletto la Lanterna a monumento rappresentativo dell’intera città.
La pubblicazione web Liguri.org, attingendo liberamente al volume La Lanterna, storie e leggende del Faro più famoso del mondo pubblicato nel 2000 della casa editrice Il Golfo, riporta che dalla lettura di antichi registri dell’Autorità Marittima “si può constatare come essi non tralasciassero la cura della torre e ne regolassero con editti le spese di manutenzione e di guardianìa, nonché la tassa che ogni padrone di vascello, in arrivo, doveva pagare al momento dell’approdo”.
“Ai fanalisti custodi della lanterna si faceva obbligo di vivere con la famiglia all’interno della torre e di curare che i vetri fossero sempre tersi e puliti. Al custode perciò venivano consegnati bacinelle spugne di mare panni di cotonia e di orbascio e per meglio pulire e rendere trasparenti i vetri veniva adoperato il bianco d’uovo”.
Tra le curiosità riportate invece dal sito della Marina Militare, colpisce che “nel 1449 tra i custodi della Lanterna venne nominato anche Antonio Colombo, zio paterno di Cristoforo”.
Ma la figura del Guardiano del faro continua a rappresentare un mito anche nella nostra epoca. “Guardiano del faro, il posto dove il lavoro diventa poesia” titola Il Giornale un articolo di Fabrizio Boschi del 24 aprile 2013, raccontando che “pensionati, donne, pianisti: a decine si mettono in coda per rendersi utili ai naviganti cambiando vita. Lo stipendio? Sui 1300 euro. Ma la compagnia del mare non ha prezzo”.
“La Marina Militare – che gestisce oltre 800 segnalamenti marittimi di vario tipo, dalle boe luminose ai fari monumentali, lungo gli ottomila chilometri di costa italiana, sulle isole minori e nei porti di maggiore importanza – è subissata di email, lettere e telefonate in cui si chiede come diventare farista. Un mestiere romantico e senza tempo non alla portata di tutti però, che trova il suo mistero anche nell’arte e nella letteratura” (www.ilgiornale.it).
Definito da un aspirante farista “affascinante sentinella dell’infinito”, abbiamo approfondito questo ruolo delicato e suggestivo con chi lo esercita da decenni, Angelo De Caro, Guardiano del Faro di Genova, il quale ci conferma l’aura mitica che lo avvolge.
Si ringrazia la Marina Militare e in particolare il Comando Fari Alto Tirreno che gestisce la lanterna e il personale farista.
Info: www.marina.difesa.it