Il Museo della Marineria a Cesenatico (FC), emozionante immersione nella cultura della navigazione
Un museo necessario, visitando il quale si esce cambiati, dopo avere scoperto in profondità radici fondamentali della nostra civiltà che appartengono anche al nostro privato, proiettando le proprie riflessioni su valori oggi trascurati quali lo stimolo della sfida all’ignoto, l’armonizzazione con la natura anche più ostica, l’importanza della manualità, il salvifico patrimonio della consapevolezza dell’ambiente circostante, il contributo evolutivo della pesca, fino alla sbalorditiva bellezza racchiusa nella pratica di solcare le acque…
… tutto questo rende il Museo della Marineria a Cesenatico in provincia di Forlì e Cesena in Emilia-Romagna un passaggio fondamentale di crescita intellettuale e civica, dislocando dentro e fuori gli spazi contigui a un suggestivo canale una storia particolareggiata dell’Uomo in relazione al mare.
Presentato con motivato orgoglio come “un museo unico in Italia e raro nel mondo” programmaticamente “ti conduce, grazie alle imbarcazioni storiche dei marinai, alle tecniche e agli antichi strumenti di navigazione, alla scoperta del passato e delle origini di Cesenatico per conservare e per tramandare la memoria dei pescatori del borgo marinaro”.
All’arrivo “nel cuore dell’antico Porto Canale disegnato da Leonardo da Vinci, accanto al centro storico, tra le case dei pescatori e i luoghi della conservazione e vendita del pesce, dove l’intera comunità di Cesenatico vede riflessa la sua storia e identità”…
… sopraggiunge l’ammirazione ancora prima di entrare nella sede, grazie a una Sezione Galleggiante “composta da dieci barche tradizionali complete di vele issate ogni giorno in estate; due barche possono ancora navigare in mare e con loro viene conservato intatto il patrimonio immateriale degli antichi saperi della marineria”.
La Sezione a Terra del Museo della Marineria è ospitata invece “all’interno di un padiglione costruito come un antico arsenale che ospita un suggestivo percorso alla scoperta della marineria tradizionale del mare Adriatico”…
… dove “al centro della scena si incontrano un trabaccolo e un bragozzo – le due barche protagoniste dell’ultima vela adriatica – con le loro caratteristiche e colorate vele al terzo”.
Il percorso al piano terra “è dedicato alle barche e alla loro costruzione e manovra”, con vivide ricostruzioni scenografiche di opifici in grado di evocare il lavoro quotidiano dei maestri d’ascia, come nel caso della locale Bottega Marconi che già nella metà dell’800 si affacciava sulla riva di Ponente del Porto Canale di Cesenatico, la quale sembra ancora brulicare di vita, con l’integrità di banconi da lavoro filologicamente attrezzati: qui il titolare detto Fafòn riparava piccole barche da pesca, lance e battane.
Tante le curiosità, dal sandolo a sbàtole del 1909 del quale è presente quello che potrebbe essere l’ultimo esemplare, capace di colpire l’immaginario con la raffigurazione intagliata nella prua delle fauci minacciose di un predatore del mare, mentre la storia ci riferisce quanto fosse oggetto di ironia per le pagaie assimilabili ai mestoli della polenta…
… alla tranche de vie del lavoro di tessitura e sbroglio delle reti suggerito iconograficamente da manichini cristallizzati nel loro divenire quotidiano, riuscendo a infondere aura romantica perfino a un sottoscala.
La serietà del progetto si coglie soprattutto dall’apparato gnoseologico: non c’è elemento esposto che non sia spiegato in maniera chiara e inclusiva da pannelli contenenti testi agili e puntuali, ricchi di generosità epistemologica nel descrivere oggetti, lavorazioni, tecniche…
… ascendendo pure nell’insidioso territorio dell’antropologia con ottimo esito, come quando affronta uno dei temi più affascinanti di tale universo, “le parole del mare”, il vocabolario tra il tecnico e il funzionale elaborato dalle marinerie del mondo “per dare un nome preciso a ogni singolo oggetto, gesto e situazione”.
L’azione pedagogica è supportata anche da una notevole quantità di audiovisivi tanto preziosi quanto emozionanti, poiché propongono filmati d’archivio ormai divenuti documenti storici di fenomenale importanza non soltanto in funzione nostalgica (comunque ben gradita) ma anche e soprattutto per la valenza didattica…
… aggiungendo il valore sociale di un progetto finanziato nell’ambito del Flag per il recupero di riprese contenenti testimonianze raccolte nel tempo e confluite magari in documentari e trasmissioni televisive, creando un magazzino dei ricordi…
… mentre la tecnologia moderna consente a certi video di operare illustrazioni tecniche di estrema precisione e comprensibilità…
… senza disdegnare in altri casi una sana spettacolarizzazione poggiata sull’enfasi virtuosa dell’epica.
Il primo piano del museo si concentra sulla “vita della gente di mare, i metodi e i saperi della pesca e della navigazione, i loro usi e costumi”, creando un’attraente commistione di scena teatrale e diorama a grandezza naturale per comporre idilli tematizzati, indagando il modo di giocare dei “bambini di mare”…
… o tratteggiando un affresco della vita degli abitanti di un borgo marinaro…
… fino ad addentrarsi nell’eroismo dell’esplorazione subacquea…
… approdando quindi al risvolto drammatico nascosto tra le onde più furibonde che portano ai naufragi, con conseguente creazione di relitti che una volta ripescati trasmettono epidermicamente lo sgomento della tragedia.
Illuminante, a compendio, l’analisi del passaggio di Cesenatico da società marinara a industria balneare…
… completando in maniera anche critica un excursus storico sulla località partito da un assunto poetico, materializzato in guisa di sineddoche da un modello in scala dell’antico borgo colto nel tempo che fu.
Si arriva quindi all’Antiquarium in cui si “racconta la storia più antica del territorio attraverso le testimonianze archeologiche di età romana e medievale”…
… grazie a “tanti oggetti di grande fascino: il tesoretto di bordo abbandonato da una nave attaccata dai pirati, il piccolo Dioniso e le due statue di Dedalo e Icaro, provenienti dalla fornace romana che sorgeva nelle vicinanze”.
In questo modo viene snocciolata la storia cittadina nei suoi avvenimenti principali: dalla costruzione medievale del porto e della rocca all’imbarco di Anita e Giuseppe Garibaldi nel 1849, passando per il sopralluogo di Leonardo nel 1502 su incarico di Cesare Borgia…
… testimoniato da due disegni nel Codice L, del quale una vetrina mostra la riproduzione…
… mentre alla fine del tragitto si trova il tomo dell’allestimento riservato “alla storia naturale, con fossili, pesci e uccelli marittimi”.
Un’esperienza da fare senza fretta, lasciandosi guidare dall’inevitabile desiderio di conoscenza che il museo riesce a scatenare a ogni tipologia di visitatore, consentendo all’osservatore di tracciare la propria traiettoria mentale con il potente apporto dell’urgenza emotiva.
Condotto con mano sicura e mente illuminata dal direttore Davide Gnola, questo bene culturale è un gioiello di metodologia museologica pregno di studio filosofico e mirabile scaltrezza comunicativa che rende un servizio universale alla collettività oltre a dare spessore alla nobilitazione del territorio.
Un obbligo verso noi stessi conoscerlo, qualunque viaggio debba comportare raggiungerlo.
Info: https://museomarineria.it/