Il Museo della Nave Romana di Comacchio, carico di Storia
Non è semplicemente un luogo espositivo archeologico, il Museo della Nave Romana di Comacchio, perché gli oggetti del carico di quell’antico natante rappresentano il racconto delle attività commerciali e delle abitudini alimentari di quel tempo.
Un tempo lontano poco più di duemila anni, tanto quanto sarebbe trascorso dall’inabissamento della nave romana di epoca imperiale “rinvenuta in maniera fortuita nell’immediata periferia di Comacchio, a lato della strada verso Ferrara in Valle Ponti, nel 1981, durante i lavori di manutenzione dei canali di bonifica”, come racconta il sito del Comune, aggiungendo come informazione che “la nave naufragò, probabilmente a causa di una mareggiata e si arenò presso la foce del fiume durante il suo tragitto verso il Po”.
Si tratta di una “una nave mercantile di epoca romana che aveva conservato interamente il carico commerciale e anche molti oggetti di uso quotidiano, parte dell’armamento della nave o utilizzati nelle molteplici funzioni della vita di bordo: i bolli commerciali impressi sui lingotti di piombo del carico consentivano di datare il viaggio della nave in un arco di tempo preciso: l’epoca di Ottaviano Augusto prima della morte di Agrippa, suo collaboratore e genero, entro il 12 a.C.”.
Oggi ciò che resta della nave non si trova all’interno del Museo, poiché sottoposto a un lungo, delicato e a quanto pare molto problematico restauro: tuttavia nell’allestimento una serie di soluzioni sceniche permettono di percepire il relitto.
Il Museo, inaugurato nel 2001 all’interno dell’antico complesso industriale di Palazzo Bellini, si articola in due sale, in cui si dipana uno spaccato della vita di allora, tra oggetti di uso quotidiano e altri necessari per la navigazione, oltre a quelli inerenti l’attività portuale, l’igiene e la medicina, la pesca e il gioco d’azzardo.
Di particolare fascino i reperti legati alla gastronomia di allora. “A bordo si cuocevano i cibi”, racconta ancora il sito del Comune, “come testimonia la presenza di una cambusa a poppa fornita di un piano di cottura in argilla refrattaria e coperta da tegole”. Inoltre “vi sono anche strumenti per la pesca, tra cui un’ancoretta per la cattura di grossi pesci, polpi o calamari” ed “è stata trovata una nassa piena di mitili, pronti per essere consumati”.
Si presume che sulla nave viaggiassero anche partite di vino e “contenitori per liquidi, forse vuoti o forse pieni di semi, farine o altro, carne di pecora, bue, maiale, gallo”.
Ci introduce la visita filmata al Museo un rappresentante della società che lo gestisce.
Info: www.comune.comacchio.fe.it