Il Museobottega della Tarsialignea a Sorrento, cultura materiale
Collocato all’interno di Palazzo Pomarici Santomasi in via san Nicola 28 a Sorrento c’è un labirinto di storia ed emozioni che profuma di legno e creatività: è il Museobottega della Tarsialignea, luogo della memoria vivissima di quello che dovrebbe essere la prima ragione di vanto della città, l’intarsio ligneo.
“La produzione artigianale napoletana per secoli arricchì e decorò le dimore dei re e dell’aristocrazia del Regno delle Due Sicilie” informano dal Museo, raccontando che “a quella napoletana si aggiunse, alla metà del XIX secolo, la produzione intarsiata sorrentina, sviluppatasi con l’afflusso sempre maggiore di viaggiatori stranieri, che soggiornavano a Sorrento per lunghi periodi, acquistando mobili ed oggetti decorati con immagini tratte dalla cultura e dal paesaggio locali”.
Arte da godere tutti i giorni, dunque, in casa propria, in grado di creare un imponente indotto a Sorrento e di affermare ovunque la fama dei suoi artigiani.
“Il Museobottega della Tarsialignea conserva preziosi e pregiati esempi di questa produzione locale e documenta la cultura ed il paesaggio in cui essa nacque e fiorì”: lo fa attraverso un percorso di visita inebriante, per la bellezza degli oggetti quanto per la grazia della cura espositiva.
Del resto non poteva essere diversamente, dato a che l’anima di tutto è Alessandro Fiorentino, architetto di raro gusto, con un talento che deborda nel design e nell’arte pura.
Il Museobottega è il suo generoso dono alla città di Sorrento, a tutela della memoria più nobile di una città oggi distratta dal turismo di massa disattento.
Una visita al MUTA è un viaggio nella Sorrento nell’Ottocento, perché le collezioni vogliono fare rivivere l’epoca del Grand Tour, quando la città “era una tappa fissa del viaggio in Italia dei maggiori rappresentanti della nobiltà e della cultura internazionale”.
Si possono ammirare mobili e oggetti intarsiati, plastici, quadri, stampe, libri, opere d’arte contemporanea, ceramiche, cimeli, fotografie d’epoca, attrezzi di lavoro, organizzati “attraverso un percorso didattico diviso in tre sezioni: Sorrento nell’Ottocento, La Tarsia in Italia dal Quattrocento all’Ottocento, La Tarsia sorrentina nell’Ottocento”.
Si viene introdotti “nell’ambiente culturale ed economico all’interno del quale nasce e si sviluppa la produzione locale di mobili ed oggetti intarsiati”…
… si compie un “excursus attraverso la tradizione italiana ed europea della lavorazione di mobili ed oggetti in intarsio in legno”…
… giungendo alla collezione moderna che “offre esempi di applicazione dell’intarsio ad elementi di arredo ed oggetti della cultura contemporanea, grazie alla collaborazione di noti designer ed artisti italiani e stranieri, che hanno firmato due collezioni Le regioni incorniciate e 24 scatole d’autore”.
Per i gruppi di almeno quindici persone è attuabile la formula Visita+Laboratorio che prevede anche un’attività di laboratorio “durante la quale i visitatori sperimentano, con l’assistenza di un maestro intarsiatore, le varie fasi e le tecniche dell’intarsio in legno e realizzano, con le proprie mani, un segnalibro intarsiato, che porteranno via a ricordo della visita al museo”.
Si tengono anche corsi “rivolti a coloro che desiderano ricevere le conoscenze di base sull’arte del traforo in legno, attraverso la partecipazione a lezioni teoriche e pratiche” di varie durate, dal week-end fino a diverse settimane.
Il museo di recente si è arricchito di un Bistrot, chiamato GustArti, il cui nome già annuncia la singolarità della collocazione come quella della proposta.
Infatti “la taverna propone diverse tipologie di polpette, ognuna accompagnata da un contorno e servita, con una propria salsa, in barattoli di vetro”.
Abbiamo approfondito il senso di questo multiforme luogo di cultura materiale con il suo fondatore, Alessandro Fiorentino.
Info: http://www.museomuta.it/