Il pane cunzatu del Panificio di Stabile e Anselmo, a Scopello (TP)
Il pane cunzatu, una delle pietanze più diffuse in Sicilia. Ogni zona dell’Isola vanta il suo modo di farlo e alcuni centri sono diventati celebri proprio per la sua produzione.
Come Scopello, una volta paese agricolo e oggi rinomata località turistica, situata in provincia di Trapani ma non distante da Palermo.
Ci si va per il mare cristallino, per la stupefacente bellezza selvaggia della Riserva dello Zingaro, per la suggestiva Tonnara, ma qualunque sia il motivo, è d’obbligo fermarsi a mangiare il pane cunzatu di Scopello.
Il più noto è quello del Panificio di Stabile e Anselmo, letteralmente preso d’assalto nei mesi estivi.
Il suo è un pane dall’impasto fitto, spolverato di caciocavallo grattugiato grossolanamente, con l’immancabile acciuga saettante di gusto stesa sull’olio buono e rinfrescata dal pomodoro maculato dalla polvere del pepe.
Una preparazione semplice, ma la sua qualità eccellente insieme alla generosità delle porzioni ha dato il via a un passaparola che negli ultimi decenni ne ha fatto una tappa per gourmand. Da non perdere anche il contorno di panelle e sfincioni, nonché chiusura con le strepitose cassatelle di ricotta.
Tanti anche i palermitani che vengono qui in gastro-pellegrinaggio, perché ricordano con nostalgia questo “pane della povertà”.
Tra i cultori, il nostro esperto di cibo di strada siciliano, Giacomo Guglielmo, intercettato proprio al tavolo di questa panetteria di culto di Scopello, il quale ci spiega anche come preparare a casa il vero pane cunzatu della tradizione.