Il Reddito di cittadinanza ha fatto chiudere il migliore ristorante lucano sul Mar Jonio?
Abbiamo ascoltato di persona con le nostre orecchie dei giovani camerieri felicissimi e orgogliosi di lavorare in un rinomato locale lamentarsi dei loro coetanei che invece rifiutano l’impiego nel loro stesso settore, perché non hanno voglia di fare niente se non i parassiti della società e in questo sono incoraggiati da quel reddito di cittadinanza che sta creando una generazione di zombie destinati fin da adesso a un tragico fallimento nella vita: un fenomeno legislativo denunciato come deleterio da gran parte degli imprenditori, fiaccati dalla mancanza di addetti, come il titolare dello straordinario Al Chiosco da Tonino, ristorante di pesce sul mare di Policoro, affacciato sulla costa jonica della Basilicata, così stremato dal non riuscire a trovare collaboratori che ha deciso di chiudere il servizio di ristorazione dallo scorso 31 luglio, nel momento di punta del cuore della stagione.
Una decisione che ha sbalordito, perché stiamo parlando del ristorante più conosciuto della sua zona nonché il migliore da noi provato sulla citata costa, un locale di così enorme successo da richiedere sempre la prenotazione e quindi senza problemi economici.
Eppure abbiamo notato sul volto del titolare la stanchezza, mentre ci confidava che a oltre sessant’anni d’età non aveva più voglia né forze per mettersi a fare anche il cameriere perché non trova nessuno disposto ad assumere quel ruolo.
Eravamo in tanti nel locale in quel momento, tutti intenti a incoraggiarlo ad andare avanti, anche perché abbiamo riscontrato una grande tristezza nei meravigliosi ragazzi che lavoravano per lui, attenti e professionali al massimo, sorridenti perché davvero contenti di svolgere quel lavoro, orgogliosi del prestigio di quel loro posto di lavoro che stavano per perdere a causa di loro coetanei giudicati come sfaticati e quindi somiglianti a quei politici ritenuti insignificanti loro simili che li stanno mantenendo a spese dello Stato (quindi nostre) pur di ottenere i loro voti, senza preoccuparsi di rovinargli così il futuro.
Nel comunicato dello scorso 27 luglio 2022 il locale si è comunque limitato con eleganza ad avvisare la clientela che “dal 1° Agosto non effettueremo più il servizio ristorante: rimarrà attivo per tutto il mese di Agosto il servizio bar, dove sarà possibile consumare anche panini, insalate e rosticceria varia; dopo 13 lunghi anni, seppur in piena stagione estiva, siamo costretti a fermarci per ricaricare le batterie e pensare al futuro”.
Cosa ci stiamo perdendo?
Pesce freschissimo….
… cotto alla perfezione…
… dai condimenti rustici irresistibili…
… e panature che esplodono di sapore…
… fantastiche specialità regionali buone come da nessun’altra parte…
… ma anche una ghiotta peculiarità come il loro Risotto al Nero di Seppia…
… e generosi secondi quale la monumentale fetta di Tonno rosso alla griglia.
Dal locale dicono “ritorneremo presto”, ma non prima della “prossima stagione”.
Così mentre ancora abbondano sterili discussioni sui problemi dalla ristorazione da parte di chi popola i talk show televisivi, nel mondo reale invece i ristoranti chiudono davvero per la mancanza di voglia di lavorare di chi è assistito dallo Stato, con un danno non soltanto per l’economia del territorio e per i servizi alla collettività, ma anche per la cultura, perché non occorre dimenticare che in Italia il cibo non è mera sussistenza bensì identità sociale, storia, antropologia, memoria, tutte istanze che il virtuoso Al Chiosco da Tonino possedeva e speriamo torni a dispensare presto, per il bene di tutta Italia, o almeno di quella parte di nazione che lavora, fatica e produce, senza succhiare il sangue agli altri.
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