Il Respiro degli Alberi a Lavarone in Trentino, percorso di arte contemporanea fusa con la Natura
Il fenomeno delle esposizioni d’arte all’aperto in un contesto naturale intatto è sempre più diffuso e ha nel Trentino la regione leader, un format apprezzabilissimo e carico di valori che però sta rischiando di creare allestimenti omologati, pericolo che non corre Il Respiro degli Alberi a Lavarone capace di contraddistinguersi per il carattere più selvatico nell’ambito di questo genere di museo ecologico in divenire, poiché le opere dell’Uomo si fondono più che mai con l’esuberanza di una Natura così tumultuosamente rigogliosa da dare l’impressione a tratti di volere fagocitare le opere per metabolizzarle e riproporle apponendo la propria firma.
Frutto della straordinaria sensibilità degli amministratori del Comune di Lavarone in provincia di Trento, depositario già del Drago Alato, capolavoro di Marco Martalar innalzato nella frazione di Magrè (https://www.storienogastronomiche.it/il-drago-alato-a-magre-lavarone-in-trentino-monumentale-scultura-lignea-memoria-di-un-disastro/), questo percorso viene presentato con il lirismo che merita: “gli alberi, guardiani silenziosi della vita, vengono raccontati da artisti selezionati; l’Arte e la Natura si fondono insieme, una dopo l’altra le sculture si rivelano agli occhi del visitatore”.
E’ il riuscito tentativo di avviare alla conoscenza di un “percorso tematico, a carattere permanente, di arte contemporanea nel bosco” nel quale “l’elemento conduttore delle singole opere è l’albero quale elemento di vita” e “ogni scultura è una riflessione discreta che si fonde con quanto ha intorno”.
Per goderne, occorre passeggiare lungo un sentiero che si sviluppa interamente su strada forestale con fondo ghiaiato regolare, ideale anche per una visita in mountain bike e a cavallo, oppure, durante i mesi invernali, con le ciaspole: in tutto 2,4 km circa da ripetere al ritorno con un dislivello in salita di 116 metri.
Il sito ufficiale dispensa pure tante dettagliate informazioni di tipo botanico e chimico, sottolineando l’importanza del contesto espositivo, mentre l’esperienza concreta offre anche straordinari scorci paesaggistici grazie a posizioni privilegiate che consentono di osservare “la vicina Vigolana, le Dolomiti di Brenta, la Val di Centa, la Valsugana e il lago di Caldonazzo”.
Tra gli esiti che si stagliano nella memoria, Sleipnir (2020) di Duilio Forte posta proprio all’inizio del percorso è il cinquantunesimo esito della sua omonima serie di opere monumentali ispirate alla leggenda del cavallo di Odino, un’intersecazione di scarne linee lignee che vogliono richiamare tanto la montagna antropizzata quanto il bosco ancora selvaggio, facendosi individuare così quale introduzione al tragitto nella selva…
… quindi si fa apprezzare per l’armonia del dettaglio Aldo Pallaro quando cesella funghi in convivenza simbiotica alla base della sua Virtuosa Natura (2014)…
… mentre Fra i rami un rifugio segreto (2014) pende sospeso un bozzolo per evocare secondo le intenzioni dell’autore locale Giampaolo Osele le forme del nido dell’uccello tessitore, creando così l’attesa dell’uscita dell’occupante e al tempo stesso un certo desiderio dell’osservatore di farne un proprio riparo…
… per fermarsi Aspettando il volo (2014) con la creazione di Gianangelo Longhini, due rette che non partono parallele ma si ricongiungono lo stesso per raffigurare “quei frutti e quei semi che si disperdono tramite il vento e la sua forza”…
… così come Organum (2015) di Andrea Fabbro vuole sancire “un’idea di coralità della natura, l’insieme di voci, di aspetti impalpabili ed effimeri dentro e attorno a ogni cosa” attraverso le mille ferite di una corteccia che tuttavia appare resiliente a ogni offesa del tempo, anche quello atmosferico…
… per poi rimanere irretiti dalle intrecciate Radici dell’anima (2014) di Leonardo Nava, tanto ipnotiche se osservate girandovi intorno dall’esterno quanto misteriose e magiche se ci si avventura al suo interno.
Si può azzardare la definizione di arte sostenibile per questa iniziativa, ma qui l’intento filosofico supera quello pedagogico, puntando alla concreta sensibilizzazione del singolo verso una partecipazione all’armonia del cosmo sulla spinta di un concreto esempio empirico.
Una visita necessaria per accedere a una conoscenza panica e meditata del Presente.
Info: http://www.ilrespirodeglialberi.it/