I’M Winery, il sogno (realizzato) di grandi vini moldavi ha innesti italiani
Il sogno, l’incontro tra culture, l’amicizia, la visione, l’azzardo, la vittoria da outsider: nasce da valori sfrenatamente epici e coinvolgenti la vicenda della straordinaria cantina I’M Winery che ha contribuiti a riportare la vitivinicoltura della Moldavia a un prestigio consono alla sua antichissima storia, grazie a un terroir di rara vocazione fatto esprimere al meglio dalla cultura enoica italiana nella sede di Chisinau di questo Paese europeo alla cui ricchezza verdeggiante tra boschi e foreste contribuiscono fortemente pure i tanti vigneti.
“Il progetto I’M Winery nasce dall’incontro tra Italia e Moldavia” e “inizia con quattro chiacchiere tra due amici davanti a un bicchiere di buon vino: la tecnica italiana e la tradizione vinicola moldava fanno il resto” racconta con un pizzico di sano e sincero disincanto Claudio Arrigoni Neri, un affermato export manager italiano di un network di aziende operanti nei settori ferramenta, arredo e design che però è pure un sommelier e coltiva da sempre un’incendiaria passione per il vino tale da ispirare il suo spirito visionario.
Spirito che ben si concilia con quello del collega imprenditore moldavo Vladimir, conosciuto a Mosca a una fiera delle costruzioni nell’aprile del 2016: “siamo entrambi curiosi, genuini e molto schietti, leghiamo subito”, pertanto “iniziamo a collaborare insieme dopo pochi giorni”
Un’intesa corroborata dall’essere entrambi dei traveller: “viaggiamo per lavoro, vendiamo prodotti italiani di qualità dalla Russia al Sud America, passando per Medio Oriente, Europa e Maghreb”
Fino a quando il 5 settembre 2017 non si ritrovano in Kazakistan per un evento organizzato dall’Italian Trade Agency. La passione di Claudio per il vino una sera li trascina in un’enoteca in centro dove degustano vini locali, scoprendo un curioso quanto notevole vino rosso kazako “prodotto con la collaborazione di un enologo italiano: ci affascina… è la scintilla da dove tutto ha inizio!”.
Durante un nuovo incontro in Russia ma questa volta nel 2018 Vladimir invita Claudio ad analizzare la possibilità di fare del vino insieme, in Moldavia, un Paese “con una storia vinicola millenaria, un piccolo stato dove tutt’ora c’è la cantina più grande al mondo”.
L’idea prevede di “trovare in Italia qualche bravo enologo che abbia voglia di seguire questo progetto” per dare vita a vini con la tecnica italiana in terra moldava.
Iniziano così confronti con “amici, sommelier, produttori, rivenditori” e ovviamente anche enologi…
… oltre a continui viaggi “tra cantine, terreni e assaggi alla scoperta di questa terra che tanto ci stupirà”, con numerosi studi sul campo.
Già alla fine del 2018 il progetto è maturo e confluisce in un nome simbolico e progettuale, I’M Winery, in cui le iniziali sono la i di Italia e m di Moldavia, unite dall’apostrofo.
Tutta questa avventura si riversa pienamente nel bicchiere dando forma a un universo organolettico di rara originalità ed enorme personalità in cui si avverte a ogni sorso un brivido ancestrale, quasi un richiamo bucolico a tratti di irruenza selvatica che vuole ricordare le profondissime radici vinicole della terra moldava, come fossero rimaste integre in quiescenza prima di giungere a nuova gloria.
In tutta una serie di sorprese mozzafiato, si erge a simbolo l’identitario vitigno Fetească Albă, la fanciulla bianca delle uve territoriali che sembra abbia dato vita anche alle varietà parzialmente omonime.
Catalizzatore possente di profumi, qui li veicola in un intenso bouquet di frutta esotica e con la stessa forza si presenta al palato sulle note del limone, cui affianca susina gialla, ananas in succo e kumquat.
Lieve nel sorso, elegante nello sviluppo sensoriale, possente nell’impatto aromatico.
Finale da sogno spinto da una golosa acidità intrisa di toni agrumati.
Beva coinvolgente fino all’entusiasmo.
La spinta acidità della Fetească Albă porta quasi doverosamente verso la spumantizzazione e qui la cantina italo-moldava non si sottrae proponendo Amurg Brut, un metodo classico che incanta l’olfatto con gli agrumi e conquista il palato con pesca sciroppata, ananas, cedro candito e mandarino tardivo.
Fresco, tendente a far prevalere l’impronta zuccherina, propone un sorso carnoso e una beva talmente imponente da predisporsi alla meditazione.
Finale suadente e dolce, come una carezza.
L’appena citata supremazia zuccherina della Fetească Albă ben nota agli esperti (per Quattrocalici la renderebbe adatta “alla produzione di vini dolci”) si attenua in maniera spiazzante quando il vitigno viene spogliato e proposto nella sua magnifica nudità con Amurg Zero, pas dosé che vira l’olfatto verso frutta a polpa bianca (vedi nettarina), per poi presentarsi naturalmente equilibrato a suggerire al gusto pomelo, alchechengi, clementina, prugnolo e un pizzico di ruta per innestare uno stuzzicante retrogusto amaricante.
Predomina un’eleganza diffusa, a partire dal finissimo perlage.
La sua complessità lo rende eclettico a tutto pasto.
Forse ancora più intimamente legato al Paese è l’autoctono a bacca rossa Rara Neagra, così prezioso e degno di tutela da essere stato inserito da Slow Food nell’Arca del gusto che “raccoglie i prodotti che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta”, come questa varietà, la quale si ritiene “nata grazie alla selezione popolare nel XIV secolo”, la cui patria è individuata soprattutto nel sud della Moldavia cui si deve la certificazione ampelografica nel 1946.
“Sebbene sia diffuso nella vicina Romania, rimane ancora molto raro in Moldavia, nonostante il suo significato storico e culturale” fa notare Slow Food, spiegando la sua scomparsa come “in gran parte dovuta all’introduzione di varietà come il Cabernet e il Merlot, molto richieste sui mercati locali e internazionali”.
Un plauso alla sua tutela e valorizzazione da parte di I’M Winery allora che propone la Rara Neagră in purezza creando un capolavoro a partire dal clamoroso bouquet silvestre capace di assemblare erbe spontanee, muschio e bacche fino ad assumere connotati balsamici, prima di deliziare la bocca con gelso nero, prugna, amarena sotto spirito, cotognata e cioccolato bianco.
Immensa la soddisfazione resa da un sorso materico, spesso, ma anche cremoso e avvolgente, in cui si manifesta un chiaro segno zuccherino.
Cattura con la sua muscolosità ma irretisce grazie a un finale di eccezionale raffinatezza.
Ritroviamo la Rara Neagră nel Primul Vis (il sogno… che ritorna in segno di omaggio da bere) insieme all’altro autoctono Fetească Neagră e, quasi in segno di pace, con gli internazionali Cabernet Sauvignon e Syrah, sprigionando una fantastica freschezza di sottobosco innervata di spezie orientali, prima di suggerire al palato mora di rovo, ribes rosso, fico, papaya e cioccolato fondente.
Tannico, dal riscontro zuccherino presente ma tenuto in secondo piano, sviluppa un sorso caldo che corrobora.
Potente, avviluppante, polposo, esibisce la sua importanza alcolica nella consapevolezza che essa sarà ingentilita dalla sua indole caleidoscopica.
La cantina in chiusura si mette alla prova con la propria versione di un Rosé, scegliendo come vitigno il Cabernet Sauvignon, ottenendo così un curioso bouquet di pesca sciroppata e un corredo di sapori che vanno dalla melagrana alla fragolina di bosco, dal corbezzolo al karkadè.
Colpisce la sua limpidezza e l’equilibrio sotteso tra dolcezza e alcolicità.
Ulteriori dettagli nel racconto in prima persona di questa bella storia fatto proprio da Claudio Arrigoni Neri, nel video sottostante.
Info: https://www.imwinery.md/it-index.php
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/im-winery/