La bassa piacentina: castelli e arte contemporanea
La natura? L’arte? La gastronomia? La gente? L’artigianato? Scegliete voi un motivo per andare nella bassa piacentina, oppure tutti insieme, meglio ancora: è una terra che non tradisce le aspettative.
Un unico rischio: potrebbe venirvi voglia di non andar via, perché la qualità della vita è talmente elevata da solleticare il desiderio di rimanervi come residenti.
Lo confermano gli indigeni che di qua non si muoverebbero per nulla al mondo, come Elisabetta Virtuani che con la sua Bloomet si è messa a fare alto lavoro di comunicazione ai massimi livelli senza muoversi dall’area piacentina.
Il Castello di San Pietro in Cerro (PIACENZA)
Se arrivi in auto, tra una curva e l’altra, quasi non lo vedi dalla strada, nascosto dalla fitta vegetazione. Ma quando inforchi il vialetto che conduce alla sua bocca d’ingresso, iI castello di San Pietro in Cerro ti si staglia innanzi con la sua eleganza architettonica discreta, collocato nel mezzo di un parco magnificamente curato.
Siamo nella bassa piacentina, in piena terra di confine: ti giri da una parte e quasi vedi Piacenza, ti volti dall’altra e Cremona è a un tiro di schioppo. Basta decidere in quale tratto di campagna immergerti per andare incontro a culture diverse ma comunicanti.
Edificato nel 1491, forse sui resti di un precedente maniero, è una testimonianza proprio della non sempre pacifica vicinanza dei piacentini con i bellicosi cremonesi.
Oggi ospita cerimonie private e iniziative pubbliche, ma soprattutto è divenuto la sede del MiM, il Museum in Motion voluto oltre dieci anni fa dal proprietario Franco Spaggiari e realizzato con la Fondazione d’Ars Oscar Signorini Onlus di Milano, con la collaborazione del critico Pierre Restany.
Il MIM, Museum in Motion
Il MiM – Museum in Motion si trova all’interno del Castello di San Pietro in Cerro. Attivo dal 2001, conta oltre cinquecento pezzi d’arte contemporanea, tra opere di pittura, grafica, scultura e installazione. Caratteristica del Museo, la continua rotazione delle opere esposte al pubblico: un motivo in più per visitarlo periodicamente, visto che contiene diversi lavori di artisti importanti, dal dopoguerra a oggi.
Apprezzabile il legame della struttura con il territorio di appartenenza, talmente stretto da diventare addirittura programmatico: “il MiM è idealmente un luogo d’incontro e di riflessione sull’odierna situazione artistica con un forte legame con la sua posizione geografica”…
… “L’apertura del MiM è un segnale di una portata che va al di là del suo carattere di animazione locale e testimonia nella provincia piacentina un fatto capitale: la piena coscienza di un’arte senza limiti aperta a tutti gli uomini di buona volontà del nostro immediato futuro” (dal volume Museum in Motion – Opere di autori contemporanei per una collezione al Castello di San Pietro, ed. Mazzotta – ottobre 2001, vol 1).
Da questa filosofia scaturisce la presenza nella collezione di un considerevole numero di opere di artisti locali. Fra i pittori del piacentino sono presenti: Armodio, Carlo Bertè, Gustavo Foppiani…
… e ancora, Alberto Gallerati, Cinello Losi, Ludovico Mosconi, William Xerra e Luciano Spazzali.
Fra gli scultori del territorio sono invece presenti Sergio Brizzolesi, Francesco Perotti e Giorgio Groppi.
Una sezione particolare è dedicata a un esponente del futurismo, corrente che avuto buon seguito nel piacentino: si tratta di BOT, acronimo con cui si faceva chiamare Barbieri Osvaldo “Terribile”.
Tra gli altri artisti presenti, va segnalata la presenza di opere di Marco Lodola, Omar Galliani, Ale Guzzetti, Sergio D’Angelo…
…Fabrizio Plessi, Bruto Pomodoro, Concetto Pozzati, Agostino Bonalumi…
(Agostino Bonalumi, Giallo) (Agostino Bonalumi, Bianco, 1974)
…Mario Schifano e Piero Gilardi…
(Mario Schifano, Paesaggio anemico, 1975-79) (Piero Gilardi, Ibiscus roman, 2003)
e Emilio Vedova.
Le manifestazioni nel piacentino: DesigNaturArte
Il territorio piacentino è molto vivo anche sul piano delle manifestazioni culturali, le quali spaziano dall’arte al design, dall’artigianato all’enogastronomia. Tutti questi ambiti nel giugno del 2013 sono stati riuniti in una sola manifestazione, DesigNaturArte, tenutasi al Castello di San Pietro.
“Un’esperienza di total living per incontrare, sperimentare, acquistare, mangiare e giocare tra opere d’arte e installazioni”, organizzata dallo stesso Castello di San Pietro e Bloomet, in collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano e la Presidenza Regionale Emilia Romagna. Dedicata al rapporto tra uomo e natura, ha avuto come tema la terra come humus della natura e delle idee umane.
Ne è venuta fuori una manifestazione di rara composta perfezione: elegante, misurata, a dimensione umana, ricca di spunti e proposte, senza una sola sbavatura.
Si rimaneva colpiti già all’ingresso dalla qualità dell’esposizione a cielo aperto: gli stand si integravano con le installazioni artistiche, i banchi della gastronomia si armonizzavano con le sculture del parco.
Non tanto per una fusione di alto e basso, quanto per il grande gusto dei curatori, capaci di dare vita a un mirabile esempio di garden art, da fare impallidire omologhe manifestazioni che più o meno nello stesso periodo si sono svolte a Milano.
Avrebbero molto da imparare dai professionisti di Bloomet chi ha organizzato le approssimative e inutilmente caotiche iniziative giardiniere milanesi.
A San Pietro in Cerro invece c’è stata un’esperienza di total living, con arti visive, creazioni artigianali e di design, incontri, laboratori, intrattenimento musicale e gastronomico.
Per l’occasione al MiM (Museum in Motion del Castello di San Pietro) è stata allestita la mostra “Ubi Terrarum”, percorso espositivo con ventiquattro guerrieri di Xiang originariamente a guardia della tomba del primo imperatore Cinese Qin Shi Huang, acquisiti nella collezione Spaggiari del MiM. E’ Elisabetta Virtuani, colonna di Bloomet che l’ha concepita e organizzata, a fare il punto sull’iniziativa.