La migliore pizza da asporto d’Italia? Vai di Pizza! a Solbiate Olona (VA)
La migliore pizzeria take away mai provata fino a oggi in tutta Italia si trova rintanata in una piazzetta di Solbiate Olona, piccolo centro in provincia di Varese.
Si chiama Vai di Pizza! ma non troverete l’insegna: bisogna cercarla in piazza S. Gervasio, dove la troverete al numero civico 11. Dopo averla provata, da quel momento cambierà per sempre la vostra percezione della pizza.
E’ semplicemente strabiliante per varietà degli impasti, ricerca delle materie prime, cura della cottura, filosofia di lavoro: poche le pizzerie in tutta Italia (Napoli compresa) che offrono un livello così elevato, ma certamente nessuna tra quelle che fanno soltanto servizio da asporto raggiunge simili vette di arte culinaria.
Ogni impasto qui è una poesia e il titolare Giuseppe potrebbe stare ore a spiegarvi la ragione per cui lo ha creato: tutto ha un profondo significato culturale, quindi i diversi impasti non sono un inutile e sospetto esibizionismo (come al Tric Trac di Legnano, per fare un tragico esempio), bensì delle proposte meditate che sanno ingolosire il palato quanto la mente.
Basterebbe già la presenza dell’impasto con la Farina Bóna a chiarire che ci troviamo davanti a un fuoriclasse, perché è l’unico che abbia avuto l’ardire di recarsi in Ticino per procurarsi questa farina di granoturco autoctono conosciuta soltanto nella Svizzera italiana. Farina rarissima quanto identitaria, recuperata grazie all’impegno di Ilario Garbani, grande studioso dei fenomeni antropologici ticinesi che tutela e valorizza anche in campo agricolo (www.ticino.ch/it): è proprio da lui che Giuseppe Rocca si approvvigiona. Il risultato della lavorazione è una pasta dalla consistenza elastica che dà grande soddisfazione con la masticazione, sprigionando leggere sensazioni tostate.
Tostatura ben più presente invece nell’impasto al Grano Arso, altra farina dalle importanti radici storiche, visto che appartiene alla tradizione della gastronomia povera pugliese, ricordando il tempo in cui i contadini utilizzavano anche (o soltanto) i chicchi di grano che rimanevano a terra, sparsi nei campi, in seguito alla falciatura e alla bruciatura delle stoppie. Il sentore torbato innerva la sofficissima maglia di questo impasto profumatissimo.
Il retrogusto di nocciola contraddistingue invece l’impasto di Sorgo biologico, altro recupero di un’antica memoria storica: è stato uno di primi cereali a essere coltivati nell’area che oggi vede l’incontro tra le province di Varese e Milano, soprattutto nella zona di Legnano. Un gusto di primitiva semplicità e massima golosità, tanto che vi spingerà a divorare questa pizza unica.
Sorprende anche l’impasto di Grano Saraceno, per la sua spumosa leggerezza unita a percezioni di vegetazione di campo.
Completano l’offerta gli impasti ai grani antichi siciliani, con le farine fornite dal battagliero mugnaio intellettuale Filippo Drago, macinate a pietra e distribuite dai suoi Molini del Ponte a Castelvetrano (Trapani): raro e nobile il Perciasacchi, ormai arcinota la Tumminia (quella usata per il pane nero); da scoprire invece la Madonita, da grano tenero autoctono coltivato sulle Madonie, monti ricchi di storia e sapori che si trovano nel nord-ovest dell’isola, in provincia di Palermo: tipologia selvaggia che irrobustisce l’impasto chiamato Integrale.
Questa serie di capolavori dell’arte bianca scaturisce dal talento sconfinato di Giuseppe Rocca, il cui genio è pari a una rara modestia: studia in continuazione, ricerca indefessamente, si aggiorna, cerca di apprendere da tutti, con un’umiltà che è una lezione di dignità, soprattutto verso quelle tracotanti chef-star da due soldi che esibiscono arroganza davanti alle telecamere, senza avere un briciolo delle capacità di questo inarrivabile pizzaiolo.
A Giuseppe si affianca la moglie Palmira Meoli, in ogni fase delle lavorazioni, presidiando soprattutto la cucina. Sì, la cucina, l’altro aspetto sconvolgente di questa pizzeria: qui si fanno vere e proprie ricette di pizza, con gli ingredienti che vengono cotti al momento creando condimenti caldi espressi.
Clamoroso il Broccolo Fiolaro, De.Co. di Creazzo (Vicenza), saltato in padella con la pancetta: una preparazione semplice che dà una lezione di stile a Carlo Cracco, originario proprio di Creazzo, il quale a parole si era impegnato a valorizzare questo prodotto del territorio nativo, portandolo nel suo locale milanese, dove però lo ha trasfigurato e sbrindellato inutilmente per fare i soliti piatti estetizzanti senza senso della cucina che si auto-definisce grottescamente “alta” o “creativa”. Qui invece il Broccolo Fiolaro di Creazzo potete gustarlo nella sua vera essenza, senza orpelli.
Altra strepitosa ricetta, i porri saltati con lo zenzero, magnifica unione di calore agliaceo e balsamo speziato.
Sono soltanto alcuni esempi di cosa finisce sul disco di una pizza di Rocca, insieme a materie prime ricercatissime.
Dalla Campania arrivano direttamente un’ottima bufala, ma soprattutto un’incredibile provola affumicata di Eboli (Salerno). Da scoprire il Kaltbach, formaggio svizzero di grotta dalla solubilità cremosa e dal sapore intensissimo.
Rarissimo lo speck di produzione artigianale di una bottega agricola di Busto Arsizio. Dalla stessa città arriva un’eccezionale Lonza affumicata al profumo di faggio dal Salumificio Bustese.
Ingredienti che possono farcire anche il richiestissimo Pagnotto, croccante mega-panino con impasto di pizza.
Le note positive proseguono con la grande diponibilità di Giuseppe a creare le pizze secondo i desideri degli avventori, nonché con i prezzi estremamente civili: nemmeno la pizza più complessa e ricca supera gli 8 Euro, mentre la media si attesta tra i 5 e i 6 Euro, ovvero niente per delle pizze gourmet di questa bontà.
Pizze che non rimangono mai sullo stomaco, grazie all’uso di pochissimo lievito e all’impasto lasciato lievitare lentamente per oltre un giorno intero.
Le creazioni di Vai di Pizza! meritano il viaggio: non sarebbe follia nemmeno prendere un aereo per gustare una e più delle loro pizze. Unico problema, il locale non ha spazi per il consumo sul posto, ma in qualche modo ci si può arrangiare.
A ciò purtroppo si aggiungerà qualche problema di parcheggio, visto che saranno eliminati diversi posti-auto intorno al locale, per una decisione assurda delle amministrazioni pubbliche che hanno deciso di devastare urbanisticamente la graziosa piazza S. Gervasio in cui si trova il locale: per un mero calcolo burocratico privo di sensibilità umana e politica, saranno uccisi alberi storici e verrà distrutta l’immagine romantica che la piazzetta ha da sempre, come testimoniato anche da vecchissime foto.
Ma siamo certi che nessun vero amante della pizza si farà scoraggiare da qualche problema logistico, perché sarà ripagato dalle sublimi meraviglie di Vai di Pizza!.
In attesa che possiate provare questa pizzeria, ascoltiamo come la racconta colui che l’ha creata, Giuseppe Rocca.
Info: www.facebook.com