La Turca, vitigno del padovano recuperato e vinificato da Emo Capodilista
Il ritrovamento, l’operazione di salvataggio, il recupero restaurativo, quindi una nuova fruizione a distanza di tanto tempo dalla funzione originaria: ha connotati da archeologia di alto profilo, l’azione operata dalla cantina di Conte Emo Capodilista La Montecchia per portare a nuova vita una perla enoica come la Turca.
“Il nostro vitigno di Turca risale all’epoca dell’impero austriaco, in cui alcuni vitigni si sono trasmessi in Trentino e Veneto” ci ha spiegato Giordano Emo Capodilista, spiegando che “dopo la Grande Guerra è stato sostituito insieme agli altri vitigni autoctoni che avevano scarsa produttività”.
Il suo probabile impiego era nel blend per il vino sfuso.
La Turca di Emo Capodilista è stata recuperata grazie a un’operazione condotta con un vivaista del Friuli, con la cui collaborazione sono state salvate le marze, facendole moltiplicare, per poi ripiantarle e metterle in produzione.
Un progetto durato anni, ma condotto in maniera convinta, anche per il valore identitario che la Turca ha per il titolare dell’azienda che già sul sito conferma la missione di dedicare “particolare attenzione anche agli antichi vitigni del Veneto come la Turca/Turchetta di cui viene prodotta una quantità limitata”.
Il vino che se ne trae matura in botti inox e affina quattro mesi in bottiglia. Di bassa gradazione alcolica, ha un bouquet dalla magnifica fragranza che richiama una fioritura di selva. L’approccio al palato è levigato, di suadente freschezza, con il frutto in primo piano. Un tono abboccato viene bilanciato dall’acidità e da un delizioso tocco aspro che stimola la beva. Vino di gentile complessità.
A parlarci davanti alla telecamera di questa nobilissima espressione della nostra tradizione enoica è Giordano Emo Capodilista.
Il distributore Proposta Vini che veicola questa delizia, ha inserito la Turca nel progetto Vini delle città Italiane per rappresentare Padova. Il progetto di Proposta Vini consiste in una “collana nella quale sono elencati i principali vini consumati in alcune città italiane in un determinato periodo storico”, volumi a firma di Iris Fontanari Martinatti, “ricercatrice storica nel settore vinicolo”.
Sulla Turca scrive che è una “varietà coltivata un tempo sui Colli – già segnalata a pagina 102 nella relazione di Maddalozzo (1878) tra le viti del distretto di Este”, un antico vitigno che “l’ampelografo tedesco Hermann Goethe chiama Ortlieber, blauer (blu)”. Come Goethe, anche Molon “la cita con lo stesso nome e la inserisce fra le varietà austriache dello Steiermark (Stiria)”.
Sull’origine del nome apprendiamo invece che “nel Trentino, dov’era coltivata sicuramente agli inizi del XX secolo, le fu attribuito questo nome per il fatto che il suo vino è forte, pesante, aspro, ossia turco nel gergo locale”, mentre sotto il profilo ampelografico sarebbero riconducibile alla Schiava lombarda.
I testi del volume sono “in parte tratti da La Montecchia per gentile concessione del Conte Giordano Emo Capodilista”, a conferma dell’afflato intellettuale da cui è animato, convinto sostenitore delle bellezze e della valenza culturale del suo territorio.
Territorio collocato nel cuore del padovano, visto che l’Azienda Agricola Conte Emo Capodilista si trova a Selvazzano Dentro, proprio in provincia di Padova, a poco più di dieci chilometri dalla città capoluogo.
L’Azienda “appartiene alla stessa Famiglia dal Medioevo e la sua principale attività da sempre è la viticoltura che la vede fare parte della denominazione di Origine Controllata dei Colli Euganei”: infatti “il vigneto si estende sui dolci pendii del colle La Montecchia, dove sorge anche Villa Emo Capodilista”. La cantina di oggi era l’antica fattoria di ieri.
L’azione culturale del Conte Giordano riguarda pure la nota Villa Emo Capodilista, aperta al pubblico per visite guidate, con “la possibilità di vedere la raccolta di attrezzi rurali e fermarsi per la degustazione di uno dei nostri vini allo spaccio”, oltre alla possibilità di fruirne “eccezionalmente, per soggiorni unici”.
Senza dimenticare la presenza del Castello del Mottolo che “ha origini medievali e si trova su un piccolo colle che domina le antiche cantine nelle quali, ancora oggi, si affinano vini di alta qualità apprezzati in tutto il mondo e premiati dalle più importanti guide di settore”.
Si capisce così il senso della cura della vitivinicoltura, in questo contesto in cui viene praticata dal Medioevo.
Info: http://www.lamontecchia.it/vini-colli-euganei/vini-rossi-colli-euganei/turca-rosso-tavola/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/prodotti/vini/turcala-montecchia-prodotto