La Valle, bollicine agresti da cantina ecosostenibile in Franciacorta
In tempi in cui di vino si parla soprattutto per questioni di mercato e di produzione industriale, rappresenta una magnifica boccata d’ossigeno intellettuale scoprire un’azienda vitivinicola che invece fissa dichiaratamente l’archè della propria attività nella campagna, individuata come l’entità da cui tutto nasce: concetto niente affatto scontato, quindi ribadirlo con forza rende merito alla forte connotazione ideale della cantina La Valle di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia.
E’ infatti la stessa cantina a scrivere “ci piace sottolineare questa frase che caratterizza la nostra filosofia: dalla natura per la natura”, in cui quest’ultimo termine è significativamente riportato a lettere cubitali.
L’azienda Agricola La Valle ci tiene a fare notare come la proprietà sia della famiglia Pezzola da generazioni: lo dimostra “un documento notarile del lontano 1890” dal quale si evince che “già allora quel terreno aveva nome La Valle, molto probabilmente dovuto alla conformazione geografica, una piccola vallata ai piedi del Monte Delma nel Comune di Rodengo Saiano”.
Il progetto della cantina La Valle “nasce semplicemente per la passione di Eugenio Pezzola che nel 1991, converte i vigneti di famiglia per fare il Metodo Classico, il Franciacorta”. E’ del 2018 invece l’ingresso a tempo pieno in azienda di Francesca e Cristina Pezzola, trasformando una passione in lavoro ed eleggendo a slogan il motto “dalla natura per la natura vita è vite, perché la vite è generazione di vita”, ma aggiungendo anche la celebre espressione di Bernardo di Chartres “siamo dei nani sulle spalle dei giganti”, atto di umiltà con il quale intendono guardare al futuro “rispettando il passato”.
I vigneti sono collocati sulle pendici moreniche del Monte Delma, la cui datazione è stata fissata dall’istituto di archeologia di Brescia a circa 185 milioni di anni fa. Un terroir giurassico pertanto, in grado di donare “a tutti i nostri vini sapidità e mineralità inconfondibili”, pregi alimentati da un’esposizione e un microclima ideali per alimentare “uve ricche di aromi, profumi e sapori”.
Il lavoro in vigna prevede il metodo di potatura soffice, visto come un ritorno “alle origini e alla tradizione, rispettando il territorio e la natura, cercando il più possibile di non indebolire la pianta che per noi è sacra”.
Seguiti dall’agronomo Luca Mercadante, i lavori vedono l’eliminazione di “ogni tipo di fertilizzante chimico, applicando la pratica del sovescio”, evocazione del periodo in cui i contadini “con il metodo della rotazione seminavano nel terreno lungo i filari le proteine vegetali (loietto, veccia comune, trifoglio, rafano oleifero, triticale, avena sativa, segale, brassica junce, lupinella, senape, pisello, orzo) dando nutrimento e fertilità al terreno, con un duplice vantaggio, nutrirlo in modo naturale e arricchire lo sguardo di fiabeschi filari fioriti”.
La sede della cantina è una cascina del 1400, “probabilmente una pertinenza dell’antica Abbazia Olivetana originaria del XI secolo” insediata nell’antico borgo rurale di Rodengo Saiano nel periodo in cui i monaci Benedettini “si dedicarono alla bonifica dei territori circostanti, realizzando aziende agricole molto efficienti di cui rimane una vasta testimonianza pregevole anche dal punto di vista artistico e architettonico”.
Un ambiente talmente suggestivo da prestarsi a “essere il luogo di incontro e di condivisone, dove si organizzano degustazioni dei nostri prodotti, eventi artistici”.
La sede produttiva è invece stata costruita nel 2010 seguendo criteri di innovazione tecnologica, per essere “dedicata principalmente alla produzione e alla vinificazione”.
Anche in quest’ultimo caso però “non abbiamo trascurato la parte poetica, infatti nella zona di affinamento a cicli periodici viene diffusa una sinfonia che ha lo scopo di fare riposare il vino nel miglior modo possibile durante la seconda fermentazione”.
Grandissima anche l’attenzione all’ecosostenibilità che si sostanzia nel produrre energia pulita generata da impianti fotovoltaici di proprietà.
Si aggiungono poi sofisticate attenzioni supportate anche da computer per rispettare al massimo il frutto della vendemmia, al fine di “evitare le ossidazioni e di conseguenza ridurre al minimo l’uso della solforosa”.
I vini prodotti non possono che rispecchiare il mondo ricco di valori della cantina, a partire dall’originalità di assegnare a ciascuna referenza un nome in latino, cui si aggiunge nelle note di comunicazione anche un aggettivo.
E’ così che il Brut Primum viene definito “determinato”, esso che è “il capostipite, il fondamento dello spirito La Valle”, nato da una selezione di uve Chardonnay (75%), Pinot Nero (20 %) e Pinot Bianco (5%) “provenienti dai vigneti storici dell’Azienda, vinificate separatamente”. Ne derivano un bouquet floreale e un corredo sensoriale che riporta la chiara impronta della panificazione aromatizzata da frutta a polpa bianca e una nota minerale.
Stesso assemblaggio per il Naturalis, “puro” Franciacorta Extra Brut Millesimato che “nasce solo in annate di rara eccellenza”, il quale riposa per almeno 30 mesi ed è arricchito soltanto “con una minima dose di zucchero, nell’atto finale della sua creazione”. Qui i fiori percepiti dall’olfatto sono ancor più nettamente quelli primaverili, mentre in bocca oltre alla frutta del precedente si definiscono i contributi di yuzu e cedro, mantenendo a ogni sorso un piglio rigoroso.
Il Saten si annuncia già come “elegante” fin dal nome che “rievoca la delicatezza della seta”, figlio di “brillante matrimonio di sole uve bianche”, Chardonnay al 75% e Pinot Bianco al 25%, con la caratteristica della minor quantità di zuccheri che durante la seconda fermentazione in bottiglia genera una bollicina più gentile.
Al naso è un trionfo di gelsomino, mentre il sorso cremoso si annuncia con un ingresso erbaceo dalla note amaricanti di genziana, per poi esprimere mandarino verde, litchi, avocado e albicocca. Non ruffiano, è un vino di alta classe, perfetto a tutto pasto.
Chardonnay in purezza in evidenza in Zerum, vino “di un’altra epoca”, un Franciacorta non dosato riserva pronto dopo 90 mesi di affinamento, per una maturazione complessiva che raggiunge almeno i nove anni dalla vendemmia, prodotto “in quantità limitatissime e solo in vendemmie eccezionali”. Il bouquet stordisce con un magico intreccio di frutta matura e passita, mentre il sorso secco e austero senza alcuna smanceria condensa cedro, nespola, erbe officinali, avocado e un pizzico di zafferano. Corposo, materico, in una parola monumentale.
Stesso vitigno ancora in purezza nel Regium, nome che simboleggia la schiatta “regale” in quanto ritenuto il re della gamma. E’ un Franciacorta Brut Millesimato frutto dell’interpretazione “che La Valle dà ad annate eccellenti e straordinarie”. Si differenzia dal precedente per una maggiore complessità che arriva a sorprendere con suggestioni torbate che zampillano da un alveo fruttato arricchito da una nota sapida.
Il Franciacorta Blanc de Noir Extra Brut 2014 è un “tenace” Pinot Nero in purezza vinificato in bianco dai profumi fruttati che sormontano un perlage fitto e raffinato.
Le papille gustative vengono accarezzate da limone, albicocca e zenzero candito, mentre nel finale emerge la caratteristica crosta di pane ben cotta.
Beva golosa grazie a un’intensa sapidità.
Il Rosè da Pinot Nero in purezza è presentato come “corposo” e presenta allo sguardo un bellissimo colore ramato, intrigando con un bouquet di frutti rossi e un gusto che mette insieme fragoline di bosco, corbezzolo, prugne e un tocco linfatico finale.
Sorso cremoso molto seducente.
La degustazione conferma la validità di un progetto di grande personalità che rende onore all’immagine migliore dell’autentica Franciacorta agreste, incantando per originalità, deontologia e responsabilità, ingredienti invisibili che accrescono però notevolmente il piacere di bere con intelligenza.
Info: https://www.vinilavalle.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/la-valle