L’arte del corallo a Trapani
Ruotano tutte intorno al mare, le attività umane che hanno reso celebre Trapani: l’estrazione del sale, la pesca e la lavorazione del corallo.
Quest’ultima da secoli contribuisce a fare circolare il nome della cittadina siciliana in tutto il mondo, grazie a una scuola artigiana di antichissima tradizione e altissima levatura.
Sono centinaia di anni che gli organismi animali dal prezioso scheletro calcareo vengono pescati nelle acque trapanesi.
I tutto questo tempo le abilissime mani degli artisti del corallo li hanno trasformati in monili…
… sculture…
… oggetti sacri e soprammobili…
… dando vita anche alla particolare tipologia di presepio locale, incontrando il favore di regnanti e gente comune, tutti attratti dalle sue sfumature di rosso.
Oggi la pesca del corallo si è molto ridotta e lo stesso è accaduto all’indotto, compreso l’artigianato che lo lavora.
Al punto che Platimiro Fiorenza viene ormai definito l’ultimu mastru curaddaru, l’ultimo maestro della lavorazione del corallo. “Una vita per il corallo” la sua, trascorsa nella sua bottega, dove tutt’oggi, settantenne, trascorre le ore intento a creare capolavori di manualità impressionanti.
Per questo la bottega è meta dei viaggiatori più attenti, consapevoli del contributo di quest’arte all’identità di Trapani.
Quella di Fiorenza non è una semplice gioielleria con laboratorio, ma un autentico atelier d’artista: le sue opere sono esposte con grande gusto ed è possibile vedere al lavoro lui o i suoi allievi.
Camminare tra le creazioni di Fiorenza dà la sensazione di trovarsi in una galleria d’arte, dove sono riuniti stili e materiali delle varie lavorazioni.
A questo, si aggiunga il valore didattico. La figlia del maestro, Rosadea Fiorenza, ha sviluppato una profonda cultura di tutti gli aspetti del corallo e della sua lavorazione: riesce in pochi minuti a svelarti ogni segreto, con una rara capacità divulgativa. Ne ha offerto un saggio davanti alla nostra telecamera.