Le birre artigianali di Hammer, sorsi di rigore e passione
Se si vuol capire come la birra artigianale italiana possa fare ancora un salto di qualità decisivo, bisogna sentire parlare Marco Valeriani: il mastro birraio della Hammer, alla passione totalizzante che accomuna chi opera nel movimento, associa una competenza tecnica impressionante che va ben al di là del fenomeno brassicolo.
Valeriani ha maturato esperienza nel controllo di qualità di produzioni anche a carattere industriale, acquisendo conoscenze che toccano la chimica come la gestione dell’igiene, la cura della filiera tecnologica come il dettaglio conclusivo. Il risultato è portare una solida razionalità scientifica in un mondo per adesso spinto soprattutto da entusiasmi visionari, necessari anche (e soprattutto) quelli per dare smalto alla birra artigianale ma non sufficienti se si vuole alzare il livello, soprattutto adesso che l’industria della birra si sta seriamente preoccupando della crescita del mondo artigianale e attrezzando con forme di concorrenza capziose che cercano di imitare gli stilemi dei piccoli produttori.
L’unione di cuore appassionato e mente lucidamente analitica la si ritrova nelle birre della Hammer firmate da Valeriani, in magnifica osmosi tra il rigore di uno stile asciutto e il desiderio compiuto di essere sempre piacevoli.
Il sorso conferma la tesi.
Basti già il brivido agrumato di Asia che ti riporta a note di bergamotto, per poi emanare freschezza floreale innervata di toni di zagara: “è la nostra interpretazione delle Blanche belghe” spiegano sul sito, svelando “l’uso particolare di agrumi, spezie orientali e luppolo giapponese, che conferiscono, insieme al ceppo di lievito belga, una complessità aromatica unica”.
Intenso il profumo luppolato della Riverside, corposa al palato, densamente aromatica, prodotta con “un mix intrigante di luppoli di diverse origini: Tettnang Tettnanger (Germania), Fuggle (UK), Cascade e Centennial (USA)”.
Freschezza aromatica spinta verso le vette del beverino per la Spring, la cui intensità suadente nasconde l’alcolicità, fino a un bel finale secco, assoluto, per una Amber Ale prodotta con una miscela di cinque malti differenti e “l’utilizzo dei luppoli tedeschi, inglesi e americani (Kent Golding, Saphir, Sterling) che conferiscono alla birra un piacevole aroma floreale”.
Freschezza che rivaleggia con l’amaricante invece nella Wave Runner, American IPA la cui intensa luppolatura è “data da un mix di luppoli americani, fra cui Simcoe, Amarillo, Citra e Centennial”.
Profumi di campo con erbe aromatiche in fiore nella Killer Queen che al palato dona una sensazione di carrubo, stuzzicando con il suo insinuante petillant: è una Double IPA in cui “ai malti viene aggiunto destrosio, per rendere la birra particolarmente secca e per far emergere al meglio le note aromatiche intense dei luppoli americani utilizzati (Simcoe, Chinook, Centennial, Columbus, Citra, Amarillo)”.
Amabilmente delicato il soffio di cacao della Bulk, “birra nera, densa e vellutata, ispirata allo stile Porter, prodotta con una miscela unica di malti torrefatti e caramellati, e con piccole dosi di malto affumicato e torbato”.
Da segnalare anche i profumi floreali inebrianti della Koral che pigia l’acceleratore sull’amaro, nonché il fruttato estremo della Imperial Ipa, dal gusto unico e sorprendente che mischia acidità e sentori erbacei.
Tutto frutto del lavoro magnifico che viene svolto nel birrificio di Villa D’Adda, in provincia di Bergamo, dove Hammer “nasce nel 2015 dalla passione per la birra di Fausto Brigati, che accomuna tutta la famiglia e nella fattispecie lega i soci fondatori Roberto Brigati e Angelo Brigati con un grande obiettivo: fare birra di qualità!“.
La filosofia aziendale è sintetizzata dal logo, un iron brand che “si ispira al fascino del fatto a mano, il confronto continuo del lavoro artigianale del mastro birraio, gli ingredienti più diversi, la rielaborazione creativa delle tradizioni, l’unicità e la personalizzazione del prodotto: per questo Hammer vuole presentare la naturale evoluzione dell’artigianalità manuale”.
Abbiamo approfondito il mondo di Hammer grazie a una delle imperdibili serate dell’enopub gastronomico Il Barbaresco di Legnano (www.barbarescoenopub.it), in cui oltre alla qualità delle birre ha sfavillato il talento culinario dello chef Lucio Capasso che ha creato piatti ispirati a queste birre, in alcuni casi usate anche nelle preparazioni.
Durante la serata, abbiamo documentato con la nostra telecamera la capacità espositiva di Marco Valeriani nel descrivere il lavoro del birrificio Hammer: ecco il video.
Info: www.hammer-beer.it