Le bollicine in evoluzione di Virginie Tattinger, lo champagne “moderno e innovativo”
Sono passati poco più di tre anni da quando ci siamo occupati della maison Virginie T. (qui l’articolo di allora: https://www.storienogastronomiche.it/virginie-t-champagne-modernita-160-anni-storia-familiare/), eppure in seguito a una nuova ricognizione delle sue produzioni abbiamo trovato novità significative, prova di un’evoluzione fatta di studio, ricerca, capacità e visione, per rendere concreta la missione dichiarata di dare vita a uno champagne “moderno e innovativo” presso la propria la sede di Sillery, alle pendici della Montagne de Reims.
Innovazione che ha solide fondamenta in 160 anni di storia aziendale, tanto da fare giustamente scrivere al suo distributore italiano Proposta Vini che “il destino di Virginie era scritto”, in quanto “figlia di Claude Taittinger, ex presidente del Champagne Taittinger e di Catherine de Suarez d’Aulan, ex proprietaria del Champagne Piper-Heidsieck”.
Da quando Virginie si è messa in proprio, nel 2006, il successo è stato crescente, con idee estremamente chiare: “ho imparato da mio padre a comprendere ed amare con passione lo Champagne e la regione di Champagne, adesso creo ed elaboro con mio figlio Ferdinand, delle Grandi Cuvée di Champagne, per sedurre le nuove generazioni di clienti che amano la modernità”.
Il progetto di Virginie si rivela a nudo nel calice con il Brut Nature Vintage derivante da una grande “maggioranza di uve Premiers e Grands Crus provenienti dai migliori vigneti della Montagne de Reims, della Côte des Blancs e della Vallée de la Marne”, assemblando 70% Pinot Noir, 20% Chardonnay e 10% Pinot Meunier per un nettare che fa “sei mesi in vasca d’acciaio più 100% di fermentazione malolattica”.
Ne germoglia un bouquet fruttato innervato di panificazione, seguito al palato da una dicotomia sensoriale che vede da una parte una chiara impronta agrumata (cedro, arancia candita) e dall’altra sfumature di frutta secca (nocciola tostata, mandorla), con un sottofondo di alta pasticceria (panna, creme alla vaniglia).
Dalla casa ne consigliano l’abbinamento con rana pescatrice, risotto ai funghi, il mitico formaggio Comté 24 mesi e sorbetti, ma secondo noi regge bene anche alimenti grassi sia tra le carni (maiale) che tra i pesci (salmone).
La citata innovazione sposata a una prodigiosa capacità tecnica si riscontra nel Brut Grand Cuvée V2 6 Anni generato dallo stesso blend del precedente ma in questo caso chiamando diversamente in supporto lo scorrere del tempo, dato che “invecchia per 6 anni sui lieviti per dare un carattere autolitico al vino” e per altri 6 anni per sviluppare ulteriori note.
Una lavorazione capace di portare a una possente amplificazione dei descrittori sempre del precedente vino, con un naso inebriato ancora da sentori di prodotti da forno ma con un più deciso contributo dei lieviti, mentre il gusto pur mantenendo pasticceria e frutta secca vede sopraggiungere mela, albicocca e mandarino.
Si cambia registro con l’Extra Brut Blanc de Noirs che, lo confessiamo subito, abbiamo particolarmente amato, grazie alla presenza dell’ancora non sufficientemente osannato Pinot Meunier per un significativo 34%, con il restante 66% al Pinot Noir, per uno champagne millesimato che “trascorre più di 7 anni sui lieviti con un minimo di 6 mesi dopo la sboccatura”.
La singolarità del prodotto deriva ovviamente pure dal terroir, quello di Verzenay, villaggio su una collina coperta di viti nella parte meridionale del tratto di montagna di Reims contraddistinto dalla rigogliosa presenza di una foresta, un ambiente “ricco di terreni gessosi, con grande mineralità”.
Trionfale all’olfatto la fragranza espressa nel segno di fiori e zagara, per poi sbalordire in bocca, partendo da un delizioso ingresso dal tocco aspro di bergamotto, seguito da lampi di ananas, kiwi giallo, nettarina, albicocca essiccata e papaya candita.
Se il cuore petillant è poco visibile allo sguardo si rivela invece ben presente al palato, dove domina la cremosità del sorso.
Analisi chiusa dal Brut Rosato che impiega soltanto vini di prima spremitura (la Cuvée) atti a comporre il blend di Chardonnay (55%) e Pinot (45%), parte dei quali “vinificati in rosso, provengono dalla famosa regione di Bouzy in Champagne”.
In questo caso “tecniche multiple entrano in gioco quando si tratta di nostro Rosé: si produce un vino rosso molto denso e concentrato con un’estrazione molto elegante in botti di legno 6 mesi più una fermentazione classica in vasca di Pinot e Chardonnay; nessuna fermentazione malolattica sul vino rosso, 100% fermentazione malolattica per il vino in bottiglia”.
Qui si fa avanti con leggerezza il sottobosco al naso, mentre brilla la complessità di sapori tra fragola, pera, arancia, pompelmo rosa e melagrana.
Arriva perfino a stupire l’intensità della sua freschezza, così come l’estremo eclettismo a tavola.
Data la ricchezza di argomenti, per il migliore degli approfondimenti possibili siamo ricorsi alla grandissima competenza di Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca del distributore Proposta Vini, il cui intervento è contenuto nel video seguente.
Info: https://www.champagnevirginiet.com/fr/en/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/champagne-virginie-t/
Catalogo Bollicine: https://www.propostavini.com/cataloghi/catalogo-bollicine-2024/