Le bollicine venete dell’Abbazia di Praglia, memorie millenarie dei benedettini dei Colli Euganei
I frati benedettini nel corso dei secoli hanno salvato tanti aspetti della civiltà occidentale, tutelando pratiche, prodotti e tradizioni che senza di loro avremmo perduto, soprattutto nelle ere più buie e oscurantiste: il mondo della vitivinicoltura è uno di quelli che ha maggiormente beneficiato dei frutti della loro Regola dell’ora et labora, per la preservazione di patrimoni ampelografici ma anche per le ben note innovazioni imperiture apportate nel mondo della spumantizzazione; per questo assumono un immenso valore culturale le bollicine prodotte in Veneto dall’Abbazia di Praglia a Teolo in provincia di Padova, immersa nel Parco Regionale dei Colli Euganei, prodotti che uniscono memorie millenarie e moderne delizie.
La storia secolare dell’abbazia di Praglia inizia “tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII, alle pendici settentrionali dei Colli Euganei, lungo l’antica strada Montanara che da Padova conduceva ad Este: il nome deriva dal toponimo Pratàlia o Pratàlea (località tenuta a prati) con cui è abitualmente menzionata nei documenti medievali”…
… mentre “la comunità di Praglia fu affidata da papa Callisto II al monastero di San Benedetto di Polirone, eminente centro di osservanza cluniacense nei pressi di Mantova”, ma soltanto con gli inizi del XIV secolo si è radicata più stabilmente nel territorio padovano rendendosi “del tutto autonoma eleggendo un Abate scelto tra le file dei propri monaci”.
Passaggio importante fu l’adesione alla riforma nel 1448 con cui Praglia “recuperò la propria vocazione, crebbe sensibilmente il numero dei monaci e nuovo impulso fu dato alla cura pastorale delle parrocchie di Tramonte, Tencarola e Carbonara”, mentre il rinnovamento “interessò anche l’edificio diventato ormai inadeguato e nel 1460 prese così avvio l’importante progetto di ristrutturazione e ampliamento” che condusse al completamento della nuova chiesa (1548).
Malgrado il periodo fiorente nei secoli successivi, l’abbazia ha affrontato varie traversie, subendo diverse soppressioni, come quella napoleonica nel 1810 e un’altra nel 1867, causando scioglimenti della comunità.
Fino a quando il 26 aprile 1904 “due monaci fecero ritorno al monastero e il 23 ottobre seguente la vita dell’Abbazia poté riprendere regolarmente, continuando fino ai nostri giorni”.
Oggi la Comunità Benedettina di Praglia è la più numerosa d’Italia.
In tale contesto la Comunità svolge tantissime attività, dall’ambito spirituale a quello sociale e pure prettamente agricolo, ispirate dalle parole del fondatore San Benedetto (RB 48, 7-8): “se le necessità del luogo e la povertà richiederanno ai fratelli che si occupino loro stessi di raccogliere i frutti della terra, non se ne rattristino, poiché allora sono veramente monaci se vivono del lavoro delle proprie mani”.
Una missione che ha portato l’abbazia di Praglia a lasciare “la propria impronta sul territorio circostante, contribuendo in modo significativo alla costruzione del paesaggio agrario dei colli Euganei soprattutto con la diffusione della cultura della vite e dell’ulivo”.
Dall’abbazia raccontano che “la memoria di un interesse peculiare dei monaci di Praglia per vigne e vini è custodita in documenti antichi di quasi mille anni e ancora oggi radice di un prodotto di qualità che al contrario racconta una storia di vita”.
Da sottolineare che “oltre a essere l’unica e ultima abbazia benedettina a produrre spumante Metodo Classico, eseguiamo ancora il remuage manuale, tecnica che permette i eliminare i lieviti della prima fermentazione con molte rotazioni”.
Per questo “nella nostra cantina si respira questa storia in cui l’antica arte del fare bene le cose s’incontra con esigenze tecniche nuove nella ricerca costante di risultati di valore”.
Una tradizione che ha avuto la forza di rinnovarsi e arrivare fino a noi, grazie al “cammino di vinificazione pragliese” ripreso il 22 agosto 2011, fruendo di “un’antica cantina, una tecnologia d’avanguardia” e adottando “il massimo rispetto per l’ambiente”, basi “per una conduzione vitivinicola saggia nel XXI secolo”.
Le uve qui possono godere di condizioni ideali per esprimersi, dato che ci troviamo “nel contesto del parco floro-faunistico dei colli Euganei, territorio di origine vulcanica”, dove l’abbazia “pur vedendosi drasticamente ridotto l’antico patrimonio fondiario con le due soppressioni ottocentesche, si circonda ancora oggi di circa 40 ettari tra collina e pianura, boschi e coltivo”, con la vite che “ne occupa 10, tutti entro le antiche mura di cinta o adiacenti a esse”.
Tutto è partito nel 2005 con i primi reimpianti “in cui si è privilegiata la scelta di tradizionali e storici vitigni del luogo, quali Garganega, Moscato giallo, Merlot, Raboso o Friularo, tutte varietà DOC con un sesto d’impianto di 4500 viti per ettaro allevate a cordone speronato e guyot”.
In tale contesto “attente operazioni agronomiche manuali limitano notevolmente la produzione, nell’intento di assicurare un naturale equilibrio alla pianta e per ottenere uve d’eccellenza”.
Un segno della “consapevolezza di quanto una buona pratica agricola possa rispettare l’ambiente per il benessere di tutti porta ad evitare il più possibile l’uso di prodotti chimici, ancorando saldamente il progetto vitivinicolo di oggi ad una saggezza che viene da lontano”.
Passando dal campo coltivato al luogo di lavorazione, tutto avviene “al riparo di volte antiche”: infatti dopo la vendemmia “il frutto dell’intenso e non facile lavoro in campagna giunge finalmente alla cantina del monastero, dove gli strumenti della più recente tecnologia enologica si integrano con la bellezza austera di quattrocenteschi spazi voltati ed eleganti colonne”.
Tra queste mura “la cura attenta e paziente di mani esperte cerca di ottenere ancor oggi quel bonum vinum purum di cui spesso parlano le antiche carte pragliesi”, per mezzo di “una vinificazione di alta qualità che utilizza la climatizzazione dei vasi vinari anche al fine di evitare gli abituali coadiuvanti chimici, in una giusta libertà dalle mode del mercato per poter offrire il meglio di ciò che il territorio e la stagione consentono”.
I vigneti dell’abbazia si trovano “parte in pianura e parte in alta collina, oltre i 500 metri d’altitudine, sono il buon substrato per l’ottenimento di vini di svariate tipologie, bianchi e rossi, spumanti dolci o metodo classico, passiti o frizzanti, una micro vinificazione artigianale molto attenta alla sostenibilità ambientale e al consumatore”.
Il distributore Proposta Vini ha deciso di concentrarsi sugli spumanti dell’abbazia, inserendoli nel suo brillante catalogo Bollicine con due referenze.
Il più radicale ed espressivo appare il Brut Nature Capitulum LVI, metodo classico di un uvaggio di Chardonnay 33%, Garganega 33% e Raboso Piave 33% sottoposto a un affinamento di oltre 30 mesi in bottiglie poste in catasta in ambiente buio a temperatura, naturalmente, fresca e costante.
Parte da un bouquet agrumato per portare in bocca bergamotto, yuzu, nespola, alloro e tè verde.
Intense tanto l’acidità quanto la mineralità, è dotato di corpo elegante e irresistibile freschezza aromatica.
Potente la sua capacità dissetante ma anche quella di incantare a tavola, soprattutto se accostato al pesce crudo.
Il suo finale persistente staglia nel degustatore un ricordo sublime.
L’Extra Brut Te Deum è un metodo classico di Raboso Piave in purezza vinificato in bianco che strabilia l’olfatto incastrando la spinta erbacea tra idrocarburi e toni balsamici, mentre al palato sprizza gioiosa l’acidità in compagnia della sapidità, offrendo echi di cedro, mandarino, papaya, albicocca e susina gialla.
Goloso, fantastico in abbinamento alla cucina ittica, conquista con un finale agrumato che esplode in un complesso mix di aspro e dolce.
Questo monumentale lavoro dell’Abbazia di Praglia che unisce spiritualità, storia e artigianato è frutto di presupposti così importanti da richiedere il commento proprio dell’Abate, P.D. Stefano Visintin: il suo prezioso intervento è contenuto nel video qui di seguito.
Info: https://praglia.it/cantina/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/abbazia-di-praglia/
Catalogo Bollicine Proposta Vini: https://www.propostavini.com/cataloghi/catalogo-bollicine-2024/