Le Vie Angarano, le novità della cantina biologica veneta al femminile
Una nobile storia antica, un dinamico presente: è fibrillante l’attività dell’azienda vinicola Le Vie Angarano la cui storia vitivinicola è iniziata nel 1550 nella villa di Bassano del Grappa nel vicentino da cui prende il nome, eredità importante portata avanti dalla famiglia Bianchi Michiel attraverso un organigramma tutto al femminile “con uno sguardo sempre più attento al futuro” che produce vini in regime biologico.
Così nel cuore della storica tenuta di Villa Angarano fervono attività e progetti “con l’intento di offrire una qualità sempre maggiore”, facendo tesoro “di una tradizione tramandata nei secoli”.
Tante le novità in programma per il 2021, a partire dal “progetto di rivitalizzazione VITA VITE. Le nuove generazioni del vino che, attraverso lo sviluppo di una nuova gamma di prodotti, una maggiore freschezza del brand e le proposte della nuova generazione, punta sempre più verso il futuro”.
Un futuro che vede sempre con punto fermo il territorio nella cui visuale sono compresi il Monte Grappa e il fiume Brenta, dove “si estendono otto ettari di vigneto su un terreno di origine alluvionale e argilloso” che grazie “alla forte escursione termica e al vento del mattino” crea un microclima “che favorisce il mantenimento varietale dei vigneti e rende uniche le caratteristiche organolettiche dei vini”.
Tutto questo con “un’attenzione particolare al biologico” e il rigoroso rispetto per la crescita naturale della pianta.
Le novità in termini di referenze partono dal rosé Sisters “dedicato alle tre sorelle, Alessandra, Isabella e Ludovica, figlie di Giovanna, la nuova generazione entrata nel team dell’Azienda apportando freschezza ed entusiasmo”.
Le produttrici per esso hanno adottato una definizione usata dai tedeschi che lo chiamano Terrasse Wein, ovvero “il vino ideale da sorseggiare in terrazzo”.
Alla degustazione, la rosa canina che ti accoglie al naso si traduce in bocca in sentori di fragolina di bosco, ribes giallo, papaya e karkadè, brillando per la spiccata acidità e la golosa freschezza.
Un vino in ideale collegamento con lo Spumante Brut Rosé Jassara, da metodo charmat lungo che ne esalta il tenore fruttato, dal ribes al mirtillo rosso americano (Cranberry), passando per fragola, pepe rosa e tè Pu-Erh.
Un’altra novità è strutturale, poiché “nella vecchia cantina di Villa Angarano – progettata dall’architetto Andrea Palladio – luogo carico di storia centenaria, è stata infatti creata la Barricaia in cui si tesorizza il vino in piccole botti di rovere stagionato e dove poi si creano i grandi blend”.
Novità associativa è invece l’ingresso della cantina nella stimatissima Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, la quale riunisce i produttori che “coltivano le loro vigne, imbottigliano il loro vino, curando personalmente il loro prodotto”, attestato che per l’azienda rappresenta “una rinnovata prova della qualità del nostro lavoro, dal campo al bicchiere”.
Sono i risultati più recenti raggiunti da quel 1998 in cui “le cinque sorelle Bianchi Michiel hanno ereditato dal padre Ruggero la proprietà”, passando dall’importante processo di trasformazione aziendale avvenuta nel 2003 e approdando a un presente in cui “possono dire di aver riconfermato il destino che il Palladio aveva immaginato per la loro villa: non solo residenza ma anche fulcro di un’attività agricola”.
Palladio intervenuto nella progettazione della citata residenza che per questo è inserita tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO dal 1996.
Tra le bottiglie simbolo della produzione va annoverato il Masiero, Merlot in purezza nella sua migliore espressione, dal bouquet ampio e speziato che richiama la vegetazione boschiva, mentre in bocca si presenta setoso e carezzevole, con una buona acidità che introduce mora, mirtillo, barbabietola e un intenso finale di pepe nero.
Stessa intensità per il Quare, 100% Cabernet Sauvignon che conquista l’olfatto con provocazioni da Aji Amarillo mentre il gusto annovera le note varietali traducendole in sensazioni silvestri ricche succhi che richiamano frutta invernale matura, su cui si stendono bacche di vaniglia e accenni pepati: un grande vino di cui si avverte tutto lo spessore.
Il Michiel infine è uno Chardonnay in purezza che si sostanzia in suggestioni tropicali, partendo da un bouquet di ananas e avocado e approdando al palato con yuzu, pomelo candito e albicocca essiccata.
Un mondo in continua evoluzione che ci siamo fatti illustrare da Giovanna Bianchi Michiel nel video che segue.
Info: https://www.levieangarano.com/