Leonardo, genio (anche) della gastronomia?
Nel 1482 Leonardo da Vinci va a Milano con una lettera di presentazione per Ludovico detto Il Moro scritta di suo pugno: “io non ho rivali nel costruire ponti, fortificazioni e catapulte; e anche altri segreti arnesi che non ardisco descrivere su questa pagina. La mia pittura e la mia scultura reggono il confronto con quelle di qualunque altro artista. Eccello nel formulare indovinelli e nell’inventare nodi. E faccio delle torte che non hanno uguali”.
Ludovico si incuriosisce nel leggere le modeste auto-referenze di Leonardo e gli concede udienza. Ne rimane così colpito che Leonardo lascia la Sala delle Udienze in qualità di consigliere del Moro alle fortificazioni e Gran Maestro di feste e banchetti alla corte degli Sforza. Leonardo viene incaricato per l’organizzazione di una festa speciale per una nipote dello Sforza e coglie al volo l’occasione di propinare alcuni piatti che tanta ostilità avevano incontrato a Firenze.
Ogni ospite, spiega Leonardo ad un incredulo Ludovico, avrebbe avuto innanzi a sé un piatto da portata contenente:
– un involtino d’acciuga in cima a una rondella di rapa scolpita a mò di rana;
– un’altra acciuga avvolta attorno a un broccolo;
– una carota, bellamente intagliata;
– un cuore di carciofo;
– due mezzi cetrioli su una foglia di lattuga;
– un petto d’uccello;
– un uovo di pavoncella;
– un testicolo di pecora con panna (freddo);
– una zampa di rana su una foglia di tarassaco;
– uno stinco di pecora cotto, con l’osso.
Com’è facile immaginare, Ludovico dice a Leonardo che questo non è proprio il pasto a cui stava pensando, spiegandogli gentilmente che non è il genere di banchetto che gli Sforza sono soliti offrire ai loro ospiti.
Dai registri contabili degli Sforza sappiamo invece cosa Ludovico ordinò a Leonardo di preparare:
– 600 salsicce di cervello di maiale da Bologna;
– 300 zamponi (stinchi di maiale stufati) da Modena;
– 1200 tortini tondi da Ferrara;
– 200 vitelli, capponi e anatre;
– 60 pavoni, cigni e aironi;
– marzapane di Siena;
– formaggio gorgonzola col marchio della corporazione dei formaggeri;
– trito di Monza;
– 2000 ostriche di Venezia;
– maccheroni da Genova;
– storione in quantità;
– tartufi;
– purè di rape.
Il rapporto tra Leonardo e la gastronomia è stato tutt’altro che estemporaneo: a Firenze avrebbe fatto perfino un’esperienza da ristoratore, gestendo un’osteria con Botticelli!
Per saperne di più sulla storia di Leonardo alle prese con la ristorazione, basta guardare il video che segue, quarta tappa dell’evento gastro-storico Vediamoci Sottocasa… per Cena, organizzato dalla società di turismo storico-artistico Villago in collaborazione con il MUST, Museo del territorio vimercatese. Una visita guidata del MUST dove a ogni tappa espositiva ne è corrisposta una enogastronomica: l’abbiamo seguita con la guida Valentina Ronzoni.
Materiali tratti dall’evento Vediamoci Sottocasa… per Cena ideato e curato da Villago, svoltosi presso il MUST, Museo del territorio vimercatese (MB).
Info: www.villago.it
Info: www.museomust.it