Lettonia. Qualche riflessione da “dentro la cucina”…
Quanto scritto è semplicemente un parere personale; prima di questa esperienza non avevo mai visitato questo Paese…
La cucina in Lettonia è sempre stata una “cucina povera”, senza una vera e propria tradizione, e con pochissimi prodotti tipici.
Questo fattore principale porta ad avere un enorme miscuglio di abitudini alimentari, derivate dalle influenze di altri Paesi.
In queste settimane abbiamo avuto la possibilità di visitare e lavorare in alcuni dei migliori ristoranti della capitale, Riga, ed ho notato diversi fattori che li accomunano.
Il principale è l’età degli chef e dei cuochi che lavorano in questi ristoranti, che a differenza del nostro Paese sono davvero molto giovani, al massimo trent’anni!
Le cucine sono piuttosto “arrangiate”, cioè, i luoghi nelle quali sono situate non sono stati progettati su misura per questo utilizzo… Si tratta soprattutto di stanze lunghe e non molto larghe, situate su diverse altezze, con pochissime finestre e non sempre apparentemente rispondenti alle norme europee.
I piatti sono composti soprattutto da prodotti importati da altri Paesi e raramente vengono usati prodotti tipici… Alcuni piatti sono comunque molto interessanti e nelle preparazioni vengono utilizzati tutti i macchinari all’avanguardia presenti anche nelle nostre cucine.
Essendo comunque molto giovane, la cucina di alto livello in questo Paese si sta sviluppando velocemente e ha quasi raggiunto gli standard internazionali, spinta dalla voglia e dalle idee, molto spesso veramente interessanti, di questi giovani chef che passano le giornate intere chiusi in cucina, ma è purtroppo rallentata dall’inadeguatezza delle strutture e dalla mancanza di prodotti tipici di spicco, che invece potrebbero dare una marcia in più ai piatti.
Ecco alcune delle bellissime creazioni di questa cucina così particolare: ecco il primo antipasto.
Ecco un altro antipasto.
Le “ciotoline in creta” contengono sassi roventi nella porzione inferiore, mentre nella parte superiore ci sono pezzi di granchio crudo; nella tazzina c’è una salsa al vino con della panna acida; i camerieri le portano al tavolo, aprono il coperchio e versano la salsa sul granchio, la quale passando per dei fori passa sui sassi ardenti creando un vapore aromatico; i camerieri chiudono il coperchio ed il granchio cuoce al vapore direttamente in tavola.
Il quarto è una struttura di legno che sorregge una serie di finger-food che da il via alla cena…
L’ultimo è un fantastico bonet al cioccolato con una pallina di gelato e frutta a pezzetti come decorazione.
Davide