Liquori bio, amaro e sambuca: gli altri sapori di Domenis 1898
Esiste un’altra Domenis 1898, oltre quella che ha insegnato agli italiani cosa sia la grappa di qualità. E’ una Domenis 1898 che si mette alla prova con altri classici del buon bere, con uno spirito di ricerca fuori dal comune per rigore e intensità, arrivando in alcun casi in cima alle stesse vette raggiunte con i suoi distillati.
L’Amaro della casa è “ricavato dall’infusione e dalla distillazione di circa 20 essenze vegetali, estratte da frutti, fiori e radici”. Compatto, senza sbavature, è un amaro dal mirabile equilibrio tra erbaceo e zuccherino. Mirando alla classicità del gusto, non esibisce una spiccata originalità, ma l’ottima fattura lo colloca alla pari con le migliori espressioni del genere in Italia.
L’azienda consiglia due modalità di degustazione: “liscio per distinguere ciascuna delle venti essenze da cui è ricavato; ghiacciato per apprezzarne l’amalgama precisa e intensa”. Noi lo preferiamo a temperatura ambiente, poiché la misurata dolcezza non lo rende stucchevole, consentendo di apprezzarne gli aromi.
Nel suo desiderio di entrare anche nella produzione di classici della nostra tradizione alcolica, Domenis 1898 non poteva non dare vita alla sua versione del “liquore all’anice stellato” nell’accezione italiana, la Sambuca.
Per presentare la sua Sambuca, la distilleria attinge alla storia antica, ricordando che “l’anice stellato è una delle spezie più antiche, impiegata in cucina già dagli Egizi, dai Greci e dai Romani”. Aggiunge poi che l’anice stellato è un ingrediente antico presente in molte culture.
Verità storica inoppugnabile, cui occorre aggiungere che ogni cultura ha adottato un diverso dosaggio dell’abboccato tipico dei liquori all’anice, creando diversi gradi di amabilità. La versione di Domenis 1898 sembra aver preso la strada greca, creando un prodotto che ricorda l’Ouzo, per la forte connotazione zuccherata che si avverte matericamente perfino nella componente liquida. Una sambuca quasi da masticare che restituisce chiare sensazioni di pasticceria che alla fine prevalgono sulla freschezza vegetale dell’anice. Un gusto perentorio quindi che supera in intensità anche l’omologo francese Pastis e quello marchigiano Mistrà.
Per nostro gusto, tra tutte le varianti, preferiamo quella più secca e meno zuccherina in assoluto, proveniente dal Nord Africa: è lo Zibib, prodotto in Eritrea. Per quanto il termine Zibib in arabo indichi non soltanto l’uva passa come tutti sanno (da cui il mutuato lemma Zibibbo per il noto vino dolce siciliano) ma anche in generale le bevande alcoliche zuccherine, questo liquore all’anice eritreo in realtà non esagera in dolcezza, anzi, la limita al massimo, consentendo così di avvertire nel liquore tutte le sfumature linfatiche della pianta.
Ciò non toglie che la Sambuca di Domenis 1898 sia realizzata a regola d’arte.
Due i prodotti della Linea Bio di Domenis 1898.
Di perfezione assoluta la Grappa aromatizzata alla ruta da Agricoltura Biologica.
E’ prodotta con la distillazione di vinacce a bacca nera e bianca aromatizzate con Ruta graveolens, “una pianta erbacea officinale dai fiori gialli e piccole foglie ovaleggianti, tipica del Sud dell’Europa, presente in tutta Italia dalla pianura alle zone montane, in luoghi sassosi e soleggiati”. Aromatizzazione che avviene tramite infuso di Ruta a base di grappa, suggellata dall’inserimento di un rametto della pianta nella bottiglia.
Al palato dona sentori di alloro e di corteccia, con sfumature di dolcezza clorofilliana. Delicato l’apporto aromatico della Ruta così come tenui sono i profumi: una discrezione organolettica che rende il prodotto di rara eleganza, distinguendolo nettamente da i più aggressivi omologhi della distillazione trentina.
Uno dei migliori dopo-pasto possibili di cui si possa godere in Italia. Lascia la bocca pulita e profumata, come dopo una carezza balsamica.
L’Aghemil, liquore al miele da Agricoltura Biologica di Domenis 1898, è un capolavoro assoluto dell’enogastronomia italiana. La sua dolcezza soave è imparagonabile a ogni altra esperienza. La sua densità lo rende un liquore da mangiare, anche con gli occhi, per quei suoi ipnotici riflessi cangianti dati dalle particelle di miele che rimangono in sospensione nell’ambiente liquido.
Miracoloso l’equilibrio tra la componente alcolica e la potenza melliflua dell’ingrediente caratterizzante. Dopo ogni sorso, il palato si fodera di felicità.
Questa prodezza si spiega con il lungo lavoro per realizzarla.
L’Aghemil è frutto dell’incontro di una grappa di vinacce da uve a bacca nera e bianca con l’Amorpha fruticosa, “diffusa come pianta spontanea lungo i fossi, i greti di fiumi e torrenti, da cui si ottiene un miele molto caratteristico”.
Non un miele qualsiasi, dunque, bensì di una rarità pari alla sua eccellenza. “Per creare questo liquore biologico ci siamo rivolti a un apicoltore certificato di Buttrio (a circa 10 km da Cividale del Friuli), Luciano Zucco, ancora svariati anni fa”, racconta Cristina Domenis: “ci propose un miele molto particolare, di Amorpha fruticosa, dall’aroma fruttato che ricorda le gelatine, i canditi e la marmellata d’arance che poteva ben abbinarsi alla fragranza della grappa”.
Un miele frutto di una scoperta prodigiosa, avvenuta quando “in primavera inoltrata le sue api bottinavano verso la bassa, in concomitanza della fioritura dell’acacia: in attesa di spostare gli alveari verso la collina per la fioritura più tardiva dell’acacia, fece fare loro una sosta a metà strada, a casa sua a Buttrio, notando che le api andavano e venivano alimentando l’alveare; incuriosito di sapere verso che piante si dirigevano, fece in modo di scoprirlo, osservando nelle sue ricerche che c’era un’alta attività bottinatrice sul greto del torrente Torre, poco distante da casa sua: notò degli arbusti dalle foglie simili all’acacia, ma privi di spine, con delle infiorescenze molto vistose di color indaco che Luciano identificò, con l’aiuto del botanico Simonetti, come Amorpha fruticosa, detta anche Indaco bastardo”.
La scoperta è stata così importante che “questo miele è stato in seguito anche caratterizzato dall’Università degli Studi di Udine ed è entrato nell’elenco dei prodotti tradizionali della regione come miele di amorfa (www.ersa.fvg.it)”.
Abbiamo chiesto ad Alain Rubeli, amministratore di Domenis 1898, di riassumerci le caratteristiche di questi prodotti.
Info: www.domenis1898.com