MacS di Catania, il Museo che promuove l’Arte e valorizza la Sicilia
Creare un punto d’incontro tra la cosmogonia dell’arte contemporanea tout court e il microcosmo della creatività autoctona: è una sfida epistemologica quella condotta dal MacS nella prestigiosa sede di via S. Francesco D’Assisi 30 a Catania, dove ha creato un’osmosi tra i massimi sistemi internazionali e il patrimonio culturale siciliano.
Missione dichiarata del Museo Arte Contemporanea Sicilia è infatti “quella di instaurare un dialogo tra l’arte del passato e l’arte contemporanea” che pur partendo da un acronimo dalla forte connotazione territoriale in realtà “si apre all’internazionalità”.
Già la sede trasuda cultura, trattandosi di “un contenitore architettonico così prezioso da essere uno dei contesti monumentali più importanti della città di Catania e dell’intera Sicilia”, incastonato com’è nel cuore delle istanze barocche del centro urbanistico del capoluogo etneo.
La fonte d’ispirazione “sono i criteri classici e parametri quali bellezza, perizia esecutiva, capacità tecnica, armonia delle forme” tesi a “restituire all’opera d’arte il significato originario, il suo valore assoluto, intendendo avvicinare tutti, bambini, ragazzi e adulti all’arte”, con l’obiettivo “di creare un museo accogliente, attivo, dinamico e in espansione” in cui creare valore coltivando “i talenti emergenti e consolidando quelli già affermati”.
Proprio la struttura architettonica delle sede rimane protagonista anche durante il percorso di visita, con i suoi criteri abitativi adattati alle esigenze espositive che creano soluzioni di allestimento inconsuete, regalando fughe prospettiche ascensionali di forte impatto emotivo…
… alcove funzionali allo studio raccolto e all’introspezione accesa da audiovisivi…
… nonché improvvise voragini ingegneristiche che precipitano l’osservatore in sinuosi sentieri contemplativi che accolgono opere disseminate dietro guizzi geometrici di pareti nervose.
Diversi gli incontri visivi stimolanti, soprattutto con gli artisti che preconizzano evoluzioni in fieri.
Sulla retina si memorizzano il volto in dissoluzione con bulbo oculare indagatorio del catanese Sergio Fiorentino…
… seguito dai burattini cristallizzati nell’enigma della sofferenza del concittadino Alfio Giurato…
… e il turbamento indotto dalla Cappuccetto Rosso troppo cresciuta ed eroticamente spavalda di Elisa Anfuso, ancora da Catania…
… mentre nella vicina Acireale ci sono Fabio Modica che scompone i caratteri somatici delle facce per renderle cartografia astratta del caos cromatico…
… e Paolo Guarrera che sublima l’origine del mondo courbetiana in un Moto dell’Amore in cui scultorei Madre e figlio scatenano linee direttrici in ogni direzione, nella loro edipica danza corporea che sfida ogni morale.
Interessante il confronto a distanza tra quest’ultima opera e le nudità martoriate della fotografa e artista digitale Daria Endresen che dalla sua Ucraina porta in dote un gelo concettuale che raffredda quella tensione intellettuale che invece nel citato Guarrera è torrida esplosione mediterranea di turgore espressivo.
Nel video che segue abbiamo raccolto le suggestioni visive che maggiormente ci hanno colpito durante la visita al MacS di Catania.
Info: http://www.museomacs.it/index.asp