Madonie in tavola e Festival DiVino, nel sistema paese di Castelbuono
Sistema paese. Scritto con la minuscola. Ogni volta che salgo a Castelbuono, nelle Madonie, non posso che ammirare una comunità che ha saputo condividere e valorizzare un polo agroalimentare unico.
Anche sull’asse Sicilia Milano, visto che Nicola Fiasconaro e il padre Mario sono saliti a imparare l’arte del panettone dagli ultimi maestri. Qui tutti fanno sistema, i Fiasconaro economia sociale, i ristoranti Nangalarruni di Peppe Carollo e il Palazzaccio di Sandro Cicero e Giuseppe Migliazzo valorizzano carni, formaggi, funghi, tartufi madoniti con sobria ricerca creativa. E grande cantina da enoteca.
Dario Guarcello, l’assessore, organizza la tredicesima edizione del Festival Di-Vino che vorrebbe essere la sintesi di un luogo della storia che fa cultura a tempo pieno, dalla classica al jazz, al teatro, fino al festival di musica indie più famoso d’Europa, Ypsigrock.
Luca Martini, sommelier campione del mondo, vigneron, imprenditore e narratore del vino, lo ha aiutato a crescere, Daniele Lucca a comunicare.
Ci sono i premiati, le degustazioni, i pranzi a tema, i duecento produttori da tutto il mondo che affollano la domenica il Salone del Chiostro di San Francesco. Musica e cabaret sotto il magnifico Castello.
Hanno ritirato i Premi Gusto Divino e Mario Fiasconaro, lo chef Gianfranco Vissani, Marisa Fumagalli del Corriere, Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, l’influencer messicana Anais Cancino, il professor Biagio Agostara di Idimed.
Assegnati i primi premi Gusto Divino oro Miglior rosso al Rosso del Conte Tasca d’Almerita 2014, Miglior bianco oro Erse Etna Bianco 2018, Miglior spumante Fina metodo classico pas dosé.
Serata molto interessante al Nagalarruni, spettacolare crostino all’uova di quaglia e tartufo, mentre Luca Martini raccontava il suo Syrah Saint Joseph, valle settentrionale del Rodano, Domaine Clotaire Michal, dal 2009 al 2011. Mi ha fatto scoprire un mondo in sottrazione, con acidità e freschezze sorprendenti, angoli difficili. Longevità.
Poi Luca e il socio vendono per spostarsi in Beaujolais-Village. Verticali di La Napoleon (vigne da 60 a 130 anni) e Vignes Centenaires (solo 130), 2014, 2016, 2017. Vinificate a grappolo intero, tannino potente, frutto, acidità. Memorabile.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 10 agosto 2019
MARCO MANGIAROTTI