Maixei, da Dolceacqua (IM) il Rossese eroico del Ponente Ligure
Millenni di Storia in cui tutto è rimasto fedele alla tradizione, dalla nobile e faticosa metodologia di produzione alla rilevanza identitaria: della presenza del Rossese in Liguria si hanno le prime tracce nel periodo degli antichi Greci, ma probabilmente si dovrebbe retrodatare il suo approdo in questa terra già agli Etruschi.
Ne dà notizia il sito dei vini Maixei, i cui produttori a Dolceacqua, in provincia di Imperia, perseverano nel durissimo lavoro richiesto da questo vitigno che ama abbarbicarsi su scorci impossibili.
Ma ogni sacrificio è ricompensato da un vino con “radici profonde nella tradizione ligure” in cui i produttori di oggi riescono “a fondere il gusto e il profumo delle uve di Rossese con il sapere di generazioni passate”.
Anche perché per realizzare la linea Maixei è stata compiuta la scelta di vinificare in purezza soltanto le uve Rossese di Dolceacqua, coltivate con interventi “esclusivamente manuali, anche per via delle zone scoscese in cui esse crescono”. E’ in questo modo che si coniuga “l’essenza dei muretti a secco, tipici della tradizione ligure, con il sapore di oggi, intriso di ricordi del passato”.
I vini Maixei sono frutto della cooperativa agricola Riviera dei Fiori, nata nel 1978 “per riunire i produttori di vino Rossese di Dolceacqua sparsi sul territorio”.
La filosofia comune prevede che i processi di trasformazione del mosto siano “minimi ed essenziali per garantire la genuinità e la qualità del prodotto”.
Esemplare di questo sistema di produzione è il Rossese di Dolceacqua nella sua versione base, dal leggero soffio floreale al naso, in cui la freschezza del frutto è evidente, come il retrogusto che denota personalità speziata.
La versione più complessa e strutturata è il Barbadirame Dolceacqua Superiore, “omaggio doveroso e sentito ad un grande dolceacquino, un artista che, con il suo tratto inconfondibile, ha rappresentato il carattere e l’anima di Dolceacqua, orgogliosamente contadina, inscindibilmente legata alla vite e all’olivo”, in cui ogni spunto varietale si irrobustisce. Il Barbadirame Dolceacqua Superiore rientra nei prodotti inseriti nella categoria dei Vini Estremi, creata dal distributore enoico e operatore culturale Proposta Vini per celebrare quei “vini eroici, figli della fatica, del sudore, della laboriosità dell’uomo”, prodotti “in zone spesso sconosciute, geograficamente impervie, con uve talvolta coltivate in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna, alle rocce, al mare”.
Molto interessante anche il Rose Rosse se…, versione rosata “che sa di fiori, di caramelle” che cerca la via della modernità amplificando profumi e acidità.
A parlarci di questo nobilissimo vino è Fabio Corradi.
Info: www.maixei.it