Marabino, realtà (bio)dinamica del vino siciliano
Se un’azienda giovane si mette a produrre vino e in pochi anni riesce ad avere successo in un comparto così affollato, vuol dire che dispone di grandi prodotti e forte personalità. E’ il caso di Marabino che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nel panorama enoico italiano, mentre la sua notorietà tra gli amanti del vino è in costante crescita.
E’ situata nel comprensorio della Doc Eloro & Noto nel siracusano, infatti la struttura è attorniata dagli splendidi candidi muri a secco tipici della zona.
Siamo in territorio di Pachino, dove la tradizione vitivinicola “è ben viva nella memoria della gente del luogo”, essendo stata la coltivazione della vite per lungo tempo l’attività agricola prevalente.
Una volta infatti questo territorio fungeva da serbatoio di mosti e vini “prevalentemente impiegati per il taglio di vini più blasonati, acquistati dal nord Italia e dalla Francia in grandi quantitativi”. L’azione di aziende come Marabino è stata di affrancare il territorio da questa posizione ancillare rispetto al grande mercato, riappropriandosi delle proprie tradizioni enoiche e proponendole in forma fieramente autonoma.
Ecco come ci spiega questa svolta Salvatore Marino, enologo dell’azienda, la cui famiglia da generazioni è legata proprio alla storia del vino di Pachino.
Le fondamenta di Marabino sono la grande attenzione per i vitigni autoctoni, su tutti il Nero d’Avola e il Moscato Bianco da cui nasce il Moscato di Noto, quindi la scelta di curarli esclusivamente con “prodotti naturali che seguono i principi dell’agricoltura biodinamica, per aiutare la vigna a trovare e mantenere l’equilibrio in sintonia con la natura e per far esprimere finalmente al vino la profondità del carattere della propria terra”.
E’ ancora l’enologo Salvatore Marino a spiegarcene le ragioni.
A far partire il successo della cantina è stato il Moscato della Torre, una perfetta espressione dell’uva Moscato di Noto capace di spalancare le porte del mercato. Le enoteche lo hanno premiato da subito con entusiasmo, anche quando ancora non conoscevano i pregi degli altri vini dell’azienda. E’ molto amato anche dai consumatori non esperti, grazie a una dolcezza bilanciata, per niente stucchevole, capace di portarsi dietro con misura note aromatiche della tipica frutta isolana, soprattutto quella secca e candita.
Convincente anche la vinificazione secca dello stesso vitigno, quel Muscatedda davvero irresistibile per chi ama i vini floreali e aromatici: la sua freschezza non si traduce in evanescenza, mantenendo anzi un buon corpo.
Il vino di punta è poi diventato l’Archimede, apprezzatissimo fuori dai confini territoriali, essendo considerato una delle espressioni più convincenti e sincere del Nero d’Avola: a tavola seduce con una buona freschezza e tannini non aggressivi.
Il nostro preferito tuttavia è il Rosa Nera, uno dei migliori rosati d’Italia. Riesce a mantenere intatta la fresca intensità del frutto del Nero d’Avola e in un tripudio di fiori lascia avvertire tutta la forte personalità della bacca nera.
Abbiamo chiesto all’enologo di Marabino di raccontarci i vini prodotti dalla azienda.
Info: www.marabino.it