Morando, in Monferrato i vini piemontesi dalla lunga storia
Da quattro secoli la famiglia Morando produce vino sulle colline del Monferrato casalese, zona incastonata in quei paesaggi vitivinicoli recentemente dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Gli antenati di Silvio giunsero in Piemonte dalla Sardegna passando per la Corsica.
Per ricordare le origini mediterranee, il simbolo della cantina è formato da tre mori bendati, “marchio” dell’isola. Nel 1630 il capofamiglia dei Morando difese la rocca dall’assedio degli Spagnoli, sacrificando la sua vita per la propria terra. L’azienda vinicola è stata organizzata a fine Ottocento dal trisnonno Gaspare, che le diede un’impronta imprenditoriale.
La storia continua fino ai giorni nostri, quando Silvio e Tiziana si incontrano, entrambi studenti, alla scuola enologica di Alba. Dal loro amore nascono tre figli: Nicolò, Camilla e Rebecca. Ed è anche dall’amore per la propria terra, il Monferrato, che si consolida e continua la storia dei Morando, cultori della vigna e del vino.
I 14 ettari coltivati a vite, con metodo biologico, producono Barbera, Grignolino e Bonarda. Oltre ai vitigni autoctoni, ce ne sono anche alcuni stranieri, non DOC, ma altrettanto validi e di ottima resa. “Il Bastardo”, “L’Anarchico”, “L’Eretico”: sono alcuni dei nomi particolari e caratteristici dati ai vini Morando che vengono esportati in diversi paesi europei (soprattutto in Francia e in Germania).
Proprio per valorizzare i prodotti del territorio, c’è la “Locanda degli Ultimi”, aggettivo inteso sia come “ultimi” ad andare via dal locale, i ritardatari, sia gli ultimi della società, che in quel luogo potranno avere spazi e modi per far sentire la propria voce e sensibilizzare gli avventori anche su temi sociali e solidali.
Info: www.morando.com
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