Morgia Pietravalle a Salcito (Molise), monumento naturale antropizzato
Sono esuberanze litiche che si stagliano sulla stupenda terra del Molise, elevandosi verso un cielo testimone di storia milionaria del pianeta e vicende millenarie del passaggio umano, autentici monumenti forgiati dagli elementi della Natura e cesellati dall’utilizzo antropico: sono le Morge, fenomeno che per quanto presente anche in altre parti del Paese, assume un particolare valore identitario in questa regione che ne è particolarmente ricca.
Una splendida testimonianza del fenomeno, la quale ha anche il pregio di essere tra le più comode da raggiungere e soprattutto la meglio attrezzata per una visita culturale, è la Morgia Pietravalle, situata nel territorio dell’omonima frazione del comune di Salcito, in provincia di Campobasso, in corrispondenza dell’agriturismo La Morgia dei Briganti.
Il cartello ben documentato che accoglie i visitatori parla del fenomeno delle morge presente in varie zone del Molise centrale come “formazioni rocciose esplose in superficie”, in quanto non sono altro che fondali marini spinti “dai movimenti tettonici della crosta terrestre milioni di anni fa”. Tra esse, la Morgia di Pietravalle riveste una particolare importanza, poiché si tratta di una roccia calcarea ricca di fossili, risalente all’Era Cenozoica.
Viene ricordato il valore del sito sotto ogni aspetto, poiché tra il Medioevo e l’Età Moderna la morgia è stata interessata “da fenomeni di insediamento di tipo abitativo e cultuale fino al suo abbandono e alla sua totale restituzione alla natura”.
Memoria di tale utilizzo della rupe da parte dell’Uomo “sono le cavità chiaramente artificiali ancora visibili e le tracce di possibili elementi architettonici in legno e pietra” che rappresentavano la parte costruita degli insediamenti.
Per farci spiegare il fenomeno fisico e le sue evoluzioni antropiche, abbiamo intervistato una delle più lucide ed elevate intelligenze che ci è capitato di incontrare, capace di incantare tanto con la sua sterminata ma mai esibita erudizione quanto con la sua caldissima e generosa umanità, rappresentando una delle figure culturali di cui maggiormente l’Italia deve andare fiera: è Rocco Cirino, professore che ama definirsi contadino (entrambe attività da lui realmente svolte), il quale nel video sottostante illustra la genesi delle Morge e le modalità con le quali sono state colonizzate dalla popolazione locale nel corso dei secoli.
Si deve a un’iniziativa dei proprietari del terreno su cui sorge la morgia, la famiglia Ciccarella, l’avvio di un’azione di recupero dell’abitato rupestre per consentirne l’accesso e la fruibilità, in funzione della promozione e valorizzazione del sito.
Nell’ambito di tale progetto, da una Scheda di Rilevamento della Regione Molise (http://percorsipsr.regione.molise.it/sites/percorsipsr.regione.molise.it/files/5C_MORGIA_PIETRAVALLE_Salcito.pdf) si apprende che il toponimo “è attestato dalla seconda metà del XII secolo nella forma di Petram valdam” e che, sebbene non vi siano ancora abbastanza dati in merito, l’epoca di realizzazione dell’abitato “sembra poter essere collocato tra l’XI e il XV secolo”, mentre “dagli studi effettuati dall’arch. Franco Valente si evince che proprio nella Morgia Pietravalle o dei briganti si può identificare l’antico castrum longobardo di Sancti Laurentii”.
Dal punto di vista strutturale, “si tratta di case ricavate nella roccia e regolarizzate attraverso strutture in legno: l’abitato si sviluppa soprattutto nel versante meridionale della morgia, dove sono presenti dieci cavità artificiali, a pianta quadrangolare, distribuite su due livelli”.
In una di queste grotte è allocata “una cisterna che si riempiva grazie ad un foro scavato nel soffitto”.
Si ipotizza che l’abitato rupestre fosse “un punto di ricovero per la transumanza che avveniva lungo il Regio Tratturo Celano-Foggia, ma alcune testimonianze portano anche a pensare che l’abitato si presentasse come un ottimo rifugio per i briganti”.
Questa monumentale testimonianza geo-antropologica può essere raggiunta attraverso un percorso che ha anche un valore naturalistico, il cui inizio è in corrispondenza della citata azienda agrituristica La Morgia dei Briganti.
Una leggera pendenza accelera il passo come se il visitatore fosse ansioso di entrare in contatto da vicino con la morgia, calpestando gradoni compattati tipo ghiaietto e guidati da una curata staccionata in legno.
Si incontra quindi un ponticello ligneo che valica l’alveo di un piccolo corso d’acqua. Il contesto in questo modo alimenta l’afflato lirico di un luogo di rara armonia estetica.
Una volta raggiunta la morgia, si viene catturati da un’emozione potentissima, sia per la chiara manifestazione di suprema potenza della Natura e del suo tumultuoso divenire, sia per l’incessante manifestazione di ingegno dell’Uomo, sempre pronto a industriarsi per ricavare vivibilità dalle asperità, procedendo con razionalità alla realizzazione di opere funzionali ma senza mai dimenticare il gusto estetico e l’innata ricerca della bellezza.
Infatti qui ogni scorcio regala un sussulto, per gli abbaglianti incastri degli elementi naturali come per la rara grazia degli interventi architettonici di natura umana, in una simbiosi oggi perduta.
Tale realtà gode delle attenzioni competenti del Parco delle Morge Cenozoiche del Molise (http://www.parcodellemorge.it/), un progetto nato “con l’intento di unire diverse comunità intorno alla bellezza delle Morge”, come quelle dei comuni di Pietracupa, Salcito, Trivento, Limosano, San Biase, Sant’Angelo Limosano, Bagnoli del Trigno, Montefalcone, Roccavivara, Oratino e Castropignano, cui si è unita l’Università degli Studi del Molise. Project Coordinator è Roberto Colella.
Sul sito del Parco, a proposito della Morgia di Pietravalle, si legge che “il sito consente di apprezzare bene il fenomeno della morfoselezione” e ha “un interesse paleontologico”, ricordando che nei pressi “si trova il laboratorio paleontologico all’aperto dedicato alla memoria del giovane geografo Flavio Bruni e promosso dall’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia”.
Nel video che segue, sprazzi visivi di questo luogo incantevole, prezioso tassello di quel meraviglioso mosaico che è il Molise.