Il Museo di Arte Casearia e della Transumanza ad Agnone, in Molise
Un luogo di contemplazione ed erudizione fondamentale per comprendere a fondo l’anima di uno dei più nobili territori del nostro Paese, quel Molise decisivo nel definire l’identità dell’Italia attraverso la radicata epopea della civiltà agro-pastorale: è il Museo di Arte Casearia e della Transumanza che si trova nell’Area Artigianale Giovanni Paolo II di Agnone, in provincia di Isernia, fondato e curato dal Caseificio Di Nucci.
La base scientifica si fonda su una collezione che il Soprintendente Archivistico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha dichiarato di “interesse storico particolarmente importante”, poiché la sua documentazione “rappresenta la prima testimonianza disponibile in Molise di un’attività imprenditoriale, quella del settore lattiero-caseario che costituisce uno dei motori trainanti dell’economia della Regione”.
Un’impostazione il cui valore culturale è avvalorato nella curatela dalla competenza di Antonia Di Nucci, la quale nel video seguente ci ha esposto la filosofia espositiva del museo.
In una sala dedicata all’avo Giovanni Di Nucci si dipana la storia di una famiglia legata da secoli all’attività casearia e al rapporto con la pastorizia errante, così simbiotico da divenire sineddoche dell’identità del territorio alto molisano e delle vicende socio-economiche dell’Italia meridionale.
La visita al museo è associata a quella al caseificio, creando il “viaggio multisensoriale” annunciato nelle premesse che crea la prospettiva di un’esposizione esperienziale.
E’ il prologo pedagogico che introduce all’allestimento “dove la storia della zootecnia viene rivisitata attraverso le vicende dell’antica famiglia capracottese, trasferitasi ad Agnone nel secolo scorso”, presentandosi come “esperienza visiva e tattile dell’immensa storia di una parte d’Italia”, con “aneddoti, sorprese, racconti che spiegano ancora meglio come un prodotto enogastronomico si trasforma in storia”.
L’impatto visivo registra una grande sala che potrebbe apparire spoglia in assenza di pubblico, ma in realtà è funzionale all’imprescindibile visita guidata, prestandosi a un avviluppante percorso circolare che sembra simboleggiare il cerchio della vita, narrando l’eterno divenire della Natura indirizzato dalla fatica e dall’ingegno dell’Uomo.
Tappe del tragitto sono “gli strumenti antichi appartenuti ai massari e ai mastri casari della famiglia Di Nucci, alcuni tutt’ora utilizzati per la produzione dei formaggi artigianali del Caseificio”, disposti creativamente in maniera tale da creare delle installazioni, in grado di rappresentare vividamente contesti rurali legati all’ambito domestico e alle attività artigianali.
Si susseguono così “utensili in rame, in legno che raccontano di transumanze lungo le strade erbose dei tratturi”, facendoti intravedere “i cammini di uomini semplici che portavano le greggi lungo i percorsi un tempo tracciati dai Sanniti”.
L’indole colta del progetto emerge prepotentemente attraverso la visione del prezioso materiale librario custodito nella biblioteca tematica intitolata a Carlo Miscischia, gastronomo e bibliofilo…
… in cui si trovano perle come “opere storiche (una copia del De re rustica di L. M. Colummella) e l’unico esemplare perfettamente conservato de La ragion pastorale di Stefano Di Stefano, stampato a Napoli nel 1731”.
Importante anche il contributo dell’arte, grazie alla presenza di opere del pittore molisano Ugo Martino insieme a stampe e quadri che “arricchiscono le pareti della collezione museale”.
Il vertice dell’emozione si raggiunge tuttavia quando si entra in contatto con i ricordi tangibili dei Di Nucci, come foto d’epoca che cristallizzano in uno scatto tutta la composta elevata dignità di un passato irripetibile…
… sublimandosi in commozione quando quando la nostra guida ci mostra tra le mani il manoscritto del Diario di Vita di Giovanni Di Nucci, altra figura familiare di grande importanza nell’evoluzione della dinastia di casari…
… un volume che si apre con una precisa volontà espressa da chi ha vergato tali pagine: “da far leggere ai miei nipoti il modo di vivere di ieri e di oggi”, diventando un memoir capace di arrivare al cuore di tutti, facendo sentire anche noi lettori di passaggio come se fossimo per un istante a nostra volta componenti della famiglia.
L’itinerario “culmina nell’angolo degustazione, dove assaporare le diverse espressioni gastronomiche dell’arte casearia”, anch’esse imperdibili, ovviamente prodotte dal caseificio Di Nucci.
Nel video qui sotto, le immagini della nostra visita al museo.
Info: https://www.caseificiodinucci.it/il-museo-di-arte-casearia-e-della-transumanza/