Il Museo della Birra Peroni, a Roma
Nel Paese del vino, forse non ci si è accorti a sufficienza di quanto anche la birra rappresenti un pezzo di identità dell’Italia. Basta una visita al Museo Birra Peroni per rendersi conto di quanto questa bevanda e soprattutto la marca in oggetto abbia accompagnato la storia personale di intere generazioni di italiani.
Basta fare un giro nei quartieri popolari di Roma, città della sua sede centrale odierna, per vedere quante tracce Peroni abbia lasciato anche nell’arredo urbano, oltre che nel contrassegnare la gastronomia popolare.
Il bell’allestimento del Museo in via Renato Birolli 8 a ogni passo ti fa annuire col capo, perché con le sue suggestive ricostruzioni scenografiche mette in risalto tante cose che siamo abituati a dare per scontate. Per esempio tutti quei momenti di vita popolare in cui si è scelta la compagnia dela birra Peroni, oppure quanto abbiano segnato l’immaginario collettivo le sue campagne pubblicitarie.
Nell’allestimento l’area dedicata alla réclame, con in testa gli spot televisivi, è quella che più di tutte fa scattare l’effetto amarcord, con una punta di nostalgia per la bella televisione che fu ma anche per una certa ingenuità di massa che oggi appare romantica.
Quanti italiani hanno perso la testa per Solvi Stubing, l’attrice tedesca che dopo un’attività nel cinema e nei fotoromanzi divenne “la bionda” per eccellenza grazie al ruolo di testimonial negli anni sessanta della celebre pubblicità televisiva della Peroni.
Meno si ricorda invece che lo stesso ruolo di testimonial è stato coperto anche da Claudio Lippi…
… e da un certo Mario Girotti, futuro Terence Hill.
Non meno interessante il resto del percorso del Museo Birra Peroni, chiaro e suggestivo nel raccontare la storia dell’azienda dal 1846 ad oggi, con il supporto di documenti e immagini d’archivio.
Inaugurato nel 2001, “documenta gli aspetti produttivi, commerciali e di costume che hanno sancito il successo prima nazionale e poi internazionale dei marchi Peroni e Nastro Azzurro, dalle loro origini ad oggi”, dicono dall’azienda, grazie al contributo di un “Archivio Storico, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio nel 1996, conserva oltre 500 metri lineari di documentazione in faldoni e registri, 10.000 scatti fotografici, video, oggettistica, confezioni e materiali pubblicitari”.
Tre le sezioni del Museo, “dove i pannelli narrativi si accompagnano ad oggetti, arredi d’ufficio, materiali di confezionamento e promozionali, filmati d’epoca, fotografie, utensili, mezzi di trasporto, manifesti e antichi macchinari”.
Descrivono “uno spaccato della storia aziendale nella prima metà del Novecento”, il processo produttivo “ricostruito attraverso macchinari e oggetti originali”, l’evoluzione del packaging e del materiale promozionale, la storia della comunicazione pubblicitaria.
Fruibile attraverso visite guidate e percorsi didattici, significativamente inglobato nella sede produttiva e amministrativa dell’Azienda, il Museo si distingue anche come centro di ricerca per studiosi e studenti, collaborando con le università. Ovviamente, a fine visita, immancabile la degustazione dei prodotti Peroni.
A parlarci della struttura è Daniela Brignone, Curatrice Archivio Storico e Museo Birra Peroni.