Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano (AN), in mostra 700 anni di una tradizione unica
Fabriano è un molteplice esempio per tutta Italia, non soltanto per la capacità di conservare da sette secoli una leadership planetaria in un’industria delicata come quella cartiera senza mai abbassare la sua immensa qualità, ma anche e soprattutto per la rara e ammirevole consapevolezza del valore squisitamente culturale di tale attività imprenditoriale, tanto da celebrarla con i più elevati dispositivi intellettuali, a partire da un’esposizione di rara concretezza epistemologica e massima capacità divulgativa, il formidabile Museo della Carta e della Filigrana, il quale rappresenta “una testimonianza della volontà di non recidere i legami con una tradizione pluricentenaria” che consente a tutti di comprendere perché tale località è ancora “una delle pochissime città al mondo dove ancora oggi si fabbrichi carta a mano”.
La collocazione dell’allestimento all’interno del magnifico complesso monumentale dell’ex Convento dei Domenicani ne alimenta il senso di sacralità, una ieraticità capace di tradursi in emozione non appena assunta la consapevolezza di trovarsi innanzi alla tangibile narrazione di settecento anni di tradizione cartaria locale.
Una storia così ampia ha richiesto al curatore un parimenti grande sforzo di organizzazione logica, attingendo all’articolazione in sezioni che vanno “dalla fabbricazione a mano della carta e relativa utilizzazione del manufatto, passano all’esposizione delle filigrane, con ragguagli sulle tecniche per ottenerle, alla visualizzazione del viaggio storico della carta, alle fasi di sviluppo di questa arte nella terra di Fabriano, ai suoi processi di lavorazione e alla connessa tecnologia, mediante documenti e schede storico-tematiche”.
Sezioni che fungono come capitoli di un libro le cui pagine sono rappresentate dagli stupendi intatti ambienti dell’edificio allestiti in maniera esemplare per rendere induttiva la comprensione dei procedimenti produttivi, a partire dalla sala trecentesca del piano terra in cui è stata ricostruita la gualchiera medioevale per la fabbricazione della carta a mano, sorta di cuore pulsante dell’esperienza offerta al visitatore, anche grazie all’azione dimostrativa di un esperto che essa ospita.
Si viene così a conoscenza del ruolo degli stracci in tale lavorazione, selezionati e mondati prima di passare dal maceratoio ed essere ridotti in pasta di carta.…
… passando per l’intervento delle pile a magli multipli di cui si può osservare in funzione un esemplare in perfette condizioni realizzato dalla falegnameria Corvo di Fabriano trent’anni orsono…
… per arrivare alla torchiatura…
… preludio alla nascita di un capolavoro di perizia e dedizione come il prodotto finale.
Grazie al prezioso materiale documentario dell’Archivio Storico Comunale di Fabriano relativo ai secoli XII, XIII e XIV è stato possibile operare una ricostruzione sia pure parziale della nascita e dell’affermazione della lavorazione della carta in questa località marchigiana. Tra le ipotesi, emerge una possibile filiazione dall’attività medievale dei lanaioli, con prime citazioni di cartai in documenti nel 1283 mentre la corporazione del settore viene fondata nel 1326.
Si presume un’autentica rapida esplosione del successo dei cartai fabrianesi già da allora, grazie alla capacità di mutuare tecnologie da altri opifici e di risolvere problemi pratici come il deterioramento dei fogli, ma soprattutto per merito di straordinarie innovazioni come la filigranatura alla quale la visita guidata al museo riserva una delle spiegazioni più suggestive, aggiungendo all’avvincente storytelling anche dimostrazioni pratiche delle sue peculiarità, mostrandone la raffinatezza in trasparenza…
… le potenzialità di riproduzione…
… la capacità di trasportare un’icona letteralmente in un’altra dimensione…
… fungendo da elegantissimo supporto della memoria…
… testimonianza del saper fare dell’industria italiana che attinge dalla sapienza artigiana…
… ma anche strumento delle più decisive dinamiche della vita quotidiana…
… fino ad assumere lo status di antiquariato nostalgico.
L’esposizione è estremamente esaustiva sia nel raccontare la storia della carta a Fabriano come la sua nascita ed evoluzione nel resto del mondo, illustrando materiali, tecniche, impieghi, fortune, crisi, riprese, delineando una panoramica del settore che rappresenta certamente un arricchimento per i non addetti ai lavori.
Parecchio avvincente l’affresco dell’epopea della carta a Fabriano, fatta non soltanto di intuizioni geniali e applicazioni sorprendenti, bensì anche di vicende familiari che sanciscono una volta di più la natura intrinseca della nostra piccola e media imprenditoria, come nel caso della famiglia Miliani con il suo contributo determinante alla gloria dell’ambito cartiero.
Il museo ha oculatamente adottato il sistema della visita guidata che rende tutto più discorsivo e immediato nonché empatico, consentendo al visitatore di porre tutte le domande che vuole e ricevendo pronta risposta.
La guida mostra sempre massima cura nel coltivare l’attenzione dell’osservatore, mutuando dal teatro l’uso modulare della voce e dalla sensibilità personale la capacità di assecondare ogni esigenza pedagogica.
Il museo così si inserisce nell’alveo sempre più convincente e necessario dell’esposizione esperienziale, consentendo e anzi auspicando l’azione tattile del visitatore e offrendo dimostrazioni pratiche di lavorazioni delle quali l’utente può in parte essere protagonista grazie ad appositi laboratori, con spiccata sensibilità verso il coinvolgimento dei bambini.
Nel video che segue, ecco una delle dimostrazioni alle quali è possibile assistere.
Infiniti i meriti di questo museo che si pone come modello non soltanto nell’ambito degli allestimenti museali, ma anche degli interventi degli enti locali a favore dell’identità collettiva che diviene tassello di quella nazionale.
Qui infatti a ogni passo si avverte l’orgoglio della comunità di Fabriano di detenere una delle più antiche eccellenze mondiali e quindi di rappresentare un celebrato vertice della civiltà italiana, raggiungendo il rarissimo esito di un museo capace di assumere rilevanza sociale.
Si aggiunga la competenza dell’ordito didattico e l’accessibilità a ogni fascia d’istruzione per cogliere la missione democratica a favore della conoscenza universale.
E si concluda con la clamorosa dimostrazione dell’altissimo valore gnoseologico di un allestimento che parte da una dimensione civica per farsi sineddoche di valori antropologici fondamentali.
Un museo necessario che andrebbe altrettanto necessariamente visitato da tutti.
Info: https://www.museodellacarta.com/