Museo G.B. Filippa a Rimella (VC), sguardo sul mondo come dovere civico
Un’esposizione nata come atto di commovente generosità, grazie alla profonda umanità e alla sensibilità sociale del fondatore che volle offrire ai suoi concittadini la possibilità di gettare uno sguardo sul mondo esterno anche se essi non avevano la possibilità di muoversi: è così che il G.B. Filippa di Rimella, in provincia di Vercelli, è diventato nella prima metà dell’800 il primo museo civico del Piemonte.
A motivare il fondatore Giovanni Battista Filippa fu la circostanza di avere avuto, al contrario dei suoi compaesani di Rimella, la possibilità di allontanarsi dal piccolo centro della Valsesia e di viaggiare molto, riuscendo in questo modo a conoscere quel mondo invece del tutto ignoto alla comunità di appartenenza.
Così, dopo una vita avventurosa spesa tra emigrazione in tenera età e un’intensa attività bellica che lo vide “prestare servizio militare nelle truppe napoleoniche (1807) con cui partecipò, fra l’altro, alla campagna di guerra in Spagna”, una volta congedato e tornato nel luogo di nascita, decise nel 1836 di dare vita a un “gabinetto di curiosità e cose rare”, come lui stesso “amava definire il piccolo museo che fu poi a lui intitolato”.
Tutto è nato dalla “donazione delle collezioni di Giovanni Battista Filippa (1778 – 1838) a favore della Comunità”, costituite da “una raccolta di libri, monete e oggetti vari di provenienza diversa”, pazientemente messa insieme dallo stesso fondatore.
Lo scopo dichiarato era di stimolare “la curiosità e gli interessi degli abitanti di Rimella”, offrendo loro “un’idea della complessità e della varietà del mondo”, attraverso materiale “estremamente eterogeneo e insolito”, incrementato alla sua morte avvenuta nel 1838 “grazie soprattutto all’interessamento del pittore Maurizio Antonini e del parroco Gaudenzio Cusa”.
E’ così che oggi tale “anelito di conoscenza e pegno di amore per la sua gente”, secondo la felice definizione dell’antropologo torinese Paolo Sibilla impressa su una lapide posta all’ingresso, consente un affascinante viaggio visivo ma anche interiore nelle stanze allestite all’interno di un bell’edificio storico nella frazione Chiesa.
Un pannello fa comprendere l’elevato valore del museo, nato nella Rimella di allora per raggiungere la quale erano necessarie anche sei ore di cammino a piedi da Varallo, un “mondo chiuso” in cui si faticava per la sopravvivenza, dove “l’unica fonte di informazione erano i racconti degli emigranti”: l’esposizione consentiva invece “di vedere e toccare oggetti curiosi provenienti da tutto il mondo”, grazie alla rara sensibilità di Filippa verso “gli interessi enciclopedici e le correnti culturali più avanzate”.
Lungo il breve ma concentrato percorso di visita si incontrano memorie dei vecchi allestimenti, interessantissime per cogliere le origini dello storytelling museale, con le sue ingenuità ma anche tanta eleganza lessicale e formale…
… medaglie con il loro portato onorifico…
… pietre di pregio geologico riunite in una litoteca…
… e una xiloteca che raccoglie esemplari legnosi significativi…
… una suggestiva teca che condensa la selezione di conchiglie di una malacoteca…
… quindi immancabili uccelli impagliati nello stile dei musei di scienze naturali.
Ma è anche un museo da leggere, grazie a cartelli che narrano la storia locale…
… i beni culturali del posto e i suoi simboli…
… per approdare a un notevole approfondimento sui costumi locali…
… con il loro portato di grazia estetica e significati arcaici.
A definire il genius loci concorrono cenni al suo passato più problematico, dalle difficoltà della scolarizzazione…
… al dramma dell’emigrazione…
… fino al riscatto operato dall’arte contemporanea, rappresentata da diverse opere presenti nel museo.
In alcuni angoli del tragitto, si incontrano anche tracce delle guerre con armi e oggetti appartenuti a soldati…
… e strumenti degli antichi mestieri.
Uscendo dal museo, ti rimane impresso lo spirito della popolazione locale illustrato dall’allestimento, ma anche e soprattutto quel gesto di filantropia di Filippa che ancora oggi vibra di autentica solidarietà intellettuale e materiale.
Nel video sottostante, le immagini colte durante la nostra visita al museo.
Info: http://www.comune.rimella.vc.it/Home/Guidaalpaese/tabid/13330/Default.aspx?IDPagina=5175