Il Museo Kartell a Noviglio (Mi), il design nella nostra storia
Un’esposizione di design che diventa una storia collettiva dell’Italia del secondo Novecento e anche delle nostre vicende quotidiane.
E’ la sorprendente impostazione del Museo Kartell a Noviglio, nel milanese. Merito di un allestimento estremamente intelligente quanto efficace che per sottrazione disegna in chiave cronologica l’evoluzione estetica e tecnologica dei prodotti Kartell, mettendola in parallelo con lo sviluppo del Paese ma anche con le storie private di tutti noi.
Avviene grazie alla suddivisione degli ambienti espositivi per decenni che dà ordinato criterio al tumultuoso succedersi di oggetti e al dedalo di percorsi interni, mentre si passa da un piano all’altro, in tutti i sensi.
Chiunque così può rendersi conto di quanto esperti e studiosi ripetono da tempo, ovvero che il design non è mero capriccio per edotti, bensì parte integrante della storia personale di ciascuno di noi.
Perché non c’è nessuno che non abbia posseduto o almeno incrociato, visto, toccato vissuto anche per un istante uno dei tanti oggetti prodotti dalla Kartell…
… dai più cerebrali per vellicare i cultori degli spazi artistici a quelli di aggraziata praticità quotidiana.
A ogni mutamento del comune sentire delle forme, l’azienda ha risposto interpretandolo quando non anticipandolo, unendo voli sinusoidali della fantasia all’estrema praticità, come con la semplice geniale invenzione degli oggetti impilabili.
Il sito di Museimpresa descrive il Museo Kartell come custode e narratore “di uno dei più affascinanti capitoli della storia del design italiano, quello di una realtà unica, artefice del connubio tra plastica e design, animata dal costante impegno rivolto alla sfida tecnologica, elemento caratterizzante tutti gli oggetti esposti”.
A fondarlo nel 1999 è stato il presidente dell’azienda, Claudio Luti, per celebrare il primo mezzo secolo di attività della Kartell. Significativa la sua collocazione all’interno dello stabilimento Kartell, a simboleggiare orgoglio aziendale e ricerca di empatia con il pubblico.
I numeri del museo parlando di ottomila oggetti, cinquemila disegni e quindicimila fotografie, per restituire “un quadro preciso dell’evolversi della storia di Kartell e della sua produzione, dei materiali plastici adottati, delle tecnologie produttive nonché delle strategie di comunicazione e distribuzione impiegate nel corso dei 65 anni di attività dell’azienda”.
Spiccano “gli autoaccessori, i casalinghi, le lampade, gli articoli per laboratorio, mobili e complementi d’arredo che hanno contribuito al cambiamento del paesaggio domestico e che sono entrati nella nostra quotidianità come oggetti iconici del design italiano”.
Nobile il dichiarato proposito di Claudio Luti, presidente anche della Fondazione Museo Kartell, “di diffondere presso il pubblico la conoscenza del design industriale e dei processi estetici e produttivi a esso collegati”…
… manifestando l’intento di approfondire “i legami esistenti tra le materie e le forme di oggetti di uso quotidiano che costituiscono una testimonianza significativa della civiltà umana e dell’ambiente in cui essa si è sviluppata, in un contesto di riscoperta e promozione della valenza culturale del prodotto industriale”.
A raccontarci il Museo Kartell davanti alla telecamera è la sua curatrice, Elisa Storace.
Info: www.kartell.com, www.museimpresa.com