Museo Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana a Lucca, esposizione libera e necessaria
Un’esposizione necessaria, perché informa correttamente su un tema dibattuto, fornendo un contributo culturale insieme a uno stimolo alla crescita sociale, brillando anche per inclusività con la sua scelta di concedere la fruizione a titolo gratuito: è il Museo Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana collocato nel delizioso Cortile Carrara a Lucca, un’oasi di pace e bellezza che ben predispone alla riflessione.
Il Museo ha sede nella splendida Cappellina della chiesa di S. Maria della Rotonda dentro il Palazzo Ducale, in un edificio quindi di rilevanza storica, infatti la fondazione risale al XII secolo…
… il quale incanta per l’architettura concentrica avviluppante e le eleganti decorazioni del soffitto.
All’interno ti accoglie un allestimento ordinato e razionale che sfrutta al massimo lo spazio a disposizione senza trasmettere affollamento di materiali…
… adottando un criterio espositivo capace di risultare empatico puntando decisamente sul racconto più che sul reperto…
… con il ricorso continuo all’immagine fotografica come sineddoche del fenomeno, in grado di fissare eventi e momenti peculiari…
… affiancati da testimonianze documentali di vite sradicate dalle origini e ricollocate in terre di speranza e riscatto…
… con sapiente ed elegante uso dell’infografica…
… magari inserita in pannelli perfettamente leggibili, come richiesto dalle nuove linee guida fornite ai musei dall’ICOM, dove le note sono scritte in maniera tanto corretta e divulgativa quanto comprensibile a tutti…
… segno di una consapevole missione pedagogica che utilizza ogni dispositivo di accrescimento gnoseologico, compresi i video ben realizzati e di estremo interesse…
… aggiungendo qualche contributo scenografico di acclarato effetto suggestivo e sicuro impatto emotivo.
In questo modo viene raggiunto pienamente lo scopo di dare “un contributo tangibile alla conoscenza di una pagina importante della storia d’Italia” attraverso “lettere, diari, documenti e fotografie appartenenti alla vita di ogni giorno, la più ricca raccolta di documenti esistente sull’emigrazione italiana”, in un allestimento che “segue le tappe del percorso dell’emigrante, dalla partenza, al viaggio, alla ricerca di un lavoro una volta giunti a destinazione”.
L’obiettivo dichiarato “è quello di dare al visitatore spunti di riflessione sui temi che riguardano l’emigrazione, analizzata in termini numerici – partenze, rientri, rimesse, ecc. – ma anche dal punto di vista delle vicende sociali, collettive ed individuali; presentare la complessità del fenomeno, non solo tenendo conto delle diversità geografiche e delle varie situazioni storiche e temporali, ma anche negli aspetti psicologici legati alla diversità e all’identità, all’omologazione e al rifiuto, orientati alla formazione di un nuovo status di italiano all’estero, sintesi di memoria e di modernità”.
Tutto questo per ricavarne una “lezione storica per predisporre i visitatori alla mentalità dell’accoglienza e della tolleranza arricchendo, nel contempo, il proprio bagaglio di esperienze, attraverso il confronto con culture diverse”.
Un lavoro esemplare frutto della sensibilità e competenza della Fondazione Paolo Cresci, dedicata al “ricercatore fiorentino, fotografo e collezionista” che “nella sua febbrile ricerca di documenti inerenti la storia dell’emigrazione italiana, raccolse la più importante miscellanea di materiale documentario e fotografico esistente al mondo”, il cui archivio oggi costituisce parte del fondo patrimoniale di questa realtà ed è colonna portante del Museo.
Un’esposizione che si può visitare liberamente, in quanto gratuita, altra dimostrazione di coscienza civica della gestione della struttura.
Da aggiungere la cortesia del personale e la grande pulizia dei locali.
Elementi che rendono un dovere morale recarsi a visitare il Museo per chiunque voglia ragionare con la sua testa e ascoltare il proprio cuore.
Info: https://www.fondazionepaolocresci.it/museo/