Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, a Gesso (Messina)
Uno dei gioielli demo-etno-antropologici più preziosi d’Italia, certamente tra i musei più emozionanti al mondo, senza dubbio unico per storytelling e qualità della ricerca: il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani è un orgoglio per tutta la Nazione.
Se per i siciliani dovrebbe essere obbligatorio visitarlo per conoscere le proprie radici contadine, per ogni italiano dovrebbe essere irrinunciabile almeno una volta nella vita raggiungere il piccolo villaggio Gesso, frazione di Messina sui Monti Peloritani, per conoscere la Storia di questo angolo del Paese carico di suggestioni.
Se, come sosteneva Goethe, la Sicilia “è la chiave di tutto”, allora questo Museo è la serratura per aprire innanzi ai nostri occhi l’anima più profonda di un Popolo.
“Concepito secondo i più aggiornati indirizzi museografici, il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, attivo dal 1996, si configura come un’esperienza esemplare per la conservazione e la fruizione di una porzione significativa del patrimonio di cultura di tradizione orale siciliana”, si presenta al pubblico sul suo sito.
La musica è la chiave narrativa per sviluppare il racconto dell’Uomo.
Ecco quindi in sequenza aerofoni, cordofoni, membranofoni, idiofoni, tutti perfettamente integri e funzionanti. Potrebbero ancora suonare e durante la visita se ne ha un saggio, ma riescono soprattutto a fare vibrare le corde della sensibilità dei visitatori.
Perché ogni singolo strumento racconta l’animo gentile di pastori che nelle lunghe attese si deliziavano con l’arte del suono, costruendo gli strumenti con le proprie mani, attingendo a umili materiali offerti dalla natura circostante.
Si comprende così come neanche il lavoro più duro riesca ad abbrutire gli animi delle persone dotate di un cuore.
Ogni strumento, ogni oggetto, reca con sé la storia di chi lo ha creato e fatto vivere. Aggiungendosi strumento a strumento, si scatena una sinfonia del Ricordo ancestrale, dove il singolo oggetto diviene sineddoche di un’era, ormai perduta.
Come perduti sono tanti dei protagonisti intercettati dal curatore del museo nell’arco di decenni: contadini, pastori, artigiani, artisti e persone semplici intervistate e riprese al lavoro, oppure durante le feste popolari del Territorio, capaci di delineare un mosaico della Memoria locale.
Tra le testimonianze, imperdibile una rarissima intervista esclusiva a Ciccio Busacca, il più grande cantastorie mai esistito.
La persona che ha avuto questa costanza si chiama Mario Sarica ed è un Eroe. Un Eroe della Cultura Italiana che tutte le istituzioni dovrebbero indicare come esempio. Perché è il lavoro umile e nascosto degli appassionati intellettuali che lottano in provincia a mantenere vivo ciò che resta della dignità del Paese.
Sarica, nel Museo, ha creato un percorso espositivo che “evidenzia, con l’ausilio di un ricco apparato iconografico, schede didattico-informative e supporti video, i caratteri tipici di ogni strumento, ovvero le occasioni d’uso, le funzioni cerimoniali assolte, le modalità di costruzione e le tecniche di accordatura”…
… ma anche “utensili di lavoro e manufatti lignei d’uso quotidiano, che segnalano il più vasto orizzonte di cultura materiale e di comunicazione interpersonale entro il quale si collocano i produttori di suono”.
Tutto ciò rende la collezione museale “unica nel suo genere in Sicilia” e non soltanto, aggiungiamo noi.
Si starebbe delle ore a girare per le sale del museo e una giornata intera ad ascoltare Sarica, facendo un’esperienza che segna per sempre.
Inevitabile portarsi dietro un pezzetto di Museo, possibilità offerta da un book shop allestito in maniera molto intelligente.
Per gli studiosi poi è il paradiso, grazie a “uno spazio multimediale di approfondimento, articolato in una sezione bibliografica, una postazione video ed un’area digitale per l’ascolto dei repertori strumentali e vocali di festa e di lavoro”.
Affidiamo al coinvolgente eloquio di Mario Sarica il compito di farci vivere per immagini il Museo.
Info: www.museomusicapeloritani.it