Museo Tela Umbra, memoria viva e attiva di un’eccellenza artigianale di Città di Castello (PG)
Il coraggio di affermare il valore supremo della manualità in tempi di dominio dell’immateriale, la missione di cristallizzare usi e costumi di un secolo fa perché siano ancora esempio per la collettività, l’orgoglio di rispettare le proprie radici antropologiche e farne ancora ragione di vanto di rappresentanza pubblica: sono le basi dell’ammirevole appassionata gestione del Museo Tela Umbra, memoria viva e ancora dinamica di un’eccellenza artigianale in grado di rappresentare l’identità di Città di Castello in provincia di Perugia.
Questa struttura museale è stata fortemente voluta dalla Regione Umbria e dal comune di Città di Castello con il fine di documentare una realtà artigianale fortemente rappresentativa del territorio, ma anche con lo scopo sociale di offrire un punto di riferimento a “quanti ricercano nell’ambiente umbro, nella sua storia e nelle sue radici, motivazioni per una indagine ed una riscoperta creativa che possa aprire anche opportunità di lavoro, per la tutela dei valori artistici e culturali tramandatici”.
Si rimane ammirati già dall’antico palazzo Tomassini (ex Bourbon del Monte) che ospita la Collezione Tessile al secondo piano, snocciolando lungo nove sale “prestigiose creazioni tessili, filati, telai d’epoca, trine, merletti e strumenti di vario genere per la tessitura”.
Il percorso dell’allestimento permette di comprendere l’importanza del Laboratorio Tela Umbra fondato nel 1908 da Leopoldo Franchetti con la moglie statunitense Alice Hallgarten: è a quest’ultima che viene attribuita la forte spinta etica di avere voluto contribuire alla lotta dello stato di povertà in cui versavano tante famiglie della zona di Città di Castello, mettendo in atto azioni concrete come la valorizzazione delle attività artigianali della tradizione popolare locale, in primo luogo proprio la remota pratica della tessitura con telai a mano.
La sua intuizione fu quella di non cedere il passo all’industrializzazione standardizzata del settore, proteggendo il prodotto artigianale anche per ragioni di opportunità sociale.
Una nobilissima e preziosa eredità di cui ancora oggi Tela Umbra si sente depositaria, tanto da mantenerne l’attività con iniziative didattiche, oltre a celebrarne la memoria con questo museo.
Se è potente la motivazione morale alla base del museo, non è da meno il suo valore estetico, concentrato in segni e cromatismi che caratterizzano i prodotti esposti, quali “tovaglie, asciugamani…
… tappeti…
… tende…
… e centri-tavola realizzati secondo le antiche tecniche dello spolinato, del quadruccio umbro e dell’occhio di pernice”.
… oltre a una straordinaria collezione di telai in legno…
… ancora perfettamente funzionanti…
… insieme a polveri per le coloriture naturali…
…e attrezzi di una volta.
Di forte impatto emotivo lo spazio in cui è stata ricostruita un’aula tipo “delle scuole rurali fondate da Alice e Leopoldo Franchetti alla Montesca nel 1901 e a Rovigliano nel 1902”…
… nella quale “sono esposti antichi banchi di scuola…
… calamai, strumenti didattici e tanti altri oggetti che raccontano lo straordinario sistema educativo introdotto per la prima volta in Italia da Alice Hallgarten a Città di Castello e che successivamente fu utilizzato come riferimento dalla stessa Maria Montessori per la realizzazione, anni dopo, delle scuole montessoriane di San Lorenzo a Roma e di Niguarda a Milano”, per rappresentare una rivoluzione pedagogica che poneva “il bambino al centro del mondo”.
Un pizzico di nostalgia che diventa lezione di vita, per questa esposizione che centra perfettamente la propria missione e si pone tra i gioielli della museologia etno-antropologica italiana, oltre che come singolare rappresentante dei musei d’impresa, ma soprattutto incarna un bene culturale capace di parlare a tutti e di porre nuova potente luce per illuminare il proprio territorio.
Info: https://www.telaumbra.it/museo.html